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M5S, i nomi dei primi (possibili) transfughi verso la Lega

M5s Movimento Stelle Comunali

Pericolo fuggi fuggi di parlamentari verso la Lega per il M5S. L’articolo di Luca Martino

Il passaggio dal governo gialloverde al governo giallorosso, che ha significato l’alleanza con il nemico scongiurato PD, e la nascita del nuovo partito di Matteo Renzi Italia Viva, hanno scosso il Movimento 5 Stelle, creando parecchi malumori tra i parlamentari grillini.

Tanto che c’è chi non solo paventa la fuoriuscita di alcuni parlamentari ma addirittura arriva a prospettare una vera e propria emorragia.

La Lega nei giorni scorsi aveva rivelato, con Andrea Crippa, che ci sarebbero una ventina di parlamentari pronti ad abbandonare il M5S. Una situazione che porterebbe ad una caduta del governo.

I PARLAMENTARI PRONTI A LASCIARE IL M5S

In questi giorni si è già avuta la prima defezione. La prima parlamentare ad annunciare l’addio al Movimento, è stata la senatrice calabrese Silvia Vono che ha aderito al nuovo gruppo Italia Viva di Matteo Renzi.

Ma secondo quanto riportato dal Corriere della Sera ci sarebbe un’altra possibile defezione, il senatore Ugo Grassi che ha lasciato il ruolo di capogruppo in Commissione Affari Costituzionali e starebbe valutando l’ipotesi di andarsene.

Al senatore Grassi potrebbe aggiungersi, secondo Repubblica il collega Lello Ciampolillo e Cataldo Mininno, considerato dai colleghi in partenza destinazione Lega.

Due parlamentari, infatti, sarebbero pronti a passare con la Lega come riferito nei giorni scorsi dall’ex Ministro delle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio.

L’IRRITAZIONE DI LUIGI DI MAIO

È forte l’irritazione di Luigi Di Maio che ha spiegato, durante la trasmissione di Bruno Vespa Porta a Porta, di dividere “quelli che giustamente muovono critiche e chi va via in altri gruppi” ed ha annunciato che chiederà il risarcimento di 100mila euro ai transfughi del Movimento, come previsto dallo statuto dei pentastellati.

Inoltre ha annunciato di voler introdurre il vincolo di mandato, proposta che ha già registrato il dissenso da parte degli alleati dem.

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