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Mar Rosso, le preoccupazioni di Confartigianato, Confindustria, Coldiretti.. e non solo

Crisi Mar Rosso

Le varie categorie tracciano un primo bilancio sulle conseguenze della crisi del Mar Rosso. Le previsioni degli economisti non sono rosee

Le difficoltà alla navigazione provocate dagli attacchi degli Houthi dello Yemen contro le navi nel Mar Rosso stanno creando scompiglio in tutto l’Occidente, in particolare per le serie conseguenze economiche che stanno iniziando ad emergere.

Ecco cosa hanno detto nelle ultime ore le principali categorie italiane. Poi una panoramica delle analisi e delle previsioni di istituti, organismi ed economisti internazionali.

CONFARTIGIANATO, IN ITALIA DANNI PER 95MLN AL GIORNO NEL COMMERCIO ESTERO

Ogni giorno persi 95 milioni: è la misura dei danni per il commercio estero italiano accumulati tra novembre 2023 e gennaio 2024 a causa della crisi nel Mar Rosso, per un totale di 8,8 miliardi, In particolare, negli ultimi 3 mesi, l’Italia ha perso 3,3 miliardi, (35 milioni al giorno), per mancate o ritardate esportazioni e 5,5 miliardi (60 milioni al giorno) per il mancato approvvigionamento di prodotti manifatturieri. L’analisi è di Confartigianato che ha calcolato l’impatto del calo di traffico di navi mercantili tra l’Oceano Indiano e il Mar Rosso sui flussi dell’interscambio commerciale dell’Italia con Asia, Oceania, paesi del Golfo Persico e del Sud-est dell’Africa.

CONFINDUSTRIA: DA CRISI MAR ROSSO INCERTEZZA PER EXPORT

Per il presidente di Confindustria Carlo Bonomi “la crisi del Mar Rosso sta bloccando il passaggio nel canale di Suez, le difficoltà di transito nel canale rendono incerte le prospettive per l’export italiano nel 2024, e più la crisi sarà lunga maggiori saranno gli effetti negativi sul commercio estero, per non parlare delle ricadute sulla nostra produzione”. “Il 2024 – è la riflessione di Bonomi – si apre nell’incertezza, con una guerra nel cuore dell’Europa stessa, una crisi che infiamma il Medio oriente con conseguenze umanitarie drammatiche e dai risvolti economici imprevedibili. E’ un circolo vizioso che alimenta la situazione di instabilità nemica da sempre della crescita e degli investimenti”.

COLDIRETTI: A RISCHIO 270 MLN DI PUMMAROLA

Secondo l’analisi della Coldiretti, invece, le difficoltà alla navigazione provocate dagli attacchi degli Houthi dello Yemen contro le navi nel Mar Rosso mettono a rischio circa 270 milioni di esportazioni di pummarola Made in Italy dirette in Asia nel 2023, tra pelati, polpe, passate e concentrato di pomodoro. Si tratta – sottolinea la Coldiretti – di ben 10% del totale delle spedizioni all’estero di pomodoro Made in Italy trasformato diretto all’estero. L’allungamento delle rotte marittime tra Oriente e Occidente, costrette ad evitare il Canale di Suez, per arrivare in medio oriente, India e sud est asiatico, a causa dei ripetuti attacchi terroristici, hanno portato – continua la Coldiretti – ad aumenti vertiginosi del costo dei trasporti marittimi e dei tempi di percorrenza.

Complessivamente l’export agroalimentare Made in Italy in Asia – sottolinea sempre la Coldiretti – vale 5,5 miliardi nel 2023 del quale quasi il 90% raggiunge i Paesi di destinazione per via marittima e si scontra con le difficoltà alla navigazione provocate dagli attacchi degli Houthi dello Yemen contro le navi nel Mar Rosso. Una situazione che impatta pesantemente – continua la Coldiretti – sui prodotti deperibili come l’ortofrutta fresca con l’allungamento dei tempi che potrebbe creare problemi di conservazione del prodotto fresco con il rischio di perdere fette importanti di mercato che sarebbero poi difficili da recuperare.

ASSOUTENTI: DA CRISI MAR ROSSO RISCHI RIALZO TARIFFE GAS

Il repentino rialzo del 6% del prezzo del gas sul mercato di Amsterdam conferma l’allarme lanciato solo la settimana scorsa da Assoutenti circa le possibili ripercussioni negative della crisi nel Mar Rosso sui prezzi dell’energia, ma non solo. Ritardi nelle consegne del gas in un periodo di elevata domanda rischiano di creare il caos, portando ad una impennata delle quotazioni sui mercati e ad aumenti delle tariffe praticate alle famiglie, che determinerebbero una batosta per le tasche dei consumatori, considerato che nei mesi invernali si concentra l’80% dei consumi di gas degli italiani”.

“Il rischio legato alla crisi del Mar Ross inoltre, è quello di una impennata dei listini al dettaglio in numerosi settori, dall’alimentare all’elettronica, passando per moda e automobili, a causa dei maggiori costi di trasporti in capo alle imprese – prosegue Melluso – Se dovessero trovare riscontro le stime di Ispi circa un aumento dell’inflazione del +1,8% come conseguenza della crisi in atto, le ricadute sulle famiglie sarebbero pari a 567 euro a nucleo su base annua solo a causa dei rincari al dettaglio”.

PATUELLI (ABI): IMPREVEDIBILI RIPERCUSSIONI CRISI MAR ROSSO

“Se venissero chiusi i due canali di Suez, i costi dei trasporti internazionali crescerebbero in modo incalcolabile, alimentando anche una nuova spinta inflazionistica che la Bce non potrebbe ignorare e potrebbe convincerla a rinviare la riduzione dei tassi ufficiali”. A sottolinearlo è il presidente dell’Abi Antonio Patuelli, in un’intervista sabato a Il Messaggero, parlando dei possibili impatti che la crisi nel Mar Rosso può avere sull’inflazione e le scelte future della Bce sui tassi. Impatti che per quanto riguarda il Made in Italy, avverte Patuelli, “sarebbero imprevedibili poiché i rischi principali sono quelli dell’incancrenirsi dei conflitti ed i loro ulteriori allargamenti”.

Patuelli condivide l’iniziativa del Ministro degli Esteri Antonio Tajani, assunta insieme innanzitutto a Francia e Germania, per difendere le navi mercantili europee “da ogni iniziativa violenta e piratesca”. In questo scenario, le banche devono preoccuparsi per il credito erogato alle aziende? “Le banche – risponde il presidente dell’Abi- sono il sensibilissimo anello di congiunzione di tutte le attività economiche e risentono di ogni tipo di crisi anche mondiale: conseguentemente la sana e prudente gestione bancaria implicherebbe robusti accantonamenti e anche forti rischi di perdite per tali possibili ulteriori crisi internazionali”.

DATI E PREVISIONI DI ISTITUTI ED ECONOMISTI

Secondo i dati del Port Watch del FMI, nella prima settimana di gennaio 2024 gli scali di transito giornalieri attraverso il Canale di Suez sono diminuiti del 28% rispetto allo stesso periodo del 2023, a causa dei RISCHI per la sicurezza.

L’istituto Kiel ha già quantificato come il commercio globale abbia registrato tra novembre e dicembre una battuta d’arresto dell’1,3% senza contare il fatto che i costi di spedizione sono già aumentati. Il pericolo e’ che questa tendenza si ripercuota sui prezzi al consumo.

“Più a lungo persistono le perturbazioni, più forti saranno gli effetti di stagflazione per l’economia globale”, ha scritto la scorsa settimana su X il capo economista di Allianz, Mohamed A. El Erian. Anche secondo Capital Economics, la minaccia ai prezzi dell’energia è il rischio maggiore. Secondo gli economisti Simon MacAdam e Lily Millard, “una marcata escalation del conflitto militare sottostante potrebbe far aumentare i prezzi dell’energia, che si ripercuoterebbero sui consumatori”. Oxford Economics ritiene invece che l’inflazione globale stia diminuendo, anche se avverte: se i costi di trasporto dei container si mantengono sui livelli attuali, quasi il doppio rispetto all’inizio di dicembre, l’inflazione mondiale potrebbe aumentare di circa 0,6 punti percentuali.

UE: PESANTE IMPATTO DA CRISI, TRAFFICO -22%

“Siamo correntemente monitorando la situazione nel corridoio. Il traffico nel Mar Rosso è calato del 22% in un mese ma non si è fermato completamente. E il calo dovrebbe essere maggiore ora che le compagnie di spedizione stanno mandando le loro navi attraverso Capo di Buona Speranza”, ha evidenziato il vice presidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis. Nel dettaglio, “non c’è stato un impatto visibile sui prezzi dell’energia e più in generale sui beni. Ma vediamo già impatti sui prezzi dei trasporti che sono in aumento. Ma un impatto generale dipenderà dai risvolti di questa crisi”, ha sottolineato Dombrovskis. Nelle prossime previsioni economiche, che saranno pubblicate a metà febbraio, verrà presa in considerazione tra i rischi anche l’interruzione del traffico commerciale.

LAGARDE (BCE): IMPATTO MODERATO SUI PREZZI DALLA CRISI DEL MAR ROSSO, MA POSSIBILI RISCHI AL RIALZO

“I colli di bottiglia lungo la filiera produttiva erano molto evidenti durante il Covid, ora vediamo che i costi di shipping stanno aumentando e le consegne stanno rallentando. Sappiamo però che c’è maggiore capacità marittima e la maggior parte degli osservatori vede un impatto moderato sui prezzi. Se il conflitto nel Mar Rosso dovesse svilupparsi, allora il rischio al rialzo sui prezzi sarebbe maggiore”. Così Christine Lagarde, presidente della Bce.

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