Da autostrade a dehors, da pubblicità indesiderate a più libertà per assicurati, i punti principali…
La manovra? Ancora tutta da scrivere. Parla il prof Celotto
Incognite sulle misure da un probabile futuro maxi-emendamento che riscriverà parte della legge di Bilancio. L’intervista al professor Alfonso Celotto, ordinario di Diritto Pubblico all’Università Roma Tre
Con il varo della legge di Bilancio da parte della maggioranza giallo-verde sono emerse in modo palese l’eterogeneità delle proposte delle due anime che combinano la compagine governativa e le difficoltà legate ai vincoli europei e agli esigui margini di manovra lasciati dalle scarse risorse finanziarie. Secondo il professor Alfonso Celotto, ordinario di Diritto Costituzionale all’Università Roma Tre, esiste infatti “uno iato evidente tra ciò che è stato detto in Consiglio dei ministri il 15 ottobre e ciò che poi effettivamente c’è dentro la manovra 15 giorni dopo. Misure come il reddito di cittadinanza, la flat tax e quota 100 sulle pensioni sono state prima annunciate salvo poi riscontrare esiti differenti nella realtà – ha sottolineato in un’intervista a Policy Maker -. Ciò conferma le difficoltà di questo governo di coalizione, con due partiti molto differenti tra loro per programmi e per intenzioni, nello scrivere la legge più importante dell’anno” all’interno della quale si stanno cercando “di mettere insieme, anche sulla base del contratto di governo, progetti e idee che non riescono a trovare una quadra” soprattutto a livello “di conti e a livello europeo”.
LA MANOVRA È ANCORA TUTTA DA SCRIVERE
“Abbiamo una procedura di appartenenza all’euro riassunta nell’art. 126 del Trattato che ricorda una serie di passaggi importanti che vanno seguiti prima e dopo l’approvazione della legge di bilancio – ha aggiunto Celotto -. All’Italia è capitato già in passato di subire dei rilievi da parte di Bruxelles. Ma questa volta sono stati particolarmente duri e pesanti in risposta ai nostri partiti che si erano posti in aperto contrasto con l’Europa”. “La mia impressione – ha precisato il professore di Roma Tre – è che la vera manovra la vederemo in futuro negli emendamenti che verranno formulati o più probabilmente nel maxi emendamento finale. Qui c’è anche una curiosità tecnica perché finora la maggioranza ha cercato di non porre fiducie o maxi emendamenti” salvo in queste ore con il decreto sicurezza. “Mi chiedo – ha proseguito Celotto – se il governo riuscirà o meno ad approvare la legge di Bilancio senza predisporre un maxi-emendamento come avvenuto negli ultimi anni o se a fronte dei migliaia di proposte di modifica verso fine novembre lo vedremo spuntare. In quel caso ci troveremo, dunque, di fronte a una riscrittura del testo, a una ‘manovra ritardata’ dovuta a una mancanza di accordo iniziale per via delle difficoltà dei partiti a mettere insieme i vari elementi che li compongono e a rinviare il tentativo di conciliazione: anche perché la coperta rimane corta e i soldi sono pochi. E la mancanza di un fondo economico spendibile in una situazione di crisi che persiste, porta a grandi difficoltà nel mettere insieme sviluppo e idee da campagna elettorale”.
CLIMA DA CONTINUA CAMPAGNA ELETTORALE
“Peraltro – ha ammesso il professore a Policy Maker – ci troviamo in una situazione di continua campagna elettorale, dove l’annuncio vale moltissimo. Ai partiti serve trovare un nemico perché se non si riescono a fare le cose è più facile prendersela con tecnici, burocrati e macchina dello Stato. Ma le difficoltà, probabilmente, stanno proprio nelle complessità di trovare una linea, un indirizzo politico che metta insieme queste posizioni eterogenee”.
ANCORA PRESTO PER CAPIRE SE L’EUROPA BOCCERÀ LA MANOVRA
L’Europa boccerà la manovra? “Non lo so è tutto da vedere – ha evidenziato Celotto -. Diciamo che non sappiamo ancora quale manovra sarà. La procedura per ora e consistita in uno scambio di lettere. Anche i governi precedenti hanno avuto lettere di richiamo: per ora vedo una interlocuzione aperta non vedo una bocciatura. La vera procedura si intensificherà il prossimo anno quando la manovra sarà stata approvata. L’Europa comunque non poteva non spedire la lettera di richiamo soprattutto a fronte degli annunci politici fatti. Vederemo più avanti cosa succederà con la troika e con tutto il resto, ma per ora è ancora presto”.
SPENDING REVIEW? IL TAGLIABILE È STATO TAGLIATO. PRIMA O POI POTREBBE ARRIVARE IL MOMENTO DI UNA PATRIMONIALE
Il premier Giuseppe Conte ha parlato di possibili tagli alla spesa se non ci sarà crescita. “Si fa spending review dal 1992, abbiamo sempre tagliato in maniera lineare più o meno le stesse voci. Noi sappiamo che la spesa pubblica è di circa 800 miliardi di euro, due terzi dei quali sono concentrati su pensioni, sanità, stipendi e interessi sul debito pubblico che per varie ragioni non saranno toccati – ha detto Celotto -. Ormai nei ministeri il tagliabile è già stato tagliato quindi o si toccano queste voci oppure l’altra soluzione è un aumento delle entrate che passa per un altra misura tragica cioè una patrimoniale, un prestito forzoso. Una misura impossibile da un punto di vista politico anche se forse da un punto di vista di bilancio prima o poi il momento arriverà visto che il debito pubblico è sempre lì”.