skip to Main Content

Il centrodestra tra piazza e palazzi

Centrodestra

I Graffi di Damato su Berlusconi che si compiace del centrodestra in piazza ma evita di accorrervi di persona

È quanto meno curioso che neppure la manifestazione unitaria del centrodestra a Roma, in una Piazza del Popolo restituita all’ordine pandemico, con le sedie sistemate a debita distanza, ha  smosso dal suo rifugio  in Provenza Silvio Berlusconi. Il quale ha preferito ancora una volta farsi rappresentare sul palco dal fedele Antonio Tajani, che da vice presidente di Forza Italia ed ex presidente del Parlamento Europeo è sicuramente più politico di Gianni Letta. Il quale tuttavia continua ad essere preferito da Berlusconi per tenere i rapporti, per esempio, col Quirinale, con Palazzo Chigi e dintorni, dove  si suona una musica un po’ diversa, diciamo così, da quella dei raduni pubblici, sino ad essere scambiata da Giuseppe Conte per una specie di nenia natalizia, anche se Berlusconi commentando a distanza sul Giornale di famiglia la manifestazione romana del centrodestra si è compiaciuto di dire su tutta la prima pagina che “cambiare il governo si può”

È recentissimo il riconoscimento della natura “responsabile”, diversamente da quella delle altre componenti del centrodestra, dell’opposizione del partito di Berlusconi da parte di Conte in persona, quasi in contemporanea con una intervista dello stesso Berlusconi, stavolta a Repubblica, di sostanziale apertura a nuovi equilibri. Che si sono tuttavia prestati a tali e tante letture antisalviniane da provocare la solita precisazione di Forza Italia sulla perdurante validità della coalizione di centrodestra operante in tante regioni italiane, e candidatasi a conquistarne altre nelle elezioni amministrative del 20 settembre.

“Di Berlusconi mi fido totalmente”, ha infine annunciato Salvini proprio in Piazza del Popolo, aderendo alle richieste della revisione del processo che lo condannò in via definitiva per frode fiscale e  dando l’impressione di considerare superato l’equivoco che lo aveva portato a protestare e a ribadire la indisponibilità a nuovi passaggi politici diversi dalle elezioni anticipate o, si presume, inclini a governi di emergenza  o unità nazionale, peraltro esclusi, o quasi, dallo stesso Berlusconi. Sarebbe del resto uno stranissimo governo di emergenza e di unità nazionale quello che, accettando i finanziamenti europei per il potenziamento del servizio sanitario imposto dall’emergenza virale, dovrebbe fare a meno sia dei grillini sia dei leghisti. Essi sono contrari a quei finanziamenti ma costituiscono, rispettivamente, il maggiore partito presente nell’attuale Parlamento e il maggiore risultante dai sondaggi, nonostante  i quasi dieci punti perduti, all’incirca, da Salvini rispetto al 34 per cento conquistato l’anno scorso nelle elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo.

Sono state curiose, quindi, per tornare all’inizio del discorso, sia l’assenza di Berlusconi sia il carattere apparentemente unitario e festoso del raduno del centrodestra a Roma, credibile come unitario al pari della “compattezza” della maggioranza giallorossa rivendicata da Conte a dispetto di tutte le cronache, i retroscena e quant’altro sui contrasti che rallentano la preparazione dei provvedimenti annunciati, compresa la cosiddetta “madre delle riforme”, per restare al linguaggio del presidente del Consiglio, che sarebbe il decreto legge  sulla semplificazione. Siamo ai primi di luglio. Il Carnevale del 2020 è passato da un pezzo. E a quello del 2021 manca parecchio. Il direttore della Stampa Massimo Giannini ha scritto, sconsolato, che “la maggioranza tira a campare, l’opposizione a votare”. Ma direi che tirano a campare entrambe.

 

TUTTI I GRAFFI DI DAMATO

 

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
Back To Top