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Giovanni Amoroso è il nuovo presidente della Consulta. Il profilo

Amoroso

Il nuovo presidente succede ad Augusto Barbera; Amoroso rimarrà alla guida della Corte Costituzionale fino a novembre 2026

In attesa che il Parlamento riesca a trovare la quadra sulla nomina di quattro giudici costituzionali, la Consulta – ancora senza plenum – va avanti. E il giorno dopo l’attesa decisione sul referendum sull’autonomia differenziata, Giovanni Amoroso, 76 anni, è stato eletto presidente della Corte Costituzionale. La nomina è avvenuta all’unanimità nella camera di consiglio tenutasi a Palazzo della Consulta. Amoroso era vicepresidente della Corte dal dicembre 2023 e, dopo l’uscita del suo predecessore Augusto Barbera, ha ricoperto il ruolo di presidente facente funzioni. Il suo mandato terminerà il 13 novembre 2026.

PER AMOROSO UNA CARRIERA LUNGA E PRESTIGIOSA

Nato a Mercato San Severino (Salerno) il 30 marzo 1949, Amoroso ha conseguito la laurea in giurisprudenza con lode presso l’Università La Sapienza di Roma, discutendo una tesi in economia politica. Magistrato dal 1975, ha ricoperto diversi incarichi di rilievo: pretore penale a Bergamo, pretore del lavoro a Roma, e magistrato presso l’Ufficio del Massimario della Corte di Cassazione.

Dal 1990 ha collaborato come assistente di studio con giudici costituzionali di grande prestigio, tra cui Renato Granata e Franco Bile. Nel 2000 è diventato consigliere di Cassazione, ricoprendo incarichi sia nella Terza Sezione Penale che nella Sezione Lavoro. Nel 2015 è stato nominato presidente di sezione della Corte di Cassazione e coordinatore delle Sezioni Unite civili. Dopo due anni, nel 2017, è stato eletto giudice costituzionale dalla Corte di Cassazione.

LE PRIME PAROLE DI AMOROSO DA NEOPRESIDENTE

Amoroso ha esordito sottolineando il suo impegno “assoluto” verso i principi costituzionali, con “la Costituzione come bussola” e “l’Europa come stella polare”. Ha ribadito l’importanza della collegialità nel lavoro della Corte e auspicato che il Parlamento nomini presto i quattro giudici mancanti per ripristinare il plenum della Consulta. “La Corte non è menomata, ha lavorato in undici come previsto dalla legge. Ma ci aspettiamo, e sicuramente sarà così, che dal Parlamento vengano nominati giudici di assoluto livello”.

I TEMI CALDI: AUTONOMIA, GIUSTIZIA E DIRITTI

Tra i temi affrontati dal nuovo presidente, spicca la legge sull’autonomia differenziata. “Occorre che il legislatore intervenga e determini i criteri per i Lep (Livelli essenziali delle prestazioni), che sono il pilastro su cui si regge la legge”, ha dichiarato Amoroso. Ha poi richiamato l’attenzione sulla necessità di armonia nel sistema giustizia, in particolare riguardo alla separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri.

In tema di diritti, ha evidenziato la centralità del rispetto delle condizioni di vita nelle carceri, definendo il sovraffollamento un problema “grave” e ribadendo il ruolo della Consulta nel garantire i diritti umani. Ha infine sottolineato l’importanza di non compiere passi indietro su temi come il fine vita e la procreazione medicalmente assistita.

Amoroso, considerato un giurista “ambidestro” per la sua competenza sia in diritto civile che penale, porta alla Corte una vasta esperienza e una profonda conoscenza del sistema giudiziario italiano. “La Costituzione è il cuore pulsante del nostro Paese”, ha ricordato Amoroso, ribadendo il ruolo cruciale della Corte nel tutelarne i principi fondamentali.

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