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ISCRO, la prima Cig per le partite Iva nella storia italiana

Occupazione Femminile

L’annuncio della ministra Catalfo al termine di un incontro con i sindacati e le principali organizzazioni di rappresentanza: in arrivo ISCRO ed esonero dai contributi previdenziali per i lavoratori autonomi e i professionisti, ordinisti e non. Le misure saranno inserite nella Legge di Bilancio 2021

La ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Nunzia Catalfo, aveva annunciato che nella Legge di Bilancio 2021 ci sarebbero stati interventi a favore dei lavoratori autonomi e dei liberi professionisti: “un ammortizzatore sociale che va nella direzione indicata dalla commissione di esperti da me nominata per arrivare ad una riforma del sistema e lo stanziamento di un miliardo di euro che nel 2021 esonererà in tutto o in parte dal pagamento dei contributi previdenziali i lavoratori autonomi e i professionisti, ordinisti e non, più colpiti dalla pandemia”.

L’AMMORTIZZATORE SOCIALE

L’ammortizzatore sociale immaginato per autonomi e liberi professionisti è l’Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale ed Operativa (ISCRO), la prima Cig per le partite Iva istituita in Italia. Come riporta Repubblica, consiste in un ammortizzatore “in forma di assegno tra 250 e 800 euro al mese per sei mesi erogato da Inps ai professionisti con reddito dell’anno precedente almeno dimezzato rispetto alla media degli ultimi tre e non superiore a 8.145 euro. Nel 2021 ne usufruiranno 41 mila lavoratori autonomi, secondo i calcoli della Ragioneria. Una rivoluzione, prima che nei numeri, anche culturale”.

I DESTINATARI

L’importo dell’ISCRO non può superare i 6.516 euro. I destinatari saranno professionisti lavoratori autonomi iscritti da almeno tre anni alla gestione separata Inps non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie. Repubblica fa notare che “al momento gli iscritti alle Casse private – come ingegneri, avvocati, architetti – sono fuori” e ISCRO “andrà solo alle partite Iva iscritte alla gestione separata Inps in difficoltà”, ma il progetto mira a coinvolgere tutte e due le categorie: 1,4 milioni di lavoratori di cui 328 mila iscritti all’Inps.

L’IDEATORE DEL PROGETTO

ISCRO è un progetto nato nei saloni del Cnel per volontà del presidente Tiziano Treu, che circa un anno fa ha creato la Consulta del lavoro autonomo, con l’intento di riunire allo stesso tavolo tutte le associazioni degli indipendenti. “Il 28 luglio abbiamo approvato un disegno di legge istitutivo di ISCRO”, ha raccontato il suo ideatore, Gaetano Stella, presidente di Confprofessioni. “Molte delle nostre idee sono state votate dal Parlamento”.

IL CONTRIBUTO DEL PD

ISCRO è stata inserita nella Legge di Bilancio con l’appoggio anche dell’opposizione. Repubblica ha spiegato che l’emendamento è stato sostenuto con forza dalla deputata Pd Chiara Gribaudo, già coautrice del Jobs Act degli autonomi nel 2017. “Finalmente arriva un sostegno per le partite Iva con cali involontari del reddito”, ha dichiarato Gribaudo. “Una misura che apre la strada anche all’indennità per i professionisti ordinistici”.

LA DURATA DI ISCRO

ISCRO è un progetto sperimentale nel solo triennio 2021-23. Secondo i dati riportati da Repubblica, sono stati stanziati 128,7 milioni, di cui 70 nel 2021. Tuttavia, fa notare il quotidiano, “molti di questi soldi rientreranno”. Il motivo è che ISCRO “si alimenta dalla contribuzione per il welfare delle stesse partite Iva alla gestione separata Inps”. L’aliquota dunque sale nel 2021 dallo 0,74 all’1% e nel 2022-23 dall’1 all’1,25%. “Per un reddito di 20 mila euro netti annui si tratta di appena 28 centesimi in più al giorno”, ha spiegato Gribaudo.

LE CRITICHE

Emiliana Alessandrucci, presidente del Coordinamento Libere Associazioni Professionali (CoLAP) ha commentato criticando l’iniziativa: “ISCRO è più un incentivo alla chiusura dell’attività che uno stimolo a ripartire: mi domando infatti se a un professionista che si alza tutti i giorni per guadagnare 450 euro al mese e ricevere un supporto una volta ogni cinque anni non converrebbe invece chiudere la partita Iva e chiedere il reddito di cittadinanza”.

LE ALTRE LIMITAZIONI

Ci sono altri aspetti che sono da tenere in considerazione, come il fatto che ISCRO si potrà incassare una volta sola nel triennio di sperimentazione e che è incompatibile sia con la pensione che con il reddito di cittadinanza. Non solo, è anche previsto un percorso di aggiornamento professionale, monitorato dall’Anpal, l’Agenzia per le politiche attive.

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