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La mani di Elon Musk sull’Europa. Smentito l’accordo tra Italia e Starlink

Meloni Musk

L’accordo tra l’Italia e Starlink. La smentita di Palazzo Chigi e l’interesse di Elon Musk per la politica europea: cosa c’è sulle prime pagine dei quotidiani italiani 

Una smentita è una notizia data due volte. L’adagio, attribuito sia al giornalista e scrittore Mario Missiroli che a Giulio Andreotti, bene si adatta alla “non notizia”, o meglio, alla notizia smentita di una trattativa, in fase avanzata, tra SpaceX di Elon Musk e il nostro paese. Addirittura, ‘Bloomberg’ dà le cifre: 1,5 miliardi di euro per la fornitura di servizi di telecomunicazioni sicure al governo italiano per cinque anni. Sull’accordo ci sarebbe già la firma dei servizi di intelligence e del ministero della Difesa italiano.

LA SMENTITA DI PALAZZO CHIGI: NESSUN ACCORDO TRA ITALIA E STARLINK

Da Palazzo Chigi si sono affrettati a smentire l’indiscrezione. “Non è una smentita, piuttosto una frenata, ma neanche troppo tempestiva, quando ormai alla premier Giorgia Meloni era chiaro che il caso avrebbe portato con sé ricadute pesanti, in termini sia di sicurezza sia economici sia politici – scrive Gabriella Cerami su La Repubblica -. Ieri mattina, quando già erano trascorse diverse ore dalla pubblicazione della notizia, la presidenza del Consiglio in una nota ha precisato che «non sono stati firmati contratti» né «sono stati conclusi accordi» tra il governo italiano e SpaceX, società di Elon Musk, per l’utilizzo del sistema di comunicazione tramite i seimila satelliti Starlink, che si trovano in orbita e permettono di collegarsi a internet ad alta velocità da qualsiasi punto del mondo in cui il servizio è aperto”. Dell’intesa la Premier Meloni ne avrebbe discusso “con il presidente eletto, ma non ancora in carica, Donald Trump durante l’incontro a Mar-a-Lago, al quale era presente lo stesso Musk” e riguarderebbe “un sistema criptato di massimo livello per le reti telefoniche e i servizi internet del governo, le comunicazioni militari nell’area del Mediterraneo e i servizi satellitari direct-to-cell, utilizzabili per le emergenze”.

VON DER LEYEN: “TELEFONATA DI MELONI PRIMA DEL VIAGGIO NEGLI USA”

La notizia diffusa da Bloomberg ha avuto ricadute anche in sede europea. “Ieri, a Bruxelles la Commissione europea ha reso noto, tra l’altro, che «Giorgia Meloni, prima di recarsi da Trump negli Usa aveva telefonato alla presidente Ursula von der Leyen» – scrive Fabrizio Caccia sul Corriere della Sera -. In merito, poi, a un possibile contratto tra SpaceX e governo italiano la posizione Ue è chiara: «L’Italia è uno Stato sovrano, se riceveremo informazioni dalle autorità italiane le analizzeremo»”. Tra l’altro, la vicinanza tra Italia e Musk “è vista come una minaccia ai progetti avviati per garantire la sicurezza della connettività e delle comunicazioni strategiche in Europa”, scrive Marco Bresolin su La Stampa. “Lo scorso 16 dicembre la Commissione ha firmato il contratto con il consorzio SpaceRise per realizzare Iris², vale a dire «l’infrastruttura per la resilienza, l’interconnettività e la sicurezza via satellite». Porterà in orbita 290 satelliti per offrire un servizio di connettività sicura ai governi che servirà per esempio a gestire le frontiere e le situazioni di crisi, ma anche per assicurare la banda larga ad alta velocità alle imprese e ai cittadini – continua Bresolin -. Per la concessione – che avrà una durata di 12 anni – sono stati stanziati 10,6 miliardi di euro. Ma 4,1 miliardi sono a carico delle aziende private che partecipano al programma, 500 milioni li versa l’Agenzia spaziale europea e 6 miliardi provengono dal bilancio dell’Ue che è finanziato con i contributi di tutti i 27 Stati membri. Il che vuol dire che il costo per le casse dello Stato italiano è di circa 750 milioni di euro, vale a dire la metà di quanto Roma verserebbe a Musk per usare i suoi satelliti durante i prossimi cinque anni”. Il nostro paese avrebbe “un ruolo chiave in Iris perché tra le imprese coinvolte c’è Telespazio, controllata da Leonardo, e soprattutto perché il Centro spaziale del Fucino (vicino L’Aquila) sarà il principale centro di controllo del programma satellitare”.

L’INTERESSE DI MUSK PER L’EUROPA E IL REGNO UNITO

Il prossimo capo del Dipartimento per l’efficienza del governo pare avere messo l’Europa nel suo mirino. “Sono almeno 6 mesi che l’imprenditore interviene a tutto spiano negli affari interni della Gran Bretagna, verso la quale sembra aver sviluppato un’autentica ossessione – scrive Luigi Ippolito sul Corriere della Sera . Finora il governo di Londra aveva provato a lasciar correre, ma ieri Starmer non è riuscito più a trattenersi: «È stato passato il segno», ha detto il premier emozionato, per poi accusare — pur senza nominare direttamente Musk — «quelli che diffondono menzogne e disinformazione». La reazione è scattata anche perché Musk ha rovesciato un torrente di insulti su Jess Phillips, la ministra per la Tutela delle donne, definita una «strega malvagia» e una «apologeta dello stupro genocida»: Phillips è una delle più fiere paladine delle donne in Gran Bretagna ed è da anni sotto protezione perché oggetto di costanti minacce di morte e stupro”. Musk è arrivato a pubblicare un sondaggio, sul suo profilo X, nel quale si chiede “se non sia il caso che l’America invada la Gran Bretagna per «liberarla dal suo governo tirannico»”.

IN GERMANIA MUSK FA IL TIFO PER WEIDEL

Ma non è solo il Regno Unito vittima delle attenzioni speciali del patron di Tesla. Dopo il discorso di Capodanno del cancelliere uscente Olaf Scholz è arrivato l’endorsement di Musk a Alice Weidel, leader dell’AfD. “Musk – scrive il direttore del Foglio Claudio Cerasa – che negli ultimi giorni ha scelto di entrare a gamba tesa nella politica europea con fendenti rivolti contro il Primo ministro inglese, Keir Stormer, e la commissione europea, guidata da Ursula von der Leyen, il 20 dicembre ha pubblicato un post su X in cui ha elogiato la Weidel. Poi ha pubblicato sulla rivista Welt am Sonntag un editoriale in cui definisce il partito di Weidel “l’unico in grado di salvare la Germania”. E infine, pochi giorni fa, ha annunciato di essere pronto a organizzare una diretta su X con la stessa Weidel, lo farà il 9 gennaio, per aiutarla a costruire un consenso maggiore rispetto a quello di oggi in vista delle elezioni tedesche”. Un’ingerenza che ha portato il cancelliere Scholz a etichettare Musk come “invadente e pretenzioso” e indotto Friedrich Merz, candidato dei popolari alle prossime elezion, a prenderne le distanze. Scrive Cerasa: “Non ricordo nella storia delle democrazie occidentali – ha detto Merz – che si sia verificato un caso simile di ingerenza nella campagna elettorale di un paese amico”. Merz è il primo politico della destra europea, forse mondiale, a scagliarsi contro il progetto di Musk di alimentare nel mondo un’internazionale complottista, una Decima Musk, se così la si può definire, e il tema inquadrato da Merz è utile da mettere a fuoco perché si permette di affrontare un tema più generale che va ben al di là dell’esito delle elezioni tedesche”, il tema “dei nuovi complottisti globali”.

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