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L’Italia è formalmente un paese “nemico” della Russia: cosa significa

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Come procede la guerra delle sanzioni tra Russia e Occidente e cosa ha fatto Londra contro Mosca 

La Russia – mediante decreto presidenziale in vigore dall’8 Agosto 2023 – sospende gli accordi fiscali in tema di “doppia imposizione” nei confronti di 38 Paesi considerati nemici, tra i quali c’è anche l’Italia.

A darne notizia è l’agenzia Ria Novosti, che spiega come il presidente russo abbia firmato un decreto in cui si legge:

“Sulla base della necessità di adottare misure urgenti in relazione alla commissione di azioni ostili da parte di un certo numero di stati stranieri contro la Federazione Russa, i suoi cittadini e le persone giuridiche, si sospendono le disposizioni dei trattati internazionali della Federazione Russa”, in materia fiscale.

COSA SIGNIFICA ESSERE PAESE NEMICO DELLA RUSSIA

Conseguentemente, la validità dei documenti (convenzioni e trattati) elencati nel decreto viene sospesa “fino a quando gli stati stranieri non eliminano le violazioni che hanno commesso dei legittimi interessi economici e di altro tipo della Federazione Russa, dei diritti dei suoi cittadini e delle persone giuridiche”, o fino a quando detti documenti cesseranno di essere validi (per loro stabilita scadenza, o per altra causa.

Nella scure delle nuove disposizioni emanate dal Cremlino sono finite le principali norme delle convenzioni che regolano la tassazione dei beni mobili e immobili, dividendi, interessi, redditi da servizi e diritti d’autore, compensi e redditi da lavoro dipendente, nonché la tassazione del capitale, congelando le parti delle intese che, fino ad oggi, hanno consentito incentivi fiscali e norme non discriminatorie per evitare che i contribuenti dei Paesi firmatari degli accordi paghino tasse più alte di quelle locali.

Tali accordi tutelano le attività di persone fisiche e giuridiche che – installate in un Paese – si trovino ad agire nell’altro Paese firmatario dell’accordo: ad esempio, i redditi prodotti da soggetti italiani in Russia (e viceversa) o gli utili delle aziende nazionali operanti nella Federazione, non erano fino a ieri l’altro soggetti ad una duplice imposizione, tanto da parte di Roma, quanto da parte di Mosca.

COME SOPRAVVIVE LA RUSSIA ALLE SANZIONI?

Evidente l’interesse di Mosca ad ottenere ulteriori entrate, in questo caso da parte di soggetti che fino all’8 Agosto potevano assolvere all’obbligo impositivo unicamente nel Paese “altro” rispetto alla Russia.

Altra motivazione incentivante l’adozione della misura restrittiva viene individuata nella stringente necessità, per lo Stato russo, di fermare gli effetti di una fuga di capitali che da febbraio 2022 a oggi ha assunto dimensioni ciclopiche: secondo il Moscow Times, dall’invasione dell’Ucraina (24.02.2022) a oggi 253 miliardi di dollari sarebbero usciti dalla Russia sotto forma di ritiro di depositi bancari, disinvestimenti, svalutazione di asset causa loro precipitosa liquidazione.

Nello specifico, secondo le parole del viceministro delle finanze Alexei Sazonov – riportate da Interfax“sono alcune disposizioni degli accordi piuttosto che gli accordi stessi che saranno sospese. Pertanto, le disposizioni per evitare la doppia imposizione nei confronti delle persone fisiche rimarranno in vigore”; la sospensione riguarderebbe, pertanto, le disposizioni che prevedono aliquote fiscali inferiori su interessi, dividendi e royalties.

Allo stesso tempo, il governo russo è incaricato da Vladimir Putin di adottare misure per ridurre l’impatto sull’economia della Federazione Russa delle conseguenze della sospensione dei suddetti trattati fiscali, redigendo un disegno di legge da presentare quanto prima al Parlamento (Duma).

Ancora, il ministero degli Esteri russo è incaricato di notificare la decisione agli Stati esteri interessati.

TUTTI GLI ACCORDI DI PUTIN CONTRO LA DOPPIA TASSAZIONE

La Russia ha sottoscritto accordi per evitare la doppia imposizione fiscale – vale a dire per consentire ai contribuenti di non pagare due volte le tasse sullo stesso reddito quando lavorano all’estero – con 78 Paesi.

Su 49 Paesi classificati come ostili dal Cremlino, la Russia ha sottoscritto accordi contro la doppia tassazione con 38 di essi: Usa, Polonia, Corea del Sud, Bulgaria, Svezia, Lussemburgo, Romania, Gran Bretagna, Ungheria, Irlanda, Slovacchia, Albania, Belgio, Slovenia, Croazia, Canada, Montenegro, Svizzera, Repubblica Ceca, Danimarca, Norvegia, Italia, Finlandia, Germania, Francia, Macedonia, Cipro, Spagna, Lituania, Islanda, Austria, Portogallo, Grecia, Nuova Zelanda, Australia, Singapore, Malta e Giappone.

Ora tutti questi accordi verranno meno, e l’unico Paese del campo occidentale a mantenere accordi di questo tipo con Mosca rimarrà la Turchia che – pur essendo nella Nato – non è mai stata inclusa nella lista delle nazioni ostili.

Alcuni media riportano che Malta e Giappone sarebbero altresì stati esclusi dagli effetti del decreto, mentre altri riportano anche tali Stati tra i colpiti dalle sospensioni: al riguardo, non mi è stato possibile accertare quale delle due informative risulti corretta.

LE NUOVE SANZIONI DI LONDRA A MOSCA

Intanto, la Gran Bretagna ha introdotto nuove sanzioni economiche contro la Russia per limitare l’accesso di Mosca a forniture militari dall’estero, in particolare di droni e componenti di microelettronica: sono state colpite 25 persone ed entità basate fuori dalla Russia (due in Turchia, che esportavano componenti di microelettronica alla Russia, una a Dubai, per i droni, e le componenti di droni, e uno slovacco coinvolto in un tentativo di accordo nel settore della difesa fra Corea del Nord e Russia).

Tre compagnie russe che operano nel settore dell’elettronica sono state sanzionate per il loro ruolo nel procurare componenti.

(Pubblicato sul blog Elezioni e sistemi elettorali nel mondo)

 

– Leggi anche: Russia, perché il patriarca polacco sta con Kirill e Mosca?

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