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Le “sberle” del Papa ad Enrico Letta

Papa Francesco Letta

Cosa ha detto Papa Francesco, ad Enrico Letta e non solo, su migranti ed opposizione al Governo 

Non gliene va bene una al povero Enrico Letta, per quanto egli faccia finta di niente, o quasi, e rilanci su Repubblica “il percorso congressuale che si apre oggi” per portare “alla nascita del nuovo Pd e alla scelta della leadership che lo guiderà in questo tempo di opposizione e di costruzione di un’alternativa alla destra”.

Costretto sabato ad uscire dal corteo romano della pace per sottrarsi agli insulti che gli piovevano addosso come  “assassino” e “guerrafondaio”, convinto che occorra continuare ad aiutare anche militarmente l’Ucraina nella resistenza all’invasione russa, il segretario del Pd ha cercato di recuperare consenso e posizioni a sinistra unendosi alle grida contro il governo per quanto sta accadendo a Catania. Dove dalle navi del volontariato cariche di migranti soccorsi nella loro fuga dalle coste africane il nuovo ministro dell’Interno lascia scendere i più bisognosi di aiuti reclamando che degli altri si occupino i paesi sotto le cui bandiere sono stati raccolti in mare. “E’ inaccettabile che si salvino solo minori e fragili”, ha  detto il segretario del Pd condividendo il rifiuto  di ripartire opposto anche con ricorsi al Tar dalle navi  con naufraghi ancora a bordo.

Purtroppo per Letta  gli è arrivata addosso come una valanga, a questo punto, una protesta del Papa contro i paesi europei che intendono scaricare  ancora solo sull’Italia, come sulla Grecia, su Cipro e sulla Spagna, costituenti i confini meridionali dell’Unione, il problema del soccorso e dell’accoglienza dei migranti. “La politica dei governi  -ha detto testualmente Papa Francesco ai giornalisti, in volo per il suo viaggio nel Golfo Persico- finora è stata di salvare le vite. Credo che questo governo -ha aggiunto parlando di quello italiano ancora fresco di insediamento- abbia la stessa. Non penso voglia altrimenti. Non sarebbe umano. Ho sentito che ha già fatto sbarcare bambini, mamme, malati. Ma l’Italia, questo governo o un altro, non può fare nulla senza l’accordo con l’Europa. La responsabilità è europea”.

Di religione cattolica e di provenienza politica democristiana, come tanti altri amici di partito, non credo che Enrico Letta possa fare spallucce e ripetere quello che ha detto contro il governo gareggiando con la componente del suo partito di provenienza comunista, ma neppure tutta, e con i grillini nella pratica dell’opposizione più dura possibile, e preconcetta.

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in Egitto per il summit dell’Onu sull’ambiente, si è naturalmente affrettata a ringraziare il Papa, direi due volte. Una per la posizione sul problema dei migranti e un’altra per la valutazione più in generale della situazione politica italiana.

“Il nuovo governo -ha detto il Papa rispondendo ad una specifica domanda- incomincia adesso. Gli auguro il meglio. Io auguro sempre il meglio a un governo perché un governo è per tutti. Gli auguro il meglio perché possa portare l’Italia avanti. E gli altri, quelli contrari al partito vincitore, che collaborino con la critica, con l’aiuto….un governo di collaborazione, non un governo dove gli tolgono il pavimento sotto i piedi e ti fanno cadere se non piace una cosa o l’altra. Per favore, su questo io chiamo alla responsabilità. E’ giusto che dall’inizio del secolo l’Italia abbia avuto venti governi? Ma finiamola con questi scherzi”.

Le parole del Papa -deve avere pensato Giorgia Meloni leggendole- valgono per le opposizioni ma tanto più per le varie componenti della maggioranza. Dove la fase della destra-centro cominciata con la forte prevalenza elettorale del partito della stessa Meloni sugli altri non è stata per niente digerita dal centrodestra rivendicato ogni giorno, per esempio, da Silvio Berlusconi. La cui Forza Italia è stata appena abbandonata a Milano da Letizia Moratti. Che a marzo correrà per la presidenza della regione Lombardia col cosiddetto terzo polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi.

Tutti i graffi di Damato. 

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