Il 3 ottobre un nuovo sciopero generale dell’USB per Gaza impensierisce la CGIL. L’abbordaggio della Global Sumud Flotilla permette al sindacato di base una “mobilitazione perenne”
La parola “Gaza” negli archivi dell’area stampa dell’USB appare 23 volte nell’ultimo anno ma 21 solo nell’ultimo mese. Un innamoramento recente, un colpo di fulmine che, però, ha portato ottimi risultati. Lo sciopero generale del 22 settembre scorso “in risposta al genocidio in corso nella Striscia di Gaza, al blocco degli aiuti umanitari da parte dell’esercito israeliano e alle minacce rivolte contro la missione internazionale Global Sumud Flotilla” ha fatto scendere in piazza centinaia di migliaia di persone (c’è chi ne ha contate circa un milione) in 80 manifestazioni diverse da Roma a Genova, da Bologna e Milano e Torino. Tutte pacifiche tranne che nel capoluogo lombardo dove i manifestanti hanno assaltato la Stazione centrale.
IL 3 OTTOBRE SCIOPERO GENERALE CONTRO L’ABBORDAGGIO DELLA FLOTTIGLIA
L’USB, il sindacato di base, ha indetto un nuovo sciopero, venerdì 3 ottobre, motivato dall’abbordaggio della Global Sumud Flotilla “dallo Stato genocida di Israele, mentre era impegnata in una missione civile e pacifica per rompere l’assedio alla Striscia di Gaza e consegnare aiuti umanitari alla popolazione stremata”. Per questo l’USB “proclama la mobilitazione immediata e lo sciopero generale per il 3 ottobre” perché difendere “la Global Sumud Flotilla significa difendere la libertà, la pace, la dignità del lavoro e dei popoli” e “dire basta al genocidio in Palestina e pretendere la fine immediata dell’assedio, dell’occupazione, delle forniture militari, del commercio con Israele”.
L’USB METTE IN OMBRA LA CGIL
Lo sciopero del 22 settembre, così come presumibilmente sarà per quello del 3 ottobre, non ha avuto l’esito di fermare le violenze in Palestina ma sicuramente ha aperto un nuovo fronte di lotta interna al sindacato. Come scrive Dario Di Vico sul Foglio a firmare l’atto di proclamazione ufficiale dello sciopero era stato firmato da Daniela Mencarelli, Cinzia Della Porta e Guido Lutrario. “Tre sindacalisti che fanno parte degli organi dirigenti dell’Usb (Unione sindacati di base) ma che sono sconosciuti sia al grande pubblico sia agli addetti ai lavori”.
LA CGIL SCONFITTA DALL’USB NELLO SCIOPERO GENERALE PER GAZA
Dunque, se in questa battaglia c’è uno sconfitto è il sindacato rappresentato da Maurizio Landini che aveva indetto uno sciopero di quattro ore venerdì 19 settembre “contro la brutale invasione della striscia di Gaza decisa dal governo israeliano”. La partecipazione ottenuta dal sindacato di Landini non è stata paragonabile a quella dello sciopero di USB. “Insomma, la coalizione sociale più volte evocata da Landini è vissuta nello sciopero di ieri ma a portarla in piazza e in clamorosa evidenza è stata la Usb. Lasciando la Cgil in mezzo al guado”, rincara la dose Di Vico.
TIENI VICINO GLI AMICI E ANCORA DI PIÙ I NEMICI
La CGIL parteciperà allo sciopero del 3 ottobre perché “l’aggressione contro navi civili che trasportano cittadine e cittadini italiani, rappresenta un fatto di gravità estrema”. L’annuncio è arrivato il 1° ottobre nel corso di una conferenza stampa presso la Camera dei deputati che ha visto la partecipazione di Cgil-Usb-Cub-Cobas con Maurizio Landini, Guido Lutrario per l’Usb, Antonio Amoruso per i Cub e Vincenzo Milucci per i Cobas. “Un quartetto che ha in mente un preciso obiettivo (“lo sciopero generale senza preavviso”) che dovrebbe scattare nel più breve tempo possibile a fronte di un danno arrecato alle persone o alle barche della Flottilla dalla marina israeliana”, scrive ancora Di Vico sul Foglio. La CGIL vuole, in questo modo, recuperare il rapporto con USB e “apportare valore aggiunto rispetto al 22 settembre che ha visto piene le piazze ma anche le fabbriche e gli uffici”, segnala Di Vico. Difatti l’adesione dei lavoratori allo sciopero non ha superato il 10%.
“Il 22 c’è stata una distanza tra la reazione della società civile e il mondo del lavoro, noi lavoriamo per ricucirla”, ha detto Stefano Malorgio, segretario Filt Cgil a Diario del Lavoro. Il segretario ha poi sottolineato il ruolo della CGIL nel blocco dei porti “Senza la Cgil non sarebbe possibile, siamo la prima forza sindacale”.
LA POLARIZZAZIONE DELL’USB NON FA BENE ALLA CGIL
Tuttavia, la posizione della CGIL non è quella di USB. Nel comunicato della CGIL viene ricordato che “il 7 ottobre 2023 Hamas ha scatenato un attacco di inaudita crudeltà: 1.200 persone sono state torturate e uccise, 250 rapite e trasformate in ostaggi” ma sottolinea che la reazione del governo israeliano “non ha avuto misura: è stata feroce, devastante, provocando disumane sofferenze per la popolazione. Più di 41.500 vite spezzate, quasi due milioni di persone costrette alla fuga, un crimine di guerra perpetrato affamando la popolazione”. Una posizione di misura che non paga in tempi di polarizzazione, a volte estrema, come quelli che stiamo vivendo.