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Le ultime mosse moderate di Salvini

I Graffi di Francesco Damato sulla manifestazione di ieri delle Sardine e sul comitato di salvezza nazionale chiesto da Matteo Salvini

 

Per quanto spiazzate da una sinistra appena sconfitta come peggio non poteva in Gran Bretagna, dove è stata letteralmente asfaltata dai conservatori, e da un Matteo Salvini appena vestitosi di panni moderati chiedendo per il salvataggio del Paese un “comitato di salvezza nazionale”, tradotto dal suo vice Giancarlo Giorgetti in un governo di “tutti, da Leu a Fratelli d’Italia”, non guidato da Giuseppe Conte, neppure nella versione “Figo” sarcasticamente esposta sulla prima pagina dal Tempo, ma magari da quel “disoccupato” provvidenziale e di lusso che è Mario Draghi; per quanto spiazzate da tutto questo, dicevo, le sardine italiane radunatesi nella piazza romana di San Giovanni si sono riproposte nella versione emergenziale contro la destra incombente sul Paese.

IL “NO A UNA CAMPAGNA ELETTORALE PERMANENTE”

“No a una campagna elettorale permanente”, ha gridato il giovane capo improvvisato della rivolta antisalviniana, Mattia Santori, con un foglietto in mano che promette di diventare un manifesto negli appuntamenti successivi di questo “mare di sardine” promosso sul campo ad “oceano” dal Fatto Quotidiano: sardine dipinte di rosso dagli stessi che le hanno sventolate in una piazza carissima del resto alla sinistra, per quanto violata ogni tanto dalla destra prima a trazione berlusconiana e ora a trazione leghista.

COSA SUCCEDE INTANTO IN PARLAMENTO

In questo mare o oceano che sia di sardine, dalle 100 mila vantate dai promotori del raduno alle 35 mila valutate con la solita avarizia dagli organi di Polizia pur agli ordini non più di Salvini, al Viminale, ma di un governo che pensa di trarre qualche vantaggio da appuntamenti del genere, Antonio Polito ha visto e indicato sul Corriere della Sera, testualmente, “la capacità della sinistra di resistenza alla destra” al suono e al canto, non a caso, della famosissima “Bella ciao”: una sinistra – ha precisato tuttavia l’editorialista del maggiore giornale italiano – al netto dei “rovesci elettorali, divisioni politiche, incertezze programmatiche” o equivoci, come quello appena lamentato, scusandosene, dallo stesso presidente del Consiglio. Che ha così spiegato, con la solita disinvoltura, il pasticcio di una seduta del governo contestata e disertata polemicamente dalla maggioranza dei ministri per il varo di un decreto legge di salvataggio della Banca Popolare di Bari. “Scuse accettate”, ha immediatamente risposto Matteo Renzi, che dall’esterno del governo era riuscito a portarsi appresso nella protesta i grillini reclamando più chiarezza e/o meno improvvisazione nella gestione di vicende delicate come quelle delle banche, affrontate pure da lui quando era a Palazzo Chigi, e non certamente senza polemiche.

PER POLITO SARDINE PIU’ SIMPATICHE DEI GIROTONDINI

Agli animatori delle sardine Polito ha anche riconosciuto il merito di essere “più simpatici, autoironici e meno incazzosi dei girotondini” ai tempi di Nanni Moretti, che dalle piazze supplicava Massimo D’Alema di dire “finalmente qualcosa di sinistra”, o ammoniva che la stessa sinistra, con i capi che si trovava ad avere, non sarebbe mai più tornata a vincere. “Invece vinse”, gli ha appena rinfacciato D’Alema in una lunga intervista attribuendosi il merito della sconfitta elettorale subita nel 2006 da Berlusconi. Che però – va ricordato anche questo – si prese dopo soli due anni la rivincita, per quanto l’ultima del centrodestra a sua conduzione.

MA DA 30 ANNI IL PAESE E’ INGOVERNABILE

E’ impressionante, a pensarci bene, il pendolo della sostanziale ingovernabilità di questo Paese da una trentina d’anni a questa parte, pur nel passaggio da un’edizione all’altra della Repubblica. E dubito che possa bastare un mare o – ripeto – un oceano di sardine a cambiare la situazione.

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