skip to Main Content

Hamas e lo spreco di “bastardi”… fra guerre vere o soltanto di carta

Hamas

La guerra in Medio Oriente, la foto del neonato trucidato da Hamas, la condanna simbolica a Saviano e il caso Apostolico: i commenti e i Graffi di Damato

Ho davanti a me, mentre scrivo, la foto del neonato trucidato sabato scorso dai terroristi palestinesi, forse anche decapitandolo, che Alessandro Sallusti ha voluto sbattere sulla prima pagina del Giornale per fare sentire ai lettori – ha titolato – “il dovere di inorridire”. O, come hanno titolato sul Foglio, senza l’aiuto di alcuna foto, “il dovere morale di distruggere Hamas” per ritorsione dopo le migliaia di morti e feriti procurati con gli attacchi proditori dichiaratamente preparati in due anni.

Oltre alla foto scelta dal direttore del Giornale – fra le tante che girano nelle redazioni di tutto il mondo e mostrate personalmente dal premier israeliano al Segretario di Stato americano raccogliendone l’impegno a sostenere l’alleato in quest’altro passaggio drammatico della sua esistenza – ho davanti a me i titoli di Avvenire sui “civili in trappola” a Gaza, come se non lo fossero stati anche gli ebrei trucidati nelle loro case dai miliziani di Hamas, e del manifesto su “tutti ostaggi”. Come se questa condizione fosse un’esclusiva di quest’altra guerra esplosa in Medio Oriente e non un ingrediente di tutte le guerre, a cominciare da quella di Troia.

Leggi anche: La giudice Apostolico non lascia ma raddoppia

Davanti a tanta incredibile sorpresa, o al rammarico ascoltato in televisione di un’ex ambasciatrice italiana che gli ostaggi americani nelle mani di Hamas non siano quanti servirebbero per mobilitare a loro favore gli Stati Uniti, verrebbe voglia di reagire come ha fatto il direttore del Tempo Davide Vecchi dando della “bastarda” – così, a caso – alla segretaria del Pd Elly Schlein dopo che Roberto Saviano si è procurata una condanna simbolica a mille euro di multa per avere chiamato così due anni fa, mosso da “motivi di particolare valore morale”, Giorgia Meloni. Dalla quale l’imputato si aspettava, anzi reclamava il ritiro della querela una volta vinte le elezioni, l’anno scorso, e arrivata a Palazzo Chigi.

Sembra una storia incredibile ma è vera. Come vere sono le cronache secondo le quali il guardasigilli Carlo Nordio avrebbe sorpreso le opposizioni rumoreggianti per avere disposto “verifiche” sulla giudice che a Catania ha appena rimesso in libertà quattro migranti tunisini irregolari dopo averne liberati il 30 settembre scorso altrettanti. Che naturalmente sono fuggiti prima che le loro richieste di asilo e protezione internazionale fossero respinte.

Ce ne sarebbe, caro Vecchi, da dare dei bastardi in questo nostro spensierato Paese, ma non siamo o non ci chiamiamo tutti Roberto Saviano. Che pure si è appellato alla “condanna” ed ha minacciato l’espatrio – se no ho capito male – nel caso in cui la Meloni dovesse restare a lungo a Palazzo Chigi come un Netanyahu qualsiasi. Del quale Marco Travaglio ha appena scritto sul Fatto Quotidiano come di un “politicante ottuso e corrotto” al quale “sabato la ferocia di Hamas ha presentato il conto”.

– Leggi qui tutti gli altri Graffi di Damato 

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
Back To Top