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Ius soli e Decreto Lorenzin. Cosa farà la maggioranza M5S-Pd?

politica

Ieri il governo giallorosso ha incassato la fiducia anche al Senato. Troveranno posto nell’agenda politica la legge sullo ius soli e la riforma del decreto Lorenzin?

Dopo aver ricevuto la fiducia prima alla Camera poi al Senato, il governo Conte 2 è pronto a mettersi a lavoro. Il nuovo esecutivo targato M5s, Pd e Leu ha presentato un programma in cui non si menzionano né ius soli né Decreto Lorenzin. Ma i due temi, care alla maggioranza di governo piddina, potrebbero trovare posto nell’azione dell’esecutivo nel medio-lungo periodo. Ecco dove eravamo rimasti.

COSA DICEVA CONTE SULLO IUS SOLI

Interrogato sul tema dello Ius Soli a fine marzo Giuseppe Conte —alla prima prova da premier del governo gialloverde — si esprimeva così:”Non è nel contratto di governo, ma auspico che si avvii nel Paese, nelle sedi opportune, una riflessione serena” sull’argomento. “Si può valutare la nascita sul territorio italiano che sia però collegata ad un percorso di integrazione serio”, che preveda “la conoscenza della nostra cultura” e la condivisione di “valori comuni”. Alle parole di Conte replicava poco dopo Luigi Di Maio, leader del M5S e all’epoca vicepremier: “Non è in agenda, Conte ha espresso una sua sensibilità”.

IN COSA CONSISTE

Con legge sullo ius soli si intende la proposta di riforma della legge sulla cittadinanza, la 91 del 1992. Trasmessa ma poi non approvata da Palazzo Madama a ottobre 2015, la proposta scaturita dall’unificazione di 25 proposte di legge, prevede, fatte salve alcune condizioni, il conferimento della cittadinanza italiana a chi è nato nel nostro paese e a chi lo ha raggiunto in tenera età. Scontato dunque che non fosse nell’agenda del governo targato M5s-Lega, quest’ultima da sempre contraria al provvedimento. Tanto che a dicembre 2017 il leader del Carroccio Matteo Salvini dichiarava: “Lo Ius Soli non è legge ed è merito nostro”.

DOVE ERAVAMO RIMASTI

Come ricorda Public Policy, all’epoca il Pd e gli altri alleati di Governo votavano favorevolmente mentre il Movimento 5 stelle, dichiarando che la cittadinanza si sarebbe dovuta regolare in maniera univoca in tutti i Paesi Ue, si era astenuto.

ASSENTE NEL PROGRAMMA M5S-PD

Come si comporterà ora il M5S spartendo con il Pd la maggioranza di governo? Innanzitutto, sul tema dei diritti civili nella bozza programmatica di governo lo Ius Soli non è menzionato. Al punto 4 si legge soltanto: “Occorre promuovere una più efficace protezione dei diritti della persona e rimuovere tutte le forme di diseguaglianze (sociali, territoriali, di genere), che impediscono il pieno sviluppo della persona e il suo partecipe coinvolgimento nella vita politica, sociale, economica e culturale del Paese.” Nessun accenno a una riforma della legge sulla cittadinanza. Staremo a vedere dunque se il governo Conte 2 riprenderà in mano la materia.

IL DECRETO LORENZIN

Passiamo ora a un altro tema che ha visto finora contrapposti i neo-alleati di governo: l’obbligo vaccinale. Mentre durante l’esecutivo firmato Pd con il decreto Lorenzin è stato potenziato l’obbligo, il M5S non ha mai avuto una posizione univoca e la proposta dell’obbligo flessibile durante il governo gialloverde lo testimonia. Adesso il testimone della Sanità è passato a Roberto Speranza (Leu), nominato ministro della Salute. Ma non va dimenticato che nella scorsa legislatura ci fu chi votò contro l’obbligatorietà dei vaccini nel gruppo Leu.

La riforma sui vaccini della ministra Beatrice Lorenzin approvata in via definitiva a luglio 2017, e tutt’ora in vigore, che prevede dieci vaccini obbligatori per l’iscrizione a scuola da 0 a 16 anni.

Se non in regola con le vaccinazioni i bambini da 0 a 6 anni non possono frequentare asili nido e scuole dell’infanzia mentre per le famiglie degli alunni sono previste sanzioni pecuniarie da 100 a 500 euro.

È previsto inoltre l’obbligo di vaccinazione anche per i minori stranieri non accompagnati.

LA PROROGA DELLA MINISTRO GRILLO

Tuttavia, la legge n. 108/18 ha esteso all’a.s. 2018/2019 le disposizioni transitorie previste dall’articolo 5, comma 1, del decreto legge n. 73/17 (convertito con modifiche in legge 119/17). L’obiettivo era consentire anche per il corrente anno scolastico la possibilità di autocertificare l’avvenuta vaccinazione e la presentazione della documentazione entro il 10 marzo 2019.

Sinora infatti i bambini sono stati accolti in classe anche solo con un’autocertificazione grazie alla proroga disposta dalla ministra Giulia Grillo all’inizio di questo anno scolastico.

SETTEMBRE, INIZIA LA SCUOLA E SCATTA L’OBBLIGO VACCINI

La prossima settimana inizia un nuovo anno scolastico, la proroga dell’ex ministro Grillo è scaduta e quest’anno scolastico 2019/20 sarà quindi il primo che vede l’avvenuta messa a regime della norma Lorenzin. A meno che il governo M5s-Pd non decida di intervenire sulla materia.

IN VIGORE L’ANAGRAFE VACCINALE

Nel frattempo, inalterata la disciplina vigente sugli obblighi vaccinali, la maggior parte delle famiglie italiane (oltre il 90%) non ha dovuto presentare alla scuola alcuna documentazione in relazione alle vaccinazioni eseguite dai loro bambini. Tutto ciò grazie all’entrata in vigore prima dell’estate dell’anagrafe vaccinale unica e informatizzata che consente la diretta interazione degli uffici scolastici con l’anagrafe stessa. 

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