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L’Italia cresce meno, lo dice l’ultimo bollettino di Bankitalia

La crescita si è affievolita nell’ultimo trimestre, la Manovra per avere successo deve riscontrare la fiducia di risparmiatori e investitori

“In Italia nel secondo trimestre la forte espansione degli investimenti ha contribuito a sostenere la crescita, mentre le esportazioni sono rimaste stabili, risentendo della debolezza del commercio mondiale. Gli indicatori congiunturali disponibili suggeriscono che nei mesi estivi la dinamica del prodotto avrebbe rallentato, attorno allo 0,1 per cento sul periodo precedente, riflettendo un ristagno della produzione industriale, una prosecuzione della crescita nei servizi e un contributo moderatamente positivo delle costruzioni”.

IL PIL NON CRESCE

La proiezione di minore crescita del Pil nel terzo trimestre è l’elemento che spicca tra le considerazioni contenute nell’ultimo Bollettino della Banca d’Italia, di venerdì 19 Ottobre, secondo il quale “Sono rimasti favorevoli gli indici di fiducia del settore edile, delle famiglie e delle imprese manifatturiere; specialmente per queste ultime sono tuttavia emersi segnali di minore ottimismo nel corso dell’estate, con l’inasprirsi delle tensioni commerciali internazionali. Il sondaggio condotto presso un campione di imprese dell’industria e dei servizi segnala per il complesso del 2018 la prosecuzione della crescita degli investimenti, sia pure in misura inferiore a quanto programmato a inizio anno”.

SUL DEBITO

Sulla Manovra che è stata varata dal Governo Conte e sulle proiezioni pubblicate nella Nota di aggiornamento al DEF, il Bollettino della Banca d’Italia si esprime in questo modo: “L’obiettivo per l’indebitamento netto del 2019 è fissato al 2,4 per cento del prodotto, contro l’1,2 tendenziale. Nei due anni successivi il disavanzo programmato diminuirebbe, riportandosi nel 2021 sullo stesso livello atteso per l’anno in corso (1,8 per cento del PIL), anche per effetto dell’inasprimento dell’IVA connesso con la parziale attivazione delle cosiddette clausole di salvaguardia. Nella Nota il Governo ha peraltro preannunciato l’intenzione di sostituire in futuro tali clausole con interventi di riduzione della spesa e con il potenziamento dell’attività di riscossione delle imposte”.

L’IMPORTANZA DELLA FIDUCIA

Fiducia è la parola chiave che il Bollettino usa, non si sa con quanta convinzione, sulla crescita e il rapporto con il debito pubblico del prossimo triennio: “Secondo i programmi dell’Esecutivo la riduzione del rapporto tra il debito pubblico e il prodotto nel prossimo triennio sarebbe in media di 1,4 punti percentuali l’anno, a fronte dei 2,1 punti previsti nel quadro tendenziale (a legislazione vigente). La manovra determinerebbe, nelle valutazioni ufficiali, un significativo stimolo all’economia. L’effettiva intensità di questi effetti dipenderà dal disegno, dalla tempistica e dalle modalità di attuazione delle misure. L’efficacia delle politiche di bilancio nel sostenere l’economia dipenderà anche dal mantenimento della fiducia dei risparmiatori e degli investitori nei confronti del percorso di risanamento delle finanze pubbliche”.

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