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Ius Italiae

Ius Italiae, Tajani spaventa la maggioranza e apre ai voti del Pd. La proposta di FI

La maggioranza si spacca sul cosiddetto “ius Italiae”, Tajani apre al Pd per far passare la legge

Il tema della cittadinanza continua a infuocare il dibattito politico in Italia. Dopo il referendum e il fallimento delle proposte giunte da sinistra, i contrasti sul tema erano diventati appannaggio dei politici di segno opposto già nel day-after del voto.

Ma adesso Forza Italia sembra voler tirare dritto, al punto di minacciare la tenuta della maggioranza. Dopo aver depositato la sua proposta di legge sulla cittadinanza, il partito di Tajani, per bocca del portavoce Raffaele Nevi, annuncia infatti: “Se passa, passa con chi la vota. Noi la votiamo”.

Un messaggio per gli alleati di governo, che si oppongono strenuamente alla proposta, ma anche e soprattutto per le forze di opposizione, che potrebbero sfruttare l’assist e dimostrare come il fronte unitario che sostiene l’esecutivo non sia poi tanto compatto.

CHE COS’È LO IUS ITALIAE

Al centro della discussione c’è lo “ius Italiae”, formula coniata dai deputati azzurri per indicare una proposta di legge che combina elementi dello Ius Sanguinis, rafforzando il riconoscimento per discendenza tramite procedure semplificate per chi ha almeno un genitore italiano; lo Ius Scholae, con l’applicazione del criterio dei 10 anni di scuola; e lo Iure Domicilii, attraverso disposizioni di coordinamento con l’attuale normativa sulla residenza.

L’obiettivo è offrire un quadro organico che integri criteri di sangue, scuola e residenza.

IL PD VOTERÀ VOTERÀ PER LO IUS ITALIAE?

Secondo il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, la proposta FI pone un requisito “più restrittivo” rispetto a quello del Pd: “10 anni di scuola con profitto”, spiegando che si tratta di un percorso impegnativo, volto a garantire un’ingresso “serio” nella cittadinanza.

Tajani ha sottolineato la differenza rispetto alla legge attuale, che consente – di fatto – la cittadinanza dopo dieci anni di residenza, ma ha ribadito la contrarietà al modello “lassista” basato su un quinquennio di frequenza scolastica, come ipotizzato in passato.

L’APERTURA DEL PARTITO DEMOCRATICO

Il Pd, pur giudicando il testo FI “molto parziale” rispetto alla propria legge organica sullo ius soli, non esclude un confronto in Parlamento. Ouidad Bakkali, prima firmataria della proposta dem, sollecita la calendarizzazione del provvedimento e un “dibattito serio”, senza giochi politici nella maggiornaza “sulla pelle di bambini e ragazzi”. Piefrancesco Majorino, responsabile dem per l’immigrazione, sottolinea l’importanza di modificare una normativa definita “ingiusta” verso chi è cresciuto in Italia.

L’ENTUSIASMO DEI 5 STELLE

Anche il Movimento 5 Stelle plaude all’apertura di FI. Giuseppe Conte invita a non rimandare: “Potremmo anche rinunciare a un po’ di ferie. Facciamolo subito”, spingendo per portare la legge in aula già alla ripresa dei lavori parlamentari.

LE CRITICHE DELLA LEGA

Forte opposizione arriva dalla Lega, con il capogruppo in commissione Cultura, Rossano Sasso, che definisce “tecnicamente sbagliata e irricevibile” la proposta dello ius scholae. Secondo i leghisti, molti minori, anche dopo anni di scuola, non padroneggiano la lingua italiana, rendendo “inutile” e “controproducente” il riconoscimento automatico. La vicesegretaria Silvia Sardone parla invece di “boutade” e invita la maggioranza a riflettere sul risultato del referendum tenutosi sulla materia.

FDI: LEGGE SULLA CITTADINANZA ADEGUATA, APERTURE DI FI NON CREANO CONFLITTO

Sara Kelany, responsabile immigrazione di Fratelli d’Italia, prova ad abbassare i toni e dichiara all’ANSA che l’attuale legge sulla cittadinanza è in linea con l’esito dei referendum e risponde già alle esigenze dei cittadini. Pur non rientrando tra le priorità del programma di FdI, le aperture di Forza Italia non vengono considerate un problema, ma un’opportunità di confronto con gli alleati di governo.

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