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Le sorprese alla camera ardente per Giorgio Napolitano

Camera Ardente

Tante personalità alla camera ardente per l’ex presidente della Repubblica, tra cui Papa Francesco e la premier Meloni. I commenti dei giornali

Note a margine, diciamo così, delle visite a Giorgio Napolitano nella camera ardente allestita al Senato per ospitarne il feretro in vista dei funerali laici di Stato, che si svolgeranno domani nell’aula di Montecitorio. Dove egli visse gran parte della sua esperienza politica da deputato, capogruppo del Pci e presidente dell’assemblea per partecipare poi al primo governo di Romano Prodi come ministro dell’Interno, salire al Quirinale nel 2006 rimanendovi non sette ma nove anni, con la prima rielezione nella storia della Repubblica, e infine tornare di diritto come ex capo dello Stato al Senato, mandatovi già nel 2005 da Carlo Azeglio Ciampi per alti meriti.

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“Il Papa a sorpresa dall’amico presidente”, ha titolato la Repubblica di carta. Ma a sorpresa perché, dopo che Francesco aveva pubblicamente pregato per lui e invitato i fedeli in Piazza San Pietro a partecipare alla sua apprensione per l’imminente fine del presidente emerito e “servitore della Patria”? Più specifica e motivata la sorpresa del Giornale. Che, dopo avere definito Napolitano “il peggiore” dei presidenti succedutisi al Quirinale, ha accusato il Papa di non avere accompagnato la sua preghiera davanti al feretro col segno della croce “per non urtare i compagni” del morto.

I COMMENTI SULLA PREMIER MELONI ALLA CAMERA ARDENTE

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, criticata la sera stessa della morte di Napolitano per un comunicato “stitico” di ricordo e omaggio dello scomparso, è arrivata nella camera ardente di Palazzo Madama scortata dal presidente del Senato Ignazio La Russa. Ma più della scorta di La Russa, non deve essere piaciuta ai critici e agli avversari della premier la sua posa, poco o per niente contrita, nei tre passaggi per la camera ardente: alla firma del registro, davanti al ritratto del presidente, nella sosta davanti al feretro – neppure lei facendosi il segno della croce, pur dichiaratamente cristiana – e infine stringendo le mani alla vedova. Caspita, neppure una lacrima è riuscita la Meloni a spremere da quei suoi occhioni.

Molto particolare, come al solito, la partecipazione del Fatto Quotidiano al lutto nazionale con le sue “cattiverie” di prima pagina. Oggi l’associazione fra la morte di Napolitano e quella del capomafia Matteo Messina Denaro perché “forse Dio vuol sentire entrambe le versioni” delle famose trattative nel cui processo si cercò a suo tempo di coinvolgere il presidente della Repubblica intercettandolo al telefono con Nicola Mancino, poi assolto. Nella “cattiveria” di ieri l’associazione era stata fatta per raccomandare a Messina Denaro di allungare l’agonia “sennò Dell’Utri e Cuffaro non saprebbero a quale funerale partecipare”.

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