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L’identikit di Minenna, l’uomo scelto per guidare Consob

La conferma è arrivata dal vicepremier Di Maio che ha pubblicato sciolto le riserve sul nome dell’ex assessore al Bilancio del comune di Roma

È Marcello Minenna, responsabile dell’ufficio Analisi quantitative e innovazione finanziaria della Consob, nel 2016 per pochi mesi assessore al Bilancio del Comune di Roma guidato da Virgina Raggi, ruolo da cui si è dimesso nel settembre di quell’anno, il nome indicato da M5S e Lega alla presidenza Consob.

DI MAIO HA SCIOLTO PUBBLICAMENTE LA RISERVA

A sciogliere pubblicamente la riserva, parlando con l’Adnkronos, è stato il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, confermando che l’accordo con l’alleato di governo sulla presidenza dell’autorità per il controllo delle attività delle società e della Borsa è cosa fatta.

LA POLTRONA CONSOB VACANTE DA METÀ SETTEMBRE

Il posto di numero uno della Consob è vacante dalla metà di settembre scorso dopo le dimissioni di Mario Nava e dovrebbe essere all’ordine del giorno del prossimo Consiglio dei ministri in programma per domani 10 gennaio.

CHI È MINENNA

Il nome di Minenna era già circolato ampiamente nelle scorse settimane, affiancato a quelli di Alberto Dell’Acqua e Donato Masciandaro. Ma chi è Minenna? Laureato in economia aziendale in Bocconi nel 1994, è entrato in Consob nel 1996 ed è stato come detto, anche assessore di Roma Capitale, nella giunta Raggi, con delega al Bilancio, Patrimonio, Riorganizzazione delle Partecipate, Politiche Abitative e Spending Review (luglio-agosto 2016). Attualmente è responsabile della task force Mifd 2 nell’ambito del Comitato per l’Analisi Economica e dei Mercati dell’Esma.

COME VIENE NOMINATO IL PRESIDENTE DI CONSOB

La Consob è un organo collegiale composto da un presidente e da quattro commissari, nominati con decreto del presidente della Repubblica, su proposta del presidente del Consiglio dei Ministri. Il quale deve a sua volta acquisire i pareri favorevoli delle commissioni Finanze di Camera e Senato. La nomina è sottoposta poi al visto della Corte dei Conti, che deve dare il via libera alla registrazione del provvedimento. L’incarico del presidente e dei commissari dura sette anni e non è rinnovabile.

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