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Il compleanno di Giorgia Meloni tra gioie e timori

Meloni Compleanno

Tra alleati rumorosi e avversari evanescenti, la premier Meloni festeggia il suo secondo compleanno a Palazzo Chigi. I Graffi di Damato

Diversamente da Silvio Berlusconi, che prima di essere tradito dalla salute si sentiva addosso meno anni di quanti attribuitigli dall’anagrafe, la pur giovane Giorgia Meloni, arrivata a Palazzo Chigi a 45 anni, ha confessato il logoramento procuratole dalla guida del governo. Nel “giorno da pecora” simpaticamente  offertole dalla Rai per festeggiare i suoi 47 anni la premier ha raccontato di sentirsene addosso cinque in più, tanto gravosi sono stati evidentemente i primi 16 mesi trascorsi al comando della sua squadra ministeriale di centrodestra. O destra-centro, come qualche alleato non si rassegna ancora ad accettare cercando ogni tanto di contare di più.

Più frequenti e rumorosi sono i tentativi di resistenza di Matteo Salvini impietosamente costretto proprio oggi nella vignetta di Emilio Giannelli sul Corriere della Sera a vedere saltare come un tappo dalla bottiglia dello spumante della premier la testa del suo candidato Chtistian Solinas alla presidenza della Sardegna. Come Giorgio Forattini fece schizzare nel 1974 la testa del povero Amintore Fanfani dalla bottiglia stappata dai laici per festeggiare la sua sconfitta nel referendum contro il divorzio. Che segnò un po’ l’inizio della fine della Dc, poi accelerata dall’assassinio di Aldo Moro e dall’uragano giudiziario di Tangentopoli. Meno frequenti e rumorosi ma ugualmente sofferti sono i tentativi di resistenza di Antonio Tajani alla pur faticosa scalata della Meloni alla posizione centrale, nel panoramico politico italiano, che fu a lungo dello scudo crociato.

GLI AUGURI A MELONI DI ALLEATI E AVVERSARI

Secondo i suoi stessi calcoli di un anno equivalente a cinque, poiché ha ottimisticamente previsto, e forse non a torto, di potere festeggiare ancora a Palazzo Chigi nel 2027, quando finirà la legislatura uscita dalle urne autunnali del 2022, i suoi 50 anni anagrafici, non vorrei che la Meloni dovesse davvero sentirsene addosso 70, cioè venti in più. Che non saranno moltissimi, per carità, in un mondo in cui la vita si è tanto allungata da compromettere la tenuta del sistema previdenziale, ma insomma saranno sempre 70, e non i 50  della carta.

Gli auguri alla Meloni sono naturalmente dovuti, non foss’altro per galanteria avvertita persino da chi si ritiene il suo principale e vero avversario: l’ex premier grillino Giuseppe Conte. Che ne dice peste e corna in Parlamento e fuori, dandole persino della vigliacca: a lei che non si lascia sfuggire occasione per rivendicare il suo coraggio, la sua non ricattabilità e tutto il resto dell’armamentario di una leader da primato. Auguri, quindi, signora presidente del Consiglio. E figli maschi, dopo la bellissima Ginevra ottenuta dall’ex compagno Andrea Giambruno, non potendosi o dovendosi escludere un altro amore, o il recupero del vecchio. Ma attenta alle spalle, perché temo francamente che a furia di forzare l’andatura la premier possa finire per temere più gli alleati che gli avversari sparsi fra campi sempre più evanescenti,  per niente larghi come li sogna la segretaria  del Pd.

– Leggi qui tutti i Graffi di Damato

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