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La ripresa c’è, ma i commercianti temono l’inflazione sotto Natale

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L’inflazione rischia di rovinare il Natale. A crescere sono soprattutto i prezzi dell’energia (da +24,9% di ottobre a +30,7%  a novembre), ma anche quelli degli alimentari e dei servizi di trasporto

Oltre al rischio Omicron, c’è l’inflazione che potrebbe  rovinare il giro d’affari del Natale. Se da un lato l’Istat certifica che siamo nel pieno della ripresa, coi dati del terzo trimestre del 2021 che mostrano come il Pil sia aumentato del 2,6% rispetto al trimestre precedente e del 3,9% (la stima indicava un +3,8%) nei confronti del terzo trimestre dello scorso anno (si conferma così, scrive l’Istat, “una ripresa congiunturale sostenuta dell’economia italiana”), dopo la “fiammata” registrata a ottobre, è ormai palese la nuova accelerazione dell’inflazione a novembre: +0,7% mensile e +3,8% annuo, il massimo da settembre 2008.

Questo mentre la “inflazione “di fondo” è ai massimi  da marzo 2013. A crescere sono soprattutto e come ormai d’abitudine i prezzi dell’energia (da +24,9% di ottobre a +30,7%  a novembre), ma anche quelli degli alimentari e dei servizi di trasporto, secondo le stime preliminari Istat (vedi i dati completi in pdf), cominciano a evidenziare tensioni.

“Il risultato ha beneficiato – spiega l’Istituto di statistica – per il secondo trimestre consecutivo di un forte recupero del settore dei servizi di mercato, di una crescita dell’industria, mentre è risultato ancora in flessione il settore agricolo. Dal lato della domanda, a sostenere la crescita del Pil sono stati soprattutto i consumi privati, ma contributi significativi sono venuti anche dagli investimenti e dalla componente estera. Le ore lavorate sono cresciute dell’1,4% in termini congiunturali, le posizioni lavorative dello 0,2%, mentre i redditi pro capite sono aumentati dello 0,5%”.

 

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