Daria Perrotta, Ragioniera generale dello Stato dal 2024, sarebbe la destinataria delle accuse di Antonio Tajani di ingerenze da parte dei “grand commis” del Mef sulla manovra finanziaria 2026, e in particolare sulla tassazione degli affitti brevi. Ecco chi è la funzionaria del Mef al centro della polemica
“Decide la politica, non i grand commis del Mef”: la stoccata di Antonio Tajani da Bruxelles, dove si trova per prendere parte al Consiglio europeo, penetra dritta al cuore del palazzo di via XX settembre. Pur senza fare nomi, il riferimento è abbastanza chiaro: con tutta probabilità il vicepremier si riferisce alla Ragioniera generale dello Stato Daria Perrotta, pupilla del ministro Giancarlo Giorgetti e responsabile della redazione del testo della manovra finanziaria 2026.
Un ruolo molto rilevante, dall’alto del quale Perrotta avrebbe operato qualcosa di più di una semplice valutazione tecnica, manovrando affinché la tassa sugli affitti brevi rimanesse invariata, nonostante le proteste della Lega e di Forza Italia, che ora annuncia battaglia in Parlamento.
CHI È DARIA PERROTTA
Napoletana, classe ’77, Daria Perrotta ha un profilo accademico e professionale solido: due lauree (Scienze politiche e Giurisprudenza) e un master in econometria applicata. Ha svolto gran parte della sua carriera all’interno delle istituzioni, iniziando a Montecitorio come documentarista della Commissione Bilancio e lavorando a lungo nei rapporti con la politica e la burocrazia amministrativa. Nel 2024 è stata indicata come Ragioniera generale dello Stato, prima donna a ricoprire questo incarico nella storia dell’istituzione.
Non ama i riflettori: non ha profili social pubblici e rilascia poche interviste. Premiata con la Mela d’Oro per le Istituzioni al Premio Marisa Bellisario 2025, viene descritta come una dirigente rigorosa, “stacanovista” e attenta ai dettagli tecnici.
LA CARRIERA NELLE ISTITUZIONI
Nel tempo Perrotta è transitata per gli uffici di governo con incarichi sotto diversi esecutivi: consigliere giuridico nel governo Renzi su chiamata di Maria Elena Boschi coordinatrice dell’Ufficio di segreteria del Consiglio dei ministri nel primo Conte, capo di gabinetto per ruoli alla presidenza del Consiglio con Draghi e poi all’interno del Mef come capo dell’ufficio legislativo del ministro Giorgetti. Ha inoltre vinto il concorso per la Corte dei Conti, dove è stata Sostituto procuratore generale prima della chiamata al ruolo di Ragioniera.
LA NOMINA E IL CASO MAZZOTTA
La sua ascesa alla Ragioneria è avvenuta in un contesto politico non privo di tensioni. La sua nomina, caldeggiata da Giorgetti, fu possibile soltanto grazie all’uscita di scena di Biagio Mazzotta, dopo il deflagrare della polemica sul buco di bilancio generato dal Superbonus, di cui Mazzotta fu a più riprese additato come uno dei principali responsabili.
Ma l’avvicendamento tra i due sollevò anche qualche interrogativo sul piano della trasparenza e del merito, oltre che su possibili logiche di spartizione delle poltrone per mantenere gli equilibri interni al governo.

