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Giochi, aumento tasse in Manovra non scoraggerà i giocatori

Gioco Pubblico

Spallone (Luiss) a Policy Maker: Con aumento prelievo e calo del payout è presumibile una migrazione verso l’online o verso il gioco illegale. Non si deve demonizzare l’operatore o il concessionario, è proprio a loro che andrebbe demandato il controllo con i codici di autodisciplina

Aumenti in arrivo sul fronte giochi in manovra: il prelievo erariale unico (Preu) sulle giocate, già al 19,25% per le slot e al 6,25% per le videolotteries dopo il via libera al decreto dignità, sale di un altro mezzo punto. Ma l’effetto dell’intervento potrebbe non portare all’auspicato – da parte dell’esecutivo – calo dell’appetito dei giocatori d’azzardo verso il gioco quanto a una “migrazione” verso il gioco online o illegale. È il parere espresso da Marco Spallone, Professore di Economia Politica alla Luiss e autore di una ricerca sulla fiscalità dei giochi, in un’intervista a Policy Maker.

SPALLONE: AUMENTI A PREU PER FARE CASSA O SCORAGGIARE GIOCATORI?

“L’idea di fondo” della misura contenuta in manovra “è abbastanza confusa, nel senso che da un lato si può interpretare l’aumento della tassazione come a un deterrente nei confronti dei giocatori: in questo caso la misura troverebbe coerenza rispetto alle finalità del governo di rendere meno appetibile e scoraggiare il gioco d’azzardo. Ma se fosse veramente questa la finalità dell’esecutivo allora non è chiaro perché si utilizzano i giochi per trovare le coperture”, ha sottolineato Spallone. In sostanza, ha aggiunto il professore “se siamo convinti che all’aumentare della tassazione diminuisca la raccolta, conseguentemente dovrebbero diminuire anche le entrate erariali. Se invece pensiamo che l’aumento delle aliquote serva a trovare delle coperture finanziarie, la finalità non sarà più quella di scoraggiare il gioco d’azzardo ma di fare cassa. Delle due l’una insomma”.

DA AUMENTO PRELIEVO PROBABILE MIGRAZIONE VERSO ONLINE O GIOCHI ILLEGALI

Non solo. Spallone ha ricordato che le aliquote del Preu “hanno come base imponibile la raccolta e non il margine sul gioco. Ciò significa che la crescita del prelievo, una volta pagate le vincite ai giocatori e pagate le spese operative di gestione, è probabile possa essere ‘riversata’ sui giocatori portando inevitabilmente e necessariamente a un calo del payout con una presumibile migrazione verso l’online o verso giochi a più alta resa come il gioco illegale sottoposto per sua natura a una minore pressione fiscale”, ha ammesso il Professore ricordando che per alcune tipologie di giocatori “in particolare quelli che si dice di voler proteggere come i problematici e i patologici” la spesa è “quasi incomprimibile e costante” portando quindi i giocatori stessi a “indirizzarsi verso comparti illegali”.

NON DEMONIZZARE L’OPERATORE O IL CONCESSIONARIO. A LORO ANDREBBE DEMANDATO IL CONTROLLO CON I CODICI DI AUTODISCIPLINA

“C’è un’altra cosa che mi preoccupa e riguarda le disposizioni sul divieto di pubblicità e i distanziometri che rischiano di spostare ulteriormente i giocatori verso il gioco illegale: è vero che la pubblicità può essere interpretata in vari modi e indurre i consumatori a giocare ma è anche vero che chi fa pubblicità è un concessionario o un esercente legale: e di per se è informazione – ha sottolineato Spallone a Policy Maker -. Se levo queste informazioni, li gravo di ulteriori imposte e sposto le sale giochi legali in periferia rischio di lasciare i consumatori nelle braccia del gioco illegale. Diventa quindi rischioso tutto il complesso di quello che si sta facendo. Come in tutti i settori maturi credo che non si debba demonizzare l’operatore o il concessionario ma è proprio a loro che andrebbe demandato il controllo con i codici di autodisciplina e di autoregolamentazione. È nell’interesse di chi opera su quel mercato evitare che quel mercato venga appesantito da patologie e da giocatori che diventano pericolosi intraprendendo comportamenti nocivi all’immagine di tutto il mercato. Andrei quindi – è un’opinione tecnica ma anche personale – nella direzione opposta per rendere i giocatori consapevoli anche se queste sono scelte politiche”, ha concluso Spallone.

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