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La premier Meloni parlerà con Santanché. Dimissioni in vista?

La ministra del Turismo rinviata a giudizio a Milano per il caso Visibilia, Giorgia Meloni aveva detto che dopo le decisioni della magistratura avrebbe parlato con la Santanché. Le opposizioni chiedono le dimissioni
La ministra del Turismo, Daniela Santanchè, è stata rinviata a giudizio. Dovrà affrontare un processo penale per presunte irregolarità nei bilanci del gruppo Visibilia. Il gup di Milano, Anna Magelli, ha accolto la richiesta dei pm Luigi Luzi e Marina Gravina e disposto il rinvio a giudizio per la senatrice di FdI (fondatrice, presidente e amministratore delegato del gruppo Visibilia fino al 17 dicembre 2021) e per altri 16 imputati (tra cui l’attuale compagno di Santanchè, Dimitri Kunz d’Asburgo Lorena, e l’ex Canio Giovanni Mazzaro) accusati di false comunicazioni sociali. Per tutti il processo prenderà il via il 20 marzo prossimo davanti al Tribunale di Milano.
MELONI ALLA CONFERENZA STAMPA: DOPO LE DECISIONI DEI GIUDICI PARLERO’ CON SANTANCHE’
Oltre agli aspetti giudiziari, per Santanché adesso si fanno sempre più seri i risvolti politici. E’ quasi inevitabile che la ministra avvierà le opportune riflessioni e affronterà il da farsi con la presidente del Consiglio, nonché leader del suo partito. Era stata la stessa Giorgia Meloni, appena una settimana fa, nel corso della conferenza stampa annuale, a intervenire sul tema sollecitata dai cronisti. Alla domanda se la ministra del Turismo dovrebbe dimettersi se rinviata a giudizio, la premier aveva affermato: “Vediamo. Non sono la persona che giudica queste cose prima che accadono, vediamo cosa deciderà la magistratura e poi ne parlerò ovviamente con il ministro Santanchè”.
QUANDO DONZELLI DISSE: “SE RINVIATA A GIUDIZIO, SANTANCHE’ FARA’ RIFLESSIONE”
La leader di Fdi, quindi, non ha escluso nulla. Del resto lo scorso aprile anche il responsabile organizzativo di Fdi, Giovanni Donzelli, interpellato allora dall’Ansa in seguito alla bocciatura di una mozione di sfiducia per la ministra a Montecitorio, aveva spiegato: “La stessa Daniela Santanchè ha detto che in caso di rinvio a giudizio farà una riflessione, noi abbiamo fiducia in Daniela, siamo convinti che non arriverà il rinvio a giudizio”. Così non è stato. E c’è chi già scalpita, anche all’interno di FdI, per prendere il posto della Santanché.
LE OPPOSIZIONI: MELONI PRETENDA LE DIMISSIONI
Neppure il tempo della decisione del gup di Milano che dalle opposizioni si è già levata forte la richiesta di dimissioni per la ministra. “Appena una settimana fa Giorgia Meloni diceva di voler aspettare la decisione della magistratura: ora è arrivata. Non può più continuare a far finta di niente”. Così la segretaria del Pd Elly Schlein. “Lei, che quando era all’opposizione chiedeva le dimissioni per molto meno, ora che fa? Cambia idea anche su questo? Una Presidente del Consiglio non può usare due pesi e due misure, soprattutto verso gli amici che lei ha voluto al governo e per cui adesso è politicamente responsabile. Il processo farà il suo corso per accertare se è colpevole, ma quando le accuse sono così gravi chi ricopre le più alte cariche istituzionali deve fare un passo indietro. Daniela Santanchè si dimetta. E Giorgia Meloni deve pretendere le sue dimissioni”. Sulla stessa linea Giuseppe Conte. Il M5S ha anche annunciato che se la ministra non si dimetterà sarà presentata una seconda mozione di sfiducia.
DIFESA SANTANCHE’: “PRONTI A DIMOSTRARE ESTRANEITA’ ALLE ACCUSE”
Santanché, anche se rinviata a giudizio, ovviamente venderà cara la pelle. “E’ una decisione che ci lascia l’amaro in bocca, ma che un po’ ci aspettavamo, siamo pronti a dimostrare l’estraneità alle accuse nel dibattimento”, ha affermato nel frattempo l’avvocato difensore Nicolò Pelanda, rivelando che la ministra si aspettava “un esito diverso”.
E QUANDO SANTANCHE’ DISSE: “RESTO” ANCHE IN CASO DI RINVIO A GIUDIZIO
Era stata lei stessa, a metà dicembre, in un colloquio al Fatto quotidiano dopo il suo intervento ad Atreju, ad affermare: “Resto? Certo”, spiegando che non avrebbe lasciato anche in caso di rinvio a giudizio a gennaio. “Assolutamente, io sono stabile al governo”, aveva precisato.
GLI ALTRI PROCEDIMENTI IN CUI E’ COINVOLTA LA MINISTRA
La ministra è coinvolta anche in altri procedimenti. Il 29 gennaio la Cassazione deciderà se il processo per truffa aggravata ai danni dell’Inps dovrà tenersi a Milano o a Roma. La titolare del Mitur è anche indagata per bancarotta legata al fallimento di Ki Group srl e di Bioera, società del settore bioalimentare.