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In Italia l’antisemitismo è culturale. I dati del Censis

manifestazione contro antisemitismo

Il rapporto dell’Osservatorio sull’antisemitismo illustrato dal Censis in occasione dell’anniversario del 7 ottobre rivela un’Italia in cui il germe dell’antisemitismo non è ancora stato estirpato. Intanto restano 97 persone nelle mani di Hamas, tra queste 34 sono state dichiarate decedute. 

A un anno di distanza dagli attentati del 7 ottobre al Supernova Festival, nei quali i terroristi di Hamas hanno ucciso 1200 persone, tra civili e militari, e ne hanno rapite altre 251, l’Italia scopre di non aver estirpato il germe dell’antisemitismo. Addirittura, il 7% della popolazione nega l’Olocausto.

 Nel corso della manifestazione “Un anno dal Pogrom – Il dramma dei Rapiti e la nuova ondata di antisemitismo”, evento di commemorazione del 7 ottobre organizzato dalla Comunità Ebraica di Milano, sono stati illustrati i dati elaborati dal Censis e raccolti dall’Osservatorio sull’antisemitismo.

IN UN ANNO EPISODI ANTISEMITI TRIPLICATI IN ITALIA

Nel nostro paese gli episodi di intolleranza verso gli ebrei sono mediamente circa 20 ogni mese. Dallo scorso 7 ottobre ad oggi gli attacchi, verbali o fisici contro cose o persone, si sono triplicati. Tra ottobre e dicembre 2023 gli attacchi sono stati 135. Un dato inquietante è che la sottostima del fenomeno è interiorizzato anche da chi l’antisemitismo lo subisce: il 79% delle vittime di episodi antisemiti non ha denunciato l’accaduto.

IL 7% DEGLI ITALIANI NEGA L’OLOCAUSTO E LA METÀ DELLA POPOLAZIONE NON SA CHE IL NEGAZIONISMO È UN REATO

L’antisemitismo in Italia si rivela molto radicato nel 15% della popolazione. I numeri sono sconfortanti: il 13% ritiene non importante “che le nuove generazioni conservino nella memoria la tragedia della Shoah”, il 7% nega l’Olocausto, tuttavia meno della metà degli italiani sa che il negazionismo è un reato, il 9% afferma che si sentirebbe a disagio a lavorare con un ebreo (l’11% si sentirebbe “un po’” a disagio), il 10% non vorrebbe mai che sua/o figlia/o avesse una storia d’amore con un/una ebreo/a e il 16% ne sarebbe infastidito.

IN ITALIA SOLO 25MILA PERSONE DI FEDE E TRADIZIONI EBRAICHE

Eppure, nel nostro paese la comunità di religione ebraica, oltre ad essere storicamente radicata, non è molto numerosa. Ammonta a circa 25.000 persone ma solo un italiano su 10 è in grado di stimarne il numero, 3,5 italiani su 10 tendono a sovrastimarli (il 10% addirittura intorno al milione), i restanti 5,5 italiani su dieci dicono di non saperne il numero.

IN ITALIA UN SIGNIFICATIVO ANTISEMITISMO CULTURALE

“Permane in Italia un significativo antisemitismo culturale – ha detto il ricercatore del Censis Giulio De Rita -, in un mix di pregiudizi e invidie per un presunto potere economico politico e mediatico”. La comunità ebraica patisce ancora di pregiudizi storici: il 28% degli italiani non considera le persone di fede ebraica pienamente integrate nella società italiana, il 27% sovrastima l’influenza della comunità ebraica nel Paes e il 27% pensa che si sentano superiori agli altri.

NELLE MANI DI HAMAS ANCORA 97 PERSONE, DI CUI 34 DICHIARATE MORTE

Questi dati arrivano a un anno di distanza degli attentati del 7 ottobre. Se i morti sono stati 1200, gli ostaggi ancora nelle mani di Hamas e dei suoi alleati di Jihad Islamico Palestinese, gruppo militare sunnita, sono 97. “Israele – ha detto il premier Benjamin Netanyahu nel corso del suo discorso all’Assemblea generale dell’Onu il 27 settembre – ne ha portati a casa 154 di cui 117 vivi”. Tuttavia, non si sa molto delle 97 persone ancora nelle mani di Hamas.  Secondo il Times of Israel, che cita fonti dell’Idf, dei 97 ostaggi ben 34 sono dichiarati morti.

Una furia cieca quella di Hamas, che si è abbattuta in maniera indiscriminata sui partecipanti del festival di musica tecno. Come scrive Reuters circa la metà degli ostaggi non ha la cittadinanza israeliana oppure è in possesso di un doppio passaporto. Tra di loro ci sono 54 thailandesi, 15 argentini, 12 tedeschi, 12 americani, 6 francesi, 6 russi, 2 filippini, 2 tanzaniani, 1 cinese e 1 singalese.

LE OPERAZIONI PER RIPORTARE A CASA GLI OSTAGGI

Nel corso di questo anno Israele ha condotto diverse operazioni per provare a riportare a casa gli ostaggi. Le operazioni Golden Hand, Seed Summer, provano a riportare a casa gli ostaggi, anche attraverso trattative con Hamas. Uno stillicidio che ha agitato la popolazione israeliana tanto da scendere in piazza il 1° settembre e paralizzare il Paese. Una difficolta colta al balzo da Hamas che si è affrettata ad annunciare che i suoi miliziani avrebbero ucciso qualunque ostaggio che l’Idf avrebbe provato a liberare con operazioni militari.

Leggi anche: 7 ottobre: come il mondo ha ricordato le vittime israeliane degli attacchi di Hamas 

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