Da autostrade a dehors, da pubblicità indesiderate a più libertà per assicurati, i punti principali…
Le armocromie politiche di Elly Schlein in piazza contro la premier
I graffi di Damato
Chissà perché Enrica Chicchio, come si chiama la sua armocromista, ha mandato la segretaria del Pd Elly Schlein in viola quaresimale nella piazza romana riempita di 50 mila prevedibili persone “contro Meloni”. Come ha titolato trionfalisticamente Repubblica, contenta di averle tirato la volata con una intervistona strappatale in rosso vivo, come da Bruno Vespa a Porta a Porta e nell’antipasto dei cinque minuti dopo il Tg1 di due giorni prima.
Eppure la Chicchio sapeva non solo -ripeto- delle 50 mila presenze organizzate al Nazareno, ma anche della partecipazione promessa da Giuseppe Conte, una volta tanto a rimorchio della Schlein e non viceversa: un po’ come il leone catturato proprio ieri a Ladispoli dopo essere scappato da un circo. Una promessa, quella dell’ex presidente grillino del Consiglio, mantenuta anche prevedendo che qualcuno -come ha fatto La Stampa- avrebbe definito quella piazza “larga” e non semplicemente “giusta”, come lui preferisce chiamare la convergenza che ogni tanto riesce a stabilire col Pd. Dove per i gusti del MoVimento 5 Stelle in politica estera avrebbero ancora la brutta abitudine di Enrico Letta di calarsi l’elmetto in testa in difesa, per esempio, dell’Ucraina aggredita dalla Russia o di Israele alle prese col terrorismo praticato dalla palestinese Hamas.
In questa storia dell’elmetto calato sulla testa per cause evidentemente sbagliate Conte si è trovato in sintonia con qualcuno che deve averlo molto sorpreso, visto il rifiuto tante volte oppostogli di considerarlo un leader, e non solo un incidente, un capriccio della politica italiana. Alludo al mio amico Piero Sansonetti, che alla direzione della risorta Unità ha chiesto lunedì scorso alla Schlein di liberare il Pd dalla sua guida per risparmiargli la fine nel “silenzio” scelto su temi storici della sinistra come il pacifismo.
Oggi anche l’Unità, e non solo Conte, ha dovuto riconoscere che la segretaria del Nazareno ha saputo riempire la piazza romana del Popolo in “una prova di forza” – ha scritto Sansonetti- che “lascia qualche speranza a chi pensa che bisogna impedire la valanga che sta trascinando a destra questo paese collocandolo vicino ai luoghi più reazionari d’Europa”, addirittura.
Una proroga, insomma, la Schlein se sa la sarebbe guadagnata. Ma che pena, che “stretta al cuore” -ha raccontato Piero- “ascoltare la segretaria del Pd pronunciare poche frasi abbastanza scontate sulla Palestina solo dopo avere affrontato la spinosa questione degli affitti brevi”, in una “gerarchia” di valori e temi da lasciare “basiti”. Vuoi mettere -ha chiesto Sansonetti- quel mezzo milione di persone sfilate a Londra per la Palestina e contro Israele? Si, Piero, la stessa Londra dove un tribunale può accelerare la morte di una bambina gravemente ammalata negandole le cure in Italia, dove per farla ricoverare all’ospedale romano Bambin Gesù il governo le aveva conferito la cittadinanza tricolore. Anche questa è una gerarchia di valori e temi.