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L’impronta di Mattarella

Mattarella

I graffi di Damato

Sergio Mattarella ha voluto ancora una volta lasciare la sua impronta -non solo formale ma anche sostanziale- nella formazione del nuovo governo. Nelle brevi comunicazioni finali davanti alle telecamere, dopo che Giorgia Meloni aveva letto la lista dei ministri da lui appena accettata, e forse anche un pò migliorata, il presidente della Repubblica ha voluto ricordare “la nettezza” dei risultati elettorali a chi, ascoltandolo, poteva non apprezzare la creatura appena nata. Rispetto  a quei risultati un capo dello Stato non può mettersi di traverso, come dimostrò lo stesso Mattarella all’inizio della scorsa legislatura accettando il rientro in gioco  un pò sbilenco di Giuseppe Conte, all’ultimo momento, dopo una prima rinuncia. L’avvocato aveva riaperto le trattative con i leghisti dopo che Mattarella aveva già conferito l’incarico ad un altro: il povero  Carlo Cottarelli.

Mattarella inoltre un pò si è vantato della rapidità con la quale si è arrivati alla formazione del nuovo governo, meno di un mese dopo le elezioni, ma dall’altra se n’è in qualche modo scusato ricordando le urgenze ed emergenze insieme sul tappeto: interne, europee e mondiali.

Fra le novità imposte, o comunque scaturite dai tempi necessariamente rapidi di questo avvio della nuova legislatura c’è il risparmio di tutti gli incontri, persino pleonastici, che per tanti anni i presidenti del Consiglio incaricati si concedevano e ci imponevano prima di accettare l’incarico. Ben fatto, direi. E grazie.

TUTTI I GRAFFI DI FRANCESCO DAMATO 

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