Elio Schiavo nominato all'unanimità, succede a Massimo Mancini Il consiglio di amministrazione di Polo Strategico…
Il Governo contro la Corte dei Conti: limiti al controllo concomitante su PNRR
Controllo concomitante della Corte dei conti su PNRR e scudo erariale: il Governo pone la questione di fiducia. Tutte le posizioni, dalla magistratura alla politica
Il Governo ha posto la fiducia sul decreto PA che sarà votato oggi alla Camera. Il decreto comprende gli emendamenti che regolano, limitandoli, i controlli della Corte dei conti sulle spese del Pnrr. In particolare, il Governo, nella persona del ministro per gli affari Raffaele Fitto, ha criticato il controllo concomitante della Corte sulle misure del PNRR. La scelta d’affidare ai giudici contabili la supervisione in corso d’opera era stata presa dall’ex Premier Mario Draghi su richiesta europea. “Il controllo concomitante sul Pnrr – ha detto il sottosegretario al Mef Federico Freni – è un’assoluta anomalia italiana, una sorta di cogestione che per quanto mi riguarda ha poco senso”.
COS’È IL CONTROLLO CONCOMITANTE DELLA CORTE DEI CONTI SUL PNRR
La Corte dei conti è un organismo di rilievo costituzionale, indipendente che, come sancito dall’articolo 100 della Costituzione, si occupa di esercitare “il controllo preventivo di legittimità sugli atti del governo”, il controllo “successivo sulla gestione del bilancio dello Stato” e partecipare al controllo sulla gestione finanziaria di enti come le regioni e i comuni. Quindi, in breve, la Corte dei conti si occupa di controllare come sono spesi i soldi pubblici, al fine di evitare sprechi e frodi. Il controllo concomitante è stato istituito con la legge n. 15 del 4 marzo 2009 ed è svolto da un collegio interno alla Corte. Questo controllo si concentra su progetti e investimenti finanziati dallo Stato in corso di svolgimento.
GLI EMENDAMENTI DEL GOVERNO: SCUDO ERARIALE FINO AL 2024 E RIDIMENSIONAMENTO DEL CONTROLLO CONCOMITANTE
Gli emendamenti al decreto PA puntano a escludere il Pnrr dal controllo concomitante della Corte e a estendere al 30 giugno 2024 lo “scudo erariale”, introdotto dal secondo governo Conte per limitare la responsabilità erariale dei dirigenti solo ai danni compiuti con dolo. Il governo Draghi aveva prorogato lo scudo fino al 30 giugno 2023.
LA POSIZIONE DEL GIUDICE CARLINO SU CONTROLLO CONCOMITANTE E SCUDO ERARIALE
Aspramente contrario alla proroga dello scudo è il presidente della Corte dei conti Guido Carlino posizione ribadita nel corso dell’audizione in commissione Affari Costituzionali della Camera. Posizione di chiusura da parte del prof. Carlino anche sulla stretta al controllo concomitante. “Il controllo concomitante in corso di gestione ha un valore propulsivo” e “tende ad accelerare i tempi dell’azione”.
PROCURATORE NAZIONALE ANTIMAFIA GIOVANNI MELILLO: UN RISCHIO ABOLIRE I CONTROLLI DELLA CORTE DEI CONTI SUL PNRR
Sul ridimensionamento del controllo concomitante della Corte dei conti è intervenuto anche il procuratore nazionale Antimafia Giovanni Melillo. “La rivendicazione di un primato dei poteri discrezionali della Pa è tanto più credibile se alla richiesta di arretramento dei controlli esterni si accompagna un deciso rafforzamento delle linee di controllo interne, ma non mi pare che di ciò ci sia traccia significativa – ha detto Melillo -. Bisogna impiegare al più presto le risorse del Pnrr, ma bisogna farlo bene, evitando che esse si disperdano nei mille rivoli degli abusi e della corruzione», o peggio, che finiscano nelle mani della criminalità mafiosa”.
GIUSEPPE BUSIA: L’ELIMINAZIONE DEL CONTROLLO CONCOMITANTE DELLA CORTE DEI CONTI NON VIOLA LE REGOLE EUROPEE
Più tenue il commento del presidente dell’autorità Anticorruzione Giuseppe Busia. “Tutti gli organi di garanzia sono parte essenziale dello Stato di diritto, a cui non si può rinunciare – ha detto in un’intervista a La Stampa -. Nel caso specifico il “controllo concomitante” era stato introdotto, poi tolto, poi ripreso. Non mi pare che la norma con cui il governo lo elimina violi le regole europee”.
LE CRITICHE DELL’ASSOCIAZIONE DEI MAGISTRATI DELLA CORTE DEI CONTI
I magistrati contabili si sono riuniti in un’assemblea straordinaria convocata proprio in vista dell’approvazione degli emendamenti inseriti dal governo nel dl P.A. In una nota “ribadisce la netta contrarietà alle due norme che sottraggono al controllo concomitante della Corte dei conti i progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza e prorogano l’esclusione della responsabilità amministrativa per condotte commissive gravemente colpose, tenute da soggetti sia pubblici che privati, riducendo di fatto la tutela della finanza pubblica”. A essere in gioco, secondo i giudici contabili, non sono le funzioni della magistratura “ma la tutela dei cittadini”.
PD E M5S CONTRO LIMITAZIONI DI CONTROLLI DELLA CORTE DEI CONTI SUL PNRR
“Daremo battaglia in Aula su questo provvedimento, i controlli concomitanti della Corte dei Conti servono e devono rimanere”. A dirlo è la deputata del M5s Chiara Appendino nel corso della trasmissione ‘Forrest’. “Ci sono soldi per contrastare il dissesto idrogeologico e il governo non li spende – ha detto l’ex sindaco di Torino -. È assurdo. Questo governo ha speso 1 miliardo su 33 previsti dal Pnrr per il 2023, è in un ritardo pazzesco e anziché velocizzare le procedure per mettere a terra queste risorse sposta l’attenzione sui controlli concomitanti della Corte dei conti cercando un nuovo capro espiatorio. È folle, dal Pnrr dipende il futuro del nostro Paese”. Dello stesso tenore l’intervento della capogruppo dell’Alleanza verdi e sinistra Luana Zanella. “Non vanno contrapposte le esigenze di rapidità nelle decisioni e di rigore nelle procedure”, ha detto Zanella. “È evidente che la preoccupazione di Palazzo Chigi non sia mettere subito a terra i fondi del Pnrr ma non essere disturbati e controllati su come vengono spesi i soldi degli italiani”, ha aggiunto Giuseppe Conte. “È una inaccettabile forzatura – dice il senatore del Partito democratico Antonio Misiani -. Cambia in corso d’opera delicati equilibri istituzionali e depotenzia le prerogative di verifica del Parlamento”. Gli fa eco il capogruppo Dem in commissione Lavoro, Arturo Scotto. “Il governo mette sotto tutela la Corte dei conti – dice Scotto -. Un fatto molto grave che stigmatizziamo e che ci mette in contrasto con l’Unione europea”.
I DISTINGUO NEL GRUPPO AZIONE – ITALIA VIVA: LE POSIZIONI DI PAITA E CALENDA
Se il fronte progressista è abbastanza compatto contro gli emendamenti sul controllo concomitante e sullo scudo erariale voluti dal governo, più eterogeneità c’è all’interno del gruppo Azione – Italia Viva. “Non voteremo la fiducia al decreto sulla pubblica amministrazione, non è nel novero delle possibilità. Siamo all’opposizione e ci restiamo, ma senza scontri ideologici – ha affermato Raffaella Paita, Presidente del gruppo Azione-Italia Viva in Senato -. Prendiamo il tema della semplificazione: è un tema importante e bisogna dire chiaramente che velocizzare è un valore. Velocizzare non esclude i controlli, si può essere efficienti e controllare allo stesso tempo”. Parole diverse arrivano dal leader di Azione Carlo Calenda. “L’avrei fatto io quel provvedimento” ha detto e ha definito “assurdo e ridondante” il controllo della Corte.
La posizione che ieri ho preso sulla Corte dei Conti, e che ha generato mille accuse di “collateralismo” con il governo, viene oggi, molto più autorevolmente, sostenuta anche da Cassese. Ribadisco che non rinunceremo ad essere obiettivi. pic.twitter.com/ErJBAU325N
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) June 2, 2023
SABINO CASSESE: “I CONTROLLI PREVENTIVI SONO UNA FORMA DI COGESTIONE DELLA CORTE DEI CONTI DEL PNRR”
Nei giorni scorsi il governo ha incassato il parere positivo del giurista Sabino Cassese, presidente emerito della Corte costituzionale, che dal Festival dell’Economia di Torinon ha approvato l’azione dell’esecutivo volta a “limitare il controllo preventivo della Corte dei conti“. La ragione, secondo il giurista, ha a che fare con “aspetti di merito sui controlli e di metodo sul modo in cui si è svolta questa vicenda che danno completamente ragione al governo e dimostrano che bisognerebbe che le grandi corporazioni dello Stato ripensassero al modo in cui agiscono nei confronti dello Stato di cui sono i rappresentanti”. Il Presidente emerito della Corte costituzionale ha ricordato che “i controlli non possono essere fatti a tappeto, ma devono essere fatti per campione; che non possono essere fatti sulla carta, ma devono essere fatti mediante ispezioni in profondità sulle attività da controllare; che devono essere non di processo ma di prodotto, non bisogna controllare come è stata fatta una cosa ma il risultato di quell’azione”. A questo va aggiunto, secondo il prof. Cassese, che i controlli preventivi e concomitanti si rivelano essere “una forma di cogestione, di esercizio di un potere”.
I DUBBI DEL PROF. BALESTRA SUI CONTROLLI DELLA CORTE DEI CONTI SUL PNRR
Dubbi li aveva espressi anche Luigi Balestra, ordinario in Diritto civile presso il dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna e membro laico della Corte dei Conti, di cui è stato Vicepresidente al Consiglio di presidenza fino al 2021 e Rappresentante del Parlamento nel Consiglio di Presidenza della Corte dei Conti. Il prof. Balestra si è chiesto se fosse opportuno che la Corte, che dovrebbe aiutare “l’intera pubblica amministrazione a spendere bene e velocemente i soldi pubblici”, assuma “una statuizione che rischia di creare un danno economico rilevante allo Stato-comunità (connesso alla mancata liquidazione di una intera rata del Pnrr, circa 16 miliardi)”. Da questo ragionamento deriva il dubbio/suggerimento sull’utilità di “tenere insieme, in un unico plesso magistratuale, funzioni fra loro fin troppo diverse, e ciò anche in ragione dell’atteggiamento psicologico richiesto ai rispettivi operatori”.