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I subbugli politici su Crosetto e magistrati

Crosetto

Come i giornali hanno commentato il discorso del ministro della Difesa, Guido Crosetto, sui magistrati. I Graffi di Damato

Alla faccia della “frenata” attribuitagli dal Corriere della Sera in prima pagina. Una frenata di quelle che non lasciano segno sulla strada, per quanti sforzi facciano vigili e poliziotti accorsi sul luogo dell’incidente per i rilievi d’uso. Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha rivolto accuse pesanti nell’aula della Camera agli illustrissimi signori magistrati insorti contro di lui per la puzza di “opposizione giudiziaria” avvertita in una intervista che è stata deplorata anche dalle opposizioni politiche, e non certo per gelosia, cioè perché sentitesi defraudate del loro compito dalle toghe. I politici schierati contro il governo hanno solidarizzato con le toghe d’attacco incitandole implicitamente a continuare nelle loro iniziative di supporto, molto più efficaci di una mozione, di un ordine del giorno o altro. Più efficaci perché, con quel poco che resta dell’immunità parlamentare dopo la rinuncia-suicidio dei deputati e dei senatori nel 1993, all’epoca delle “Mani pulite”, i malcapitati rischiano costosi processi addirittura “coatti”, disposti contro l’archiviazione chiesta dalla pubblica accusa, e detenzioni cosiddette cautelari, persino con tanto di autorizzazione dei loro colleghi di gruppo o di coalizione intimiditi dai processi sommari sulle piazze.

Hanno partecipato anche deputati e senatori a quell’orrendo bilancio ricordato in aula da Crosetto di 30.778 innocenti finiti in manette negli ultimi 20 anni. Un bilancio che contribuisce a capire e spiegare quel 57 e più per cento degli italiani che diffidano della magistratura, ritenendola impegnata “con fini politici”, e il 45 per cento minoritario ancora convinto invece della imparzialità delle toghe. Lo ha appena verificato un sondaggio Demos riferito da Nando Pagnoncelli sul Corriere della Sera, sotto il titolo della presunta “frenata” del ministro della Difesa nell’aula di Montecitorio. Un’aula peraltro sconsolatamente deserta a beneficio, paradossale, sia della destra sia della sinistra.

A sinistra, come preferiscono essere classificati al Fatto Quotidiano sognando che prima o dopo ne prenda la guida il presidente delle 5 Stelle Giuseppe Conte, gli “appena 26 deputati” presenti alla seduta del venerdì, tanto abitualmente disertata che non sono generalmente calendarizzate votazioni, costituirebbero una vergogna per il governo. Incapace evidentemente di mobilitare la sua maggioranza per riempirne almeno i seggi.

Con maggiore logica, considerando chi ha reclamato la risposta di Crosetto, sentitosi un po’ convocato di fronte a “un plotone di esecuzione”, quelli di Libero hanno titolato accanto alla foto dell’emiciclo vuoto di Montecitorio: “Democrazia in pericolo, poi non vanno neanche in aula”. Che in effetti avrebbe dovuto essere affollata almeno a sinistra del governo per sommergerlo di fischi e simili. Deserte, o quasi, anche le tribune, dove magistrati avrebbero potuto essere invitati dai gruppi di opposizione non foss’altro per fare numero, come si dice.

– Leggi qui tutti i Graffi di Damato

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