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I punti chiave della proposta di FI sullo Ius scholae

Ius Scholae

Forza Italia accelera sullo Ius scholae. I dubbi di Licia Ronzulli e la contrarietà degli alleati

Sullo Ius Scholae Forza Italia tira dritto. E’ questo il leitmotiv dei media per raccontare la presa di posizione del partito fondato da Berlusconi su un tema che continua a irrigidire i rapporti con gli alleati. E non solo, considerati i mugugni interni al partito.

La proposta ufficiale degli azzurri è in via di definizione. Si ragiona tra l’altro sull’ipotesi di concedere la cittadinanza, dopo un ciclo scolastico “virtuoso” decennale, anche ai minori non nati in Italia, figli di immigrati regolari. La bozza del testo, che “a breve” verrà proposta agli altri partiti di centrodestra, è stata discussa in un vertice dei parlamentari azzurri.

Nell’incontro, guidato dai capigruppo Paolo Barelli e Maurizio Gasparri, senza Antonio Tajani impegnato in Germania con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, sono state raccolte obiezioni e osservazioni tecniche.

I TRE PUNTI CHIAVE DELLA PROPOSTA DI FI SULLO IUS SCHOLAE

Tre punti chiave sono stati individuati e illustrati. Il primo è l’estensione di questa formula di Ius Scholae ai non nati in Italia. Il secondo è la restrizione a due generazioni, quindi fino ai nonni, degli antenati italiani grazie ai quali gli oriundi possono acquisire la cittadinanza per Ius Sanguinis. E infine si propone di accorciare da tre a massimo un anno i tempi per le verifiche e per la concessione a chi la chiede dopo dieci anni di residenza.

Si sta ancora ragionando sulle norme che riguardano la cittadinanza agli orfani e attraverso matrimonio.

I DISTINGUO E I MALUMORI INTERNI A FI

Una proposta che potrebbe “anche vedere in Parlamento una convergenza con l’opposizione – scrive Paola di Caro sul Corriere della sera – ma che non mette d’accordo tutti anche in FI. C’è chi, come la vicepresidente del Senato Licia Ronzulli, per esempio condivide nel complesso il tema, ma pensa che per ragioni di «metodo» la proposta andava discussa all’interno del partito prima che si trasformasse nella polemica dell’estate. E nel merito, dice, ci sono «diverse sensibilità» in FI, quindi vanno evitate forzature”.

Una posizione che rispecchia quella di chi teme che, spostando la battaglia identitaria verso temi non graditi a destra, si possa guadagnare sì spazio e visibilità, ma si rischi di perdere pezzi di elettorato. Tra l’altro una parte degli azzurri vive con perplessità questa accelerazione, come una “rincorsa alle opposizioni che hanno raccolto 500mila firme per il referendum”, nota uno di loro

LA CONTRARIETA’ DI SALVINI E MELONI

Quasi in contemporanea alla riunione di FI, Matteo Salvini ha affermato che “all’interno della maggioranza si è fatta la riflessione che la normativa sulla concessione della cittadinanza va bene così com’è, non si sente nessuna necessità né numerica, né sociologica, né pragmatica di cambiarla” e “non si capisce perché si dovrebbero ridurre i tempi o cambiare modalità: rischia di essere un altro fattore di attrazione per immigrazioni irregolari”. E Giorgia Meloni martedì ha espresso lo stesso concetto. “La legge attuale è ottima, non vedo quindi la necessità di cambiarla”. Parole che suonano come un de profundis, quanto meno in Parlamento.

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