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Manovra, prime audizioni: ecco il resoconto, più ombre che luci
Per Confindustria la manovra economica “non è adeguata”, faro di Gimbe sulla Sanità: tutti i dettagli sulla prima giornata di audizioni sulla legge di Bilancio 2025
La prima giornata di audizioni in Commissione sulla legge di Bilancio alla Camera ha portato in luce diverse posizioni critiche verso la manovra economica, suscitando reazioni accese da parte di Confindustria, dei sindacati (ormai spaccati) e di altre associazioni rappresentative di vari settori economici. Il dibattito si è acceso su temi come il supporto agli investimenti, le risorse per la sanità, la tassazione, l’edilizia e il mercato del lavoro, con posizioni divergenti che imporranno serie riflessioni al governo durante l’iter parlamentare della legge.
LA POSIZIONE DI CONFINDUSTRIA: “MANOVRA NON ADEGUATA”
Per Confindustria la legge di Bilancio non risponde in maniera adeguata alle sfide che l’economia italiana deve affrontare in un contesto di crescita stagnante. Secondo l’associazione degli industriali, la manovra manca di un piano concreto per stimolare la crescita e sostenere gli investimenti. Maurizio Tarquini, direttore generale di Confindustria, ha dichiarato che “l’economia italiana è in sostanziale stallo” e che la manovra non fornisce strumenti sufficienti per invertire questa tendenza. In particolare, Confindustria critica la mancanza di un sostegno diretto agli investimenti, ritenendo necessario un approccio più incisivo sul fronte industriale per evitare che l’Italia rimanga in una fase di crescita “da zero virgola”.
Confindustria ha anche espresso preoccupazione per la previsione di inserire un rappresentante del Mef nei collegi sindacali di aziende e fondazioni che ricevono contributi pubblici. L’associazione considera questa norma troppo intrusiva, con il rischio di compromettere l’autonomia delle imprese. Infine, gli industriali propongono l’introduzione di un “Ires premiale”, ossia un incentivo fiscale per le aziende che investono, per stimolare maggiormente l’economia.
L’ENNESIMO ALLARME DI GIMBE SULLA SANITA’
Sul fronte sanitario, la Fondazione Gimbe (non sempre così solerte con i precedenti governi) ha lanciato un allarme riguardo alle risorse previste dalla manovra per il Servizio sanitario nazionale. Secondo l’analisi del presidente Nino Cartabellotta, il sistema sanitario si trova in una situazione di forte difficoltà e le risorse previste per il prossimo anno sarebbero insufficienti per sostenere le misure di cui il sistema necessita per garantire una copertura adeguata. Cartabellotta ha evidenziato che mancano 19 miliardi di euro fino al 2030 per finanziare il servizio sanitario, e che questo deficit potrebbe portare a un abbassamento del livello di assistenza o a un aumento delle tasse regionali.
Il ministro della Salute Schillaci ha cercato di placare le preoccupazioni, sostenendo che la sanità rimane una priorità per il governo e assicurando che il Fondo sanitario nazionale aumenterà anche nei prossimi anni. Tuttavia il dibattito resta aperto, con opposizioni e sindacati che criticano duramente la manovra e la considerano insufficiente per la tenuta del sistema sanitario pubblico.
LE VARIE SFUMATURE DEI SINDACATI: TRA CRITICHE RICHIESTE DI CORREZIONI
I sindacati hanno espresso pareri variegati sulla manovra, con posizioni molto critiche da parte di Cgil e Uil, mentre la Cisl ha adottato un approccio più moderato. La Cgil ha definito la legge di Bilancio come una “fiera dei tagli” e ha denunciato un approccio governativo che, a suo dire, ignora le reali esigenze dei lavoratori e dei pensionati. Per il sindacato guidato da Maurizio Landini, l’aumento del carico fiscale sui lavoratori è un elemento di forte criticità, mentre l’unico incremento significativo della spesa è destinato al comparto militare. Anche la Uil di Bombardieri ha espresso preoccupazione, giudicando la manovra “totalmente insufficiente” e confermando la volontà di aderire allo sciopero generale previsto per il 29 novembre.
La Cisl, pur trovando alcuni aspetti positivi nella manovra, come il taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 40mila euro, ha richiesto interventi aggiuntivi per aumentare le pensioni minime e riformare il sistema pensionistico. Il sindacato guidato da Sbarra ha inoltre manifestato contrarietà ai tagli per il personale scolastico, ritenendo che questi possano avere un impatto negativo sulla qualità dell’istruzione.
ANCE DENUNCIA IL RISCHIO “BLOCCO CANTIERI”
L’Associazione nazionale costruttori edili ha espresso preoccupazione per la manovra, evidenziando una carenza di misure a favore dell’edilizia e delle infrastrutture. La presidente Federica Brancaccio ha sottolineato che il settore delle costruzioni è cruciale per il Pil italiano, e ha avvertito del rischio di un “blocco cantieri” a causa della mancanza di risorse adeguate per affrontare il caro materiali e per finanziare interventi di messa in sicurezza del territorio. L’Ance stima che oltre 10 miliardi di investimenti potrebbero essere messi a rischio nel 2025, con conseguenze significative sulla crescita economica del Paese.
CONFCOMMERCIO E CONFESERCENTI: PROSPETTIVE PER IL COMMERCIO E IL FISCO
Confcommercio ha manifestato apprezzamento per alcune misure, come il taglio del cuneo fiscale e la riduzione delle aliquote Irpef, ma ha sollevato preoccupazioni sul rallentamento dell’economia e sulla fragilità del circuito consumi-redditi. Secondo l’associazione, la crescita del Pil prevista per il prossimo anno non supererà lo 0,8%, un livello insufficiente per rafforzare la fiducia e i consumi delle famiglie italiane. Confcommercio ha quindi proposto una riduzione dell’aliquota Irpef del 35% al 33% per i redditi medi, ritenendo che questo intervento potrebbe supportare meglio il ceto medio.
Confesercenti ha chiesto la riapertura dei termini per il concordato preventivo biennale, evidenziando che ritardi burocratici hanno impedito a molte imprese di beneficiare di questa misura. Sul tema, il sottosegretario all’Economia Federico Freni ha assicurato che nei prossimi giorni verrà valutata la possibilità di prorogare il termine, per offrire un’ulteriore opportunità alle partite IVA interessate.
Le audizioni sulla manovra proseguiranno con gli interventi di Bankitalia, Istat, Inps e Corte dei conti.