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L’allarme della Corte dei Conti sul dopo-PNRR: enti locali a rischio

La Corte dei conti avverte: dopo il PNRR rischio squilibri per gli enti locali. Sostenibilità della spesa corrente e gestione post-2026 al centro della Relazione 2025.

La Relazione della Sezione centrale di controllo della Corte dei conti sullo “Stato di attuazione degli interventi di PNRR e PNC nel I semestre 2025” lancia un monito netto: la fase successiva alla conclusione del Piano, prevista per la fine del 2026, rischia di mettere in difficoltà gli equilibri finanziari degli enti locali.

Il documento, depositato il 28 luglio 2025, fotografa avanzamenti e criticità e concentra l’attenzione sulla capacità delle amministrazioni di sostenere i costi correnti che deriveranno dalle opere realizzate.

LA SOSTENIBILITÀ DELLA SPESA CORRENTE

“Necessario corollario è costituito […] dalla rilevanza sempre maggiore che sta assumendo la sostenibilità della spesa corrente in ottica conclusione del PNRR» scrive la Corte, che evidenzia come molti Comuni temano di trovarsi, al termine del 2026, con opere aperte e insufficienti risorse umane e finanziarie per garantirne il funzionamento. Il rapporto invita a un “fermo richiamo” sulla sostenibilità dei servizi e sottolinea che la scelta della politica di bilancio post-2026 — e in particolare l’eventuale ricorso a tagli lineari — dovrà valutare con estrema attenzione questo rischio.

I RISCHI PER GLI ENTI LOCALI

La preoccupazione della magistratura contabile assume forme concrete: infrastrutture incompiute, progetti avviati che richiederanno spese di manutenzione e gestione continuativa, e carenza di personale negli uffici di rendicontazione e controllo.

La Corte segnala disallineamenti tra dati gestionali e piattaforme di monitoraggio, frammentazione nelle rendicontazioni e, su più fronti, la necessità di soluzioni programmatiche per evitare che il valore degli investimenti venga eroso da costi di gestione non coperti.

IL DOPPIO MONITO DELLA CORTE: ATTUATORI E GOVERNO

Il richiamo della Corte assume due destinatari. Ai soggetti attuatori viene ricordato che le opere, una volta realizzate, devono essere mantenute e rese funzionali: non basta costruire, occorre prevedere la gestione. Al Governo la Relazione avverte che eventuali misure finanziarie restrittive potrebbero cancellare i benefici attesi dagli investimenti o rendere vano il loro valore socio-economico.

In sostanza: benefici incerti sul rafforzamento della resilienza economica vanno messi in contrappeso ai costi certi di gestione che molti interventi genereranno.

L’EFFETTO “SPAZZAMENTO” SUI NUOVI INVESTIMENTI

La Relazione sottolinea inoltre l’effetto spiazzamento derivante dalla contrazione delle risorse per nuovi investimenti operata da strumenti di legge recenti. La Legge di Bilancio 2025 ha infatti introdotto definanziamenti e riprogrammazioni che, secondo la Corte, riducono drasticamente lo spazio finanziario per avviare nuove iniziative.

Ne deriva una prospettiva chiara: dopo un quinquennio di politiche espansive, si profila una fase più restrittiva che richiederà prese di responsabilità sulla selezione e sulla sostenibilità degli interventi.

LE RACCOMANDAZIONI OPERATIVE

Per attenuare i rischi la Relazione indica misure non fingibili: rafforzare il monitoraggio (oltre i soli sistemi informatici), snellire procedure laddove bloccano l’esecuzione, assicurare una rendicontazione omogenea e tempestiva, e predisporre normative e strumenti amministrativi per la fase post-PNRR che ad oggi risultano ancora insufficienti. La Corte ricorda che senza un’adeguata pianificazione della spesa corrente il valore economico e sociale degli investimenti potrebbe non tradursi in benefici duraturi.

Occorre dunque stabilire priorità, decidere se finanziare la gestione delle nuove infrastrutture o contenere la spesa corrente con tagli lineari: una scelta che peserà sugli equilibri territoriali e sul futuro dei servizi pubblici locali.

 

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