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La Lega come FdI nel 2013: perché Salvini sceglie lo slogan “Senza paura”

Dallo slogan di Fratelli d’Italia del 2013 alla recente adozione da parte della Lega durante il raduno di Pontida, il motto “Senza paura” torna protagonista della comunicazione politica del centrodestra

L’edizione annuale del raduno di Pontida si è aperta quest’anno sotto il vessillo degli impavidi, con quell’appello, “Senza paura”,  che lega il Carroccio alle battaglie cruciali per il partito secondo il segretario Salvini: i temi della sicurezza, il rifiuto di un esercito europeo, l’opposizione al coinvolgimento diretto dell’Italia nel conflitto in Ucraina, la difesa dei valori tradizionali.

Peccato che si trattasse di uno slogan già utilizzato da Fratelli d’Italia, e non in un’occasione qualsiasi: Giorgia Meloni lo scelse per lanciare la propria avventura politica autonoma.

IL DEBUTTO DI FDI ALLE POLITICHE DEL 2013

È il 2013, in Italia ci sono le politiche. In vista del voto Giorgia Meloni, insieme a Guido Crosetto e Ignazio La Russa, decidono di uscire dall’orbita del Popolo della Libertà e dare vita a una nuova forza politica che raccolga l’eredità di Alleanza Nazionale.

Un progetto ambizioso, che mira a far uscire la destra italiana dalla marginalità in cui si trovava all’interno dell’asse berlusconiano e che, col senno di poi, si rivelerà vincente.

“SENZA PAURA”: IL PRIMO SLOGAN ELETTORALE DI GIORGIA MELONI

Ma nel 2013 le riserve sono tante: la classe dirigente è tutta da costruire e le certezze elettorali sono fragilissime. Le soglie, i bonus maggioritari e la competizione all’interno del centro-destra rendono difficile ottenere seggi significativi se non aggregandosi in coalizione con forze più grandi.

Ciò aumenta il rischio che FdI venga “schiacciata” o confinata a pochi seggi. Per questo la giovane leader di ora e di allora, conferma anche per le politiche lo slogan “Senza paura” – scelto inizialmente per le primarie del centrodestra, mai svoltesi – che ancora la propria campagna elettorale all’obiettivo di sfidare i rapporti di forza nel centrodestra e, nel quadro europeo, di contestare le linee guida dell’Ue, dopo gli anni di austerity.

La prima prova alle urne conferma la fragilità – FdI raccoglie il 1,9% di consensi, con risultati limitati in termini di seggi – ma il partito di Meloni riesce a trovare la via del Parlamento, dando avvio a quel processo che la porterà a costituire una struttura e un elettorato stabili, per lanciare la scalata alla testa della coalizione di centrodestra.

Fonte immagine: www.archivispotpolitici.it

SALVINI COPIA MELONI?

Pochi giorni fa, il raduno di Pontida, e prima ancora l’annuncio dello slogan di quest’anno: “Senza paura”, proprio come Fdi alle politiche del 2013. Spia di un humus politico comune, certo, ma anche di una sovrapposizione elettorale che da sempre, in maniera più o meno celata, vede il Carroccio e la Fiamma in competizione per il monopolio simbolico su temi come coraggio, sovranità e identità.

DALLA TROIKA AL “WOKE”

Nelle mani della Lega salviniana, lo slogan si colloca in un quadro più ampio. La componente euro-critica appartiene anche alla Lega, ma oggi è riferita alla gestione della politica internazionale da parte di Bruxelles, più che alle dinamiche interne all’Unione.

Spesso nella narrazione leghista degli ultimi anni, il frame è stato quello dell’assedio ai valori tradizionali da cui difendersi.

Un appello rivolto a una comunità di riferimento, di ispirazione patriottica, che mette in discussione le istituzioni sovranazionali contro generici pericoli esterni. Ciò che un tempo erano la troika di Bruxelles o l’invasione di migranti, oggi viene sostituito dalla teorizzazione del clima d’odio alimentato dalla sinistra, su cui s’innestano la difesa dei valori tradizionali dall’ideologia woke e gli appelli alla pace contro chi vede in Mosca un nemico.

“LIBERI E FORTI”: L’APPELLO DI STURZO PER ATTRARRE I CATTOLICI

Del resto anche l’altro motto di questa edizione, “Liberi e forti”, è frutto di un’appropriazione simbolica: nel ’19 Sturzo lo utilizzò per la fondazione del Partito Popolare Italiano, e ora il Carroccio prova a riciclarlo per attrarre l’elettorato cattolico.

LA NUOVA FRONTIERA: L’EREDITÀ DI KIRK

Non a caso il partito di Salvini e Vannacci oggi rivendica l’eredità politica di Charlie Kirk, noto per le sue posizioni antiabortiste e megafono del Cristianesimo intransigente: “dobbiamo essere suoi eredi nei palazzetti dello sport, nelle scuole, nelle strade e nelle piazze”, proclama il Generale dal palco di Pontida.

Il Carroccio punta così ad appropriarsi dei temi sovranisti mutuati dall’area Maga e trumpiana e declinarli in chiave religiosa: un filone che Meloni attualmente non può coprire per responsabilità istituzionale, e che invece la nuova Lega a trazione anti-woke vuole cavalcare.

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