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Markov – Capuano, così Lega e Cremlino si fanno l’occhiolino sulla stampa italiana

Markov Capuano

Markov apre alla possibilità di un viaggio di Salvini a Mosca mentre il consigliere diplomatico del leader del Carroccio, Capuano, svela i 4 punti del piano leghista per la pace tra Russia e Ucraina

Almeno le testate sono diverse. La prima è il Corriere della Sera, che pubblica una intervista a Sergey Markov, ex consigliere di Vladimir Putin dal 2011 al 2018, ex deputato della Duma dal 2007 al 2012 e attuale direttore dell’Istituto di Ricerche politiche a Mosca; la seconda invece è Repubblica, che ospita in pagina l’intervento di Antonio Capuano, ex deputato forzista fino al 2006, tornato alla ribalta come consulente diplomatico in via ufficiosa del segretario del Carroccio, Matteo Salvini.

COSA DICONO MARKOV E CAPUANO

Due interviste che vanno lette assieme. Da un lato, infatti, Capuano, oltre a svelare al mondo la crucialità di Salvini financo nella crisi afghana dopo la recente presa del potere dei talebani (“Nello scorso agosto l’ambasciatore afgano, Khaled Zekriya mi chiamò e mi disse: “Non abbiamo più un governo”. Matteo tornò dalle vacanze e si mise a disposizione: un grande gesto”), sciorina punto per punto il contenuto del piano di pace che l’ex ministro dell’Interno vorrebbe presentare a Putin, che ha recentemente rigettato quello firmato dall’attuale ministro degli Esteri; dall’altro, Markov, senza rinunciare a una buona dose di ironia (“Se non ci riusciamo con le auto di lusso, va bene anche una bicicletta”, lasciando intendere che al momento servirebbero incontri ai più alti livelli, ma Mosca sa anche accontentarsi) e mettendo più volte Salvini appena un gradino sopra a “cantanti” e “attori”, fa capire che il rapporto tra il Cremlino e il carroccio non si è mai estinto. “Salvini”, commenta difatti l’ex consigliere di Putin – può dare un contributo, come Marine Le Pen”.

Quel che è certo, è che al netto di alcuni complimenti che giungono da Markov all’indirizzo di uno dei pochi leader di partito occidentali ancora disposti a dialogare con Putin (“ben vengano i leader di partiti amici come Salvini”), emerge il sospetto che l’idea della missione speciale di Salvini a Mosca eccitasse soprattutto lo stesso Salvini e il suo nuovo consulente, Capuano, il quale, attraverso le colonne di Repubblica svela il piano in quattro punti approntato per risolvere una delle più gravi crisi dalla Guerra Fredda: “Primo punto: individuare una sede neutrale in cui aprire i negoziati. Abbiamo due ipotesi, entrambe sondate”, dice l’avvocato lasciando intendere che alla Turchia si possa affiancare il Vaticano (anche lì, per intercessione di Salvini).

“Secondo: la nomina di tre garanti, i vertici istituzionali di Italia, Francia e Germania, più un garante morale. Terzo punto: le parti devono sedersi al tavolo solo dopo il cessate il fuoco. E in cima dell’ordine del giorno del negoziato prevediamo lo sblocco delle navi che portano il grano e gli aiuti umanitari. Quarto punto: la visita di una grande personalità internazionale a Mosca e Kiev. Lei mi chiederà di nuovo se parlo del Papa ma io non glielo posso confermare”. Tutto questo sarebbe già stato vagliato dal Cremlino, ottenendone l’ok. A tal proposito, ritornando al Corriere della Sera, Markov non ritiene troppo plausibile un incontro tra Salvini e Putin “Più probabile sarebbe un colloquio con Sergey Lavrov. Ancora più probabile, quasi certo, un incontro con lo speaker della Duma. Insomma, contatti a livello parlamentare”.

Da Mosca, insomma, il segnale che arriva è all’insegna del pragmatismo, come ammette Markov: “I politici che si occupano di questa vicenda lo fanno perché i presidenti e i ministri non sono in grado di risolvere la questione. Dunque, se uno non può utilizzare l’auto, è obbligato a inforcare la bicicletta. In questo momento, Salvini sarebbe la nostra bicicletta”, occorre però che ci sia una investitura, almeno ufficiosa, che consenta a Salvini di parlare non solo come capo di una forza politica. Ma Draghi non sembra intenzionato a fare di Salvini la propria bicicletta anche perché, è noto, le bici hanno un solo sellino…

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