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Lo strano incontro al Quirinale tra Salvini e Mattarella

Quirinale Social Presidente Della Repubblica

Tanto rumore per nulla con l’udienza di Matteo Salvini al Quirinale. I Graffi di Damato

Pur ridotta nel sito del Quirinale a un rigo e poco più in testa ai comunicati di giornata per riferire che “il Presidente Mattarella ha ricevuto il senatore Salvini”, l’udienza ottenuta sul Colle dal leader della Lega ed ex ministro dell’Interno ha fatto un rumore della Madonna – scusate l’espressione- –sui quotidiani. Dove  notisti, retroscenisti e quant’altri hanno tratto lo spunto per descrivere nuovi scenari politici immaginati o proposti dall’interlocutore del capo dello Stato, che invece nei venti minuti d’incontro non si sono neppure affacciati. Lo ha precisato il quirinalista principe del giornalismo italiano, che è Marzio Breda, abituato sul Corriere della Sera a non scrivere o attribuire al presidente della Repubblica di turno umori e pensieri che non abbia personalmente raccolto dall’interessato e dai suoi uffici.

L’UDIENZA DI SALVINI AL QUIRINALE

Era stato stabilito già prima dell’udienza, forse addirittura come condizione per inserire peraltro l’incontro nel contesto di una giornata destinata a concludersi con la partecipazione del capo dello Stato al vertice governativo bilaterale italo-francese, che fossero “esclusi in partenza —ha scritto Breda- gli scenari di inconcepibili disegni o di insostenibili governissimi su cui qualcuno si è esercitato per stressare Palazzo Chigi”. E che sul Fatto Quotidiano sono stati riproposti come “inciucione Renzi-Salvini” e “Poltronavirus”, dato il pretesto colto nelle cronache sanitarie per liquidare “un governo arrivato al capolinea”, secondo l’analisi di Giovanni Orsina sulla Stampa o “il presidente dimezzato” affisso in arancione sulla prima pagina di Libero.

Niente di tutto questo passa lontanamente per la testa di Mattarella, “concentrato – per ripetere le parole di Breda – solo su quel che c’è adesso”, al massimo disposto a ripensarci nel caso in cui le opposizioni dovessero riuscire a sfiduciare il governo in Parlamento con numeri che prefigurino da sé una maggioranza alternativa. Che è la formula della cosiddetta “sfiducia costruttiva”, peraltro prevista nella Costituzione tedesca ma non in quella italiana, o non ancora, per quanto auspicata da più parti.

Tutto pertanto si è risolto, durante i venti minuti d’incontro al Quirinale, nella impazienza di Salvini – ha sempre raccontato Breda – di “riaprire il Nord” chiuso dalle ordinanze e quant’altro del governo Conte e nella illustrazione delle “proposte economiche” leghiste per uscire da un’ emergenza ammessa d’altronde dallo stesso presidente del Consiglio nei giorni scorsi preannunciando “cure da cavallo”.

Tanto rumore quindi per nulla, sempre a proposito del quarto d’ora e poco più di Salvini al Quirinale? Pare proprio di sì. E viene da chiedersi se valesse la pena concedere quell’udienza, nel contesto – ripeto – di una giornata d’impegni anche internazionali del capo dello Stato.  Di cui diamo pure per certo l’obiettivo o il risultato attribuitogli dal quirinalista del Corriere della Sera di “una ripresa dei rapporti” con Salvini  “dopo mesi di gelo e incomunicabilità”, risalenti forse ad una data anche anteriore all’apertura dell’ultima crisi di governo e al passaggio della Lega all’opposizione.

 

TUTTI I GRAFFI DI DAMATO

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