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La tecnologia corre troppo veloce e i diritti arrancano. Parola di Garante per la privacy
“Il valore dei dati e della privacy nel marketing”. La protezione dei dati personali e la rapidità della tecnologia al centro del convegno di Digital Angels con Meta, Google, Tik Tok, Avolta AG e il Garante per la protezione dei dati personali
Le innovazioni tecnologiche corrono troppo veloci per i legislatori che devono proteggere i diritti dei cittadini e dei consumatori. Tra questi il diritto alla privacy e alla tutela dei dati personali. Guido Scorza, Componente del collegio Garante per la protezione dei dati personali, è molto chiaro nel suo intervento nel corso della conferenza “Il valore dei dati e della privacy nel marketing” organizzata dalla marketing agency Digital Angels al Binario F, uno spazio di Meta.
LA RAPIDITÀ DELLA TECNOLOGIA METTE IN DIFFICOLTÀ I LEGISLATORI
La rapidità con la quale le innovazioni tecnologiche odierne, l’intelligenza artificiale su tutte, si diffondono è “il tema” per chi deve provare a costruire un quadro normativo all’interno del quale anche le innovazioni devono muoversi al fine di non nuocere l’interesse collettivo. “Sono stati necessari 62 anni affinché le automobili raggiungessero 100 milioni di persone”, per ChatGpt “sono stati necessari due mesi”. In un “contesto di questo genere la regolamentazione fa molta fatica a governare l’innovazione”. A impensierire i legislatori è la sfida della velocità, insieme a quella delle competenze. “Oggi noi ci ritroviamo a cercare condizioni di bilanciamento nello spazio di qualche settimana – continua Guido Scorza -. Il fattore tempo ci prende in contropiede. Mancano i legislatori, stanno mancando Parlamenti, Governi, stiamo mancando assolutamente in noi, ma a questo ritmo è davvero difficile farcela. Dopo quattro anni nell’autorità per la protezione dei dati personali posso dire che ce la mettiamo oggettivamente tutta. Significa che 160 persone, 90% giuristi, provano a inseguire fenomeni che non fanno in tempo a identificare”.
LA CONCORRENZA E LA GARA AL RIBASSO PER DIRITTI E LIBERTÀ
La velocità è uno dei temi anche della concorrenza. “La concorrenza è una cosa meravigliosa – spiega Scorza -. Io l’ho difesa per 25 anni da avvocato. In particolare, nel settore delle nuove tecnologie. Ma ho il sospetto che la concorrenza oggi sia un po’ diversa dalla concorrenza di ieri. Temo che oggi concorrenza significhi, tanto più di ieri, gara di velocità. Complice il fattore tempo oggi conta di più arrivare per primo e non necessariamente mettere sul mercato il prodotto migliore, dove migliore significa anche più sostenibile nella dimensione umana”.
Cosa si fa per agevolare la velocità? Ci si libera dalle zavorre. “Qui i diritti e le libertà stanno diventando le zavorre. Questo forse ha tradizionalmente riguardato chi arrivava sul mercato per ultimo, e quindi doveva allungare il passo, approfittando anche del fatto che i regolatori avevano gli occhi puntati sui più grandi, e quindi dalle retrovie tagliava le zavorre che correva avanti. Solo che i piccoli di ieri oggi sono diventati grandi e a furia di tagliare zavorra e correre di più si sta scatenando una pericolosa gara al ribasso dal punto di vista dell’attenzione ai diritti e alle libertà”.
TIK TOK METTE SUL PIATTO 12 MILIARDI DI EURO IN 10 ANNI PER PROTEGGERE I DATI DEGLI UTENTI EUROPEI
Tra i più piccoli, che con il tempo sono diventati grandi c’è Tik Tok: il social cinese che oggi conta oltre 1,6 miliardi di utenti in tutto il mondo. “Noi siamo gli unici, e non ho tema di smentita, ad aver investito 12 miliardi in 10 anni in un grandissimo progetto di data security, con l’obiettivo di rafforzare tutta una serie di protezioni dati”, dice Enrico Bellini, Head of Government Relations Southern Europe, TikTok. Il progetto Clover è pensato soprattutto per il mercato europeo “andando a dare protezione ulteriore a quell’ecosistema rappresentato dai cittadini europei”. I dati dei cittadini europei attualmente sono conservati in “aree fisiche specifiche di alcuni data center in Irlanda e in Norvegia”. Lo stimolo alla tutela dei dati personali, però, non incide solo sulle aziende ma anche sugli utenti. “Speriamo che si generi un inseguimento positivo per migliorare da un lato le norme, dall’altro le conoscenza e le competenze dei cittadini e degli utenti europei”.
META: LA TECNOLOGIA PROMUOVE LO SVILUPPO DELLA PERSONALITÀ INDIVIDUALE
Difendere la tecnologia può vuol dire “difendere non solo il profitto, gli interessi del mercato, ma anche i diritti fondamentali che contribuiscono allo sviluppo della personalità di un individuo – dice Angelo Mazzetti, Head of Public Policy per Italia, Grecia, Malta e Cipro, Meta che interviene da remoto -. esattamente come previsto dall’articolo tre della Costituzione della Costituzione italiana. Quindi io dico che è chiaro che serve un bilanciamento, ma forse tutelare e promuovere la tecnologia vuol dire promuovere l’individuo nella sua interezza”.
GOOGLE: LA PROFILAZIONE AIUTA UTENTI E BRAND
A prescindere dai buoni propositi resta irrisolto, come ha detto l’avv. Scorza, il tema della profilazione degli utenti. Non un reale problema secondo Martina Colasante, Government affairs and public policy manager, Google Italia. “Noi abbiamo dati che ci dicono che la pubblicità personalizzata porta vantaggi a tutti i soggetti – dice Martina Colasante -. Noi sappiamo che due terzi dei consumatori preferiscono pubblicità personalizzata perché sono affezionati ai loro brand, fanno delle ricerche specifiche e vogliono ricevere una pubblicità che sia pertinente rispetto ai loro interessi. Non solo, abbiamo anche dei dati a supporto del fatto che la pubblicità personalizzata non vuole convincere persone altrimenti disinteressate. Piuttosto vuole aiutare gli inserzionisti. Insomma, chi investe nella pubblicità, soprattutto i più piccoli, a farsi conoscere come brand”.
Tra l’altro “non è vero che la pubblicità non personalizzata, quindi la pubblicità contestuale, non utilizza i dati. Semplicemente usa dati di qualità minore inferiore”. Un altro tema sul tavolo è quella dell’intrusività. “Ciascuno di noi sta svolgendo un ruolo dovremmo cercare di essere meno intrusivi nei confronti degli utenti finale, se mandiamo una pubblicità in meno, che magari non è rilevante e che non porterebbe a una conversione in un acquisto abbiamo evitato uno spreco di costi – spiega Gianluca Martinelli, Global Data Privacy Manager, Avolta AG -. Gli elementi della sostenibilità e dell’etica devono permeare le nostre azioni, a tutti i livelli, sfruttando effettivamente il potere democratico della tecnologia”.
I TRE TREND DELLA TECNOLOGIA PER IL 2025: DATI DI PRIMA PARTE, TRASPARENZA E BILANCIAMENTO DEI DIRITTI
Ma quali sono le sfide e i trend per il prossimo anno. Almeno tre, secondo Piermario Tedeschi, Managing Director, Digital Angels & Adjunct Professor, Luiss Business School. Prima di tutto le aziende dovrebbero gestire meglio i “cosiddetti dati di prima parte”, ovvero le informazioni che che un’azienda possiede sui propri clienti, chi sono e quali sono le motivazioni d’acquisto. A seguire c’è il tema della trasparenza. “Questa resta la più importante. Il terzo trend è “la dicotomia tra diritti, da un lato il diritto al profitto, dall’altro il diritto del consumatore, della persona. Non ho dubbi sullo scegliere la seconda, però credo che serva anche incentivare innovazione, sviluppo, investimenti”.