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Lacerenza out, Pd e M5S da soli in Basilicata e Piemonte?
Il big bang del campo largo: il candidato scelto in Basilicata, Lacerenza, annuncia il passo indietro. Pd e M5S potrebbero andare divisi alle prossime regionali
Colpo di scena su colpo di scena. Era nell’aria, tra smentite e precisazioni. Alla fine è arrivata. “Dopo un’attenta riflessione voglio comunicare la mia rinuncia alla candidatura a Presidente della Regione Basilicata”, sono le parole di Domenico Lacerenza, che era stato scelto dal centrosinistra in formato ‘ristretto’, composto da Pd, M5S, +Europa e con la benedizione del re lucano delle coop bianche Angelo Chiorazzo, per sfidare l’ex generale Bardi.
PD E M5S DIVISI IN BASILICATA E PIEMONTE?
E adesso? Può succedere di tutto, anche perché per il centrosinistra in Basilicata i giochi si sono riaperti proprio mentre in Piemonte il Pd certifica l’ormai quasi insanabile frattura con il M5S annunciando che l’assessore comunale Gianna Pentenero, 59 anni, sarà la candidata alla presidenza e sfidante del governatore uscente Alberto Cirio. Una scelta che fa ritrovare l’unità all’interno delle varie anime regionali del Partito democratico, ma che di contro a cascata allontana ancora di più l’alleanza con il movimento di Giuseppe Conte.
Al punto che ‘fonti’ del M5S fanno trapelare all’Agi, in uno spericolato gioco a intrecci, di “essere pronti a correre da soli in Basilicata, dopo il ritiro della candidatura da parte di Domenico Lacerenza, anche alla luce della candidatura in solitaria del Pd in Piemonte”. Un quadro assolutamente impensabile fino a poche settimane fa, dopo il trionfo, seppur risicato, della pentastellata Alessandra Todde in Sardegna.
PERCHE’ LACERENZA HA DECISO DI FARE UN PASSO INDIETRO
Ma perché Lacerenza ha deciso di fare un passo indietro? “E’ una decisione presa con assoluta serenità -– ha spiegato il medico oculista – e anche nell’interesse delle forze politiche che hanno voluto propormi. Avevo dato la mia disponibilità, ma non posso non registrare le reazioni che ci sono state in seguito. In ogni caso voglio che lo spirito che ha portato alla proposta che ho ricevuto, cioè la ricerca dell’unità dei moderati e progressisti e l’offerta di una coalizione capace di battere il centro destra in Basilicata, sia preservato, e per questo faccio un passo indietro. Lo devo anche alla mia storia professionale e per rispetto alla comunità dei lucani. Ringrazio quanti hanno espresso fiducia nei miei confronti, e in particolare Elly Schlein, Giuseppe Conte e Angelo Chiorazzo.
CALENDA: “DILETTANTI ALLO SBARAGLIO”
Il convitato di pietra nella coalizione del centrosinistra, Carlo Calenda, non ha perso l’occasione per affondare il colpo: “Dilettanti allo sbaraglio. Altro capolavoro politico di Conte con Pd a rimorchio”. Azione in Basilicata è rappresentata dall’ex governatore Marcello Pittella il quale, insieme allo stesso Calenda, ha manifestato tutto il proprio disappunto verso la gestione politica della candidatura di Lacerenza che non li aveva visti protagonisti. Cosa farà Azione non è dato ancora sapere.
Dilettanti allo sbaraglio. Altro capolavoro politico di Conte con PD a rimorchio. https://t.co/piVsOvKvue
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) March 16, 2024
IL TAFAZZISMOE “IL CINISMO” DEL CENTROSINISTRA
Tra accuse di dilettantismo e di tafazzismo il campo largo o campo giusto rimane una meteora, mentre c’è chi punta il dito nei confronti del cinismo delle forze politiche e solidarizzano con il medico Lacerenza.
Scene ridicole. Pd e M5s per far saltare il campo larghissimo indicano un candidato in Basilicata più o meno a sua insaputa. Lo usano per ragioni tattiche, giocando con la sua reputazione. Il candidato capisce il gioco e li manda a quel paese. Più campo marcio che campo largo
— Claudio Cerasa (@claudiocerasa) March 16, 2024
“Non si capisce se sia più dilettantismo o cinismo – scrive il Foglio – ma la vicenda del candidato del centrosinistra alla presidenza della Basilicata è uno spettacolo indecoroso. Sia dal punto di vista politico, ma soprattutto da quello umano. Dopo essersi rimpallati a lungo sul nome di Angelo Chiorazzo, su cui è stato posto il veto del M5s, a poco più di una settimana dalla chiusura delle liste il Pd e il partito di Giuseppe Conte hanno tirato fuori dal cilindro il nome del medico Domenico Lacerenza. Che nella vita, fino a due giorni fa, era uno stimato oculista e all’improvviso è diventato lo zimbello del paese.
Sono bastate poche dichiarazioni, sul fatto che non sapesse bene chi e perché l’avesse scelto, sul fatto che fosse a digiuno di politica e che avrebbe dovuto preparare un programma a farlo diventare oggetto dell’ironia dei social network e della critica politica e mediatica più generale”.
La sintesi è impietosa: “E’ chiaro che la sinistra, che in Basilicata ha come massimo esponente Roberto Speranza, ha deciso di perdere, mandando allo sbaraglio il suo candidato, senza un programma, senza una squadra, senza un supporto nella comunicazione”.