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Giochi. Lottomatica: pronti a rivedere il modello distributivo

“La rete distributiva deve evolvere, alzando la qualità dei prodotti, ma anche del modello distributivo stesso, limitando il numero degli apparecchi”. Ecco la posizione di Cairoli, ad di Lottomatica 

L’attuale modello distributivo degli apparecchi di intrattenimento è figlio di una coraggiosa scelta di emersione del gioco illegale compiuta dalle istituzioni alla fine degli Anni ’90. Oggi quel modello può e deve evolversi, anche con un minor numero di apparecchi e (quindi) di occasioni di gioco.

A spiegarlo è l’ad di Lottomatica Fabio Cairoli, in occasione della presentazione del Rapporto di Sostenibilità 2018 della Società, alla presenza di stampa, operatori (in particolare era rappresentata la filiera distributiva, con la FIT) ed autorità.

L’ATTUALE ASSETTO DEI GIOCHI

Cairoli ha spiegato come l’attuale assetto del mondo del gioco sia figlio di una regolamentazione che aveva come scopo la legalizzazione di un mercato sommerso, florido ed in mano ad organizzazioni criminali. Secondo una stima del 2002 del Senato della Repubblica infatti, a quella data erano circa 800.000 gli apparecchi per il videopoker illegali.

Un enorme sforzo di emersione che lo Stato affidò ai privati, che per questo investirono una cifra che si aggirava intorno agli 8 miliardi di euro, e che ha dato vita ad una regolamentazione che è ancora oggi considerato un punto di riferimento nel Mondo.

EVOLUZIONE DELLA RETE DISTRIBUTIVA

Eppure – prosegue Cairoli – ora la rete distributiva deve evolvere, alzando la qualità dei prodotti, ma anche del modello distributivo stesso, limitando il numero degli apparecchi. Una posizione, quella di Lottomatica, che sembra di apertura e dialogo nei confronti del Governo.

A preoccupare gli operatori del settore è soprattutto la possibilità che la regolamentazione prenda la strada del proibizionismo, una deriva che rappresenterebbe un problema soprattutto per i giocatori più deboli, che scivolando nuovamente nell’illegalità, diventerebbero invisibili e di fatto ostaggio della criminalità organizzata. Sarebbe quindi più difficile riconoscerli, individuarli, sostenerli ed aiutarli.

SUL DIVIETO PER LA PUBBLICITÀ DEI GIOCHI

Anche il divieto per la pubblicità dei giochi è motivi di preoccupazione per l’AD di Lottomatica. Secondo Cairoli infatti “il gioco legale ha bisogno di farsi riconoscere e distinguere da quello illegale”. Pur con delle limitazioni forti, come era stato peraltro previsto dalla legge Balduzzi.

Presentando il proprio “rapporto di Comunità” Lottomatica ha aperto le sue porte alla stampa e alle istituzioni, con un tour in tre zone strategiche: la control room, la sala dedita alla sicurezza (tema sul quale l’azienda investe molto) e l’area dei quotisti per parlare del match fixing ed antifrode.

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