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Mattarella tira le orecchie a Meloni, Salvini, Orbán e pure a Bruxelles

Sergio Mattarella

Mattarella: “In questi giorni c’è una cosa che sinceramente appare sconcertante: si registra, qua e là nell’Unione Europea, grande solidarietà nei confronti degli afghani che perdono libertà e diritti ma che rimangano lì, non vengano qui perché se venissero non gli accoglieremmo. Questo non è all’altezza del ruolo storico, dei valori dell’Europa verso l’Unione”

“La politica migratoria non è mai diventata una materia realmente comunitaria. Ed è singolare, davvero curiosamente singolare”. È la prima volta che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, critica in modo così esplicito l’Unione europea e lo fa con molteplici obiettivi: non sottolinea solo la pavidità di Bruxelles per ciò che concerne la redistribuzione dei migranti, ma risponde in modo più o meno diretto agli egoismi dell’ungherese Viktor Orbán, del premier conservatore sloveno Janez Jansa, il cui Paese detiene la presidenza di turno semestrale della Ue e, venendo al panorama politico di casa nostra, a quelli di Giorgia Meloni e Matteo Salvini.

“Questa carenza, questa omissione, questa lacuna, non è all’altezza delle aspirazioni, del ruolo, della responsabilità dell’Unione europea”, scandisce Mattarella proprio dalla culla dell’Unione europea, quella Ventotene che nella giornata di ieri ha celebrato l’80° anniversario del Manifesto scritto da Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi nel 1941. “So bene – ha aggiunto il Capo dello Stato – che su questo piano molti Paesi sono frenati da preoccupazioni elettorali contingenti ma così si finisce per affidare la gestione del fenomeno migratorio agli scafisti e ai trafficanti di esseri umani.”

Poi Mattarella ha spiegato: “È come se si abdicasse, si rinunziasse alla responsabilità di spiegare alle proprie pubbliche opinioni che non è ignorando quel fenomeno che lo si rimuove, lo si cancella, perché quel fenomeno c’è in tutto il mondo ed è epocale, di dimensioni sempre maggiori”.

“Non è ignorandolo – ha sottolineato l’inquilino del Quirinale – che lo si può contrastare o cancellare; va governato. Ma per governarlo occorre avere senso di responsabilità, sapere spiegare alle proprie pubbliche opinioni che cosa va fatto”. Il discorso del Capo dello Stato è apparso tanto realista quanto lungimirante: “Non tra un secolo ma tra 20/ 25/30 anni la differenza demografica tra Africa e Europa sarà tale da dar vita, se non si governa oggi con regole condivise, ad un fenomeno migratorio disordinato, scomposto che invaderà tutta l’Europa, non i Paesi rivieraschi e mediterranei, ma fino in Scandinavia”.

“Questo attiene – il ragionamento di Mattarella – alle convenienze; all’Europa conviene occuparsene per governare questo problema e non trovarselo tra qualche anno ingovernabile definitivamente. Governarlo con regole di accessi ordinati, legali, controllati”.

“Ma – ha poi aggiunto – c’è anche un aspetto etico. Io devo confidare di essere sorpreso dalla posizione di alcuni movimenti politici e di alcuni esponenti nei vari Paesi d’Europa, dell’Unione rigorosi nel chiedere il rispetto dei diritti umani a Paesi lontani, ma distratti di fronte alle condizioni e alle sofferenze dei migranti. E non di qualunque tipo di migranti, ma migranti per persecuzioni, per fame, perché i mutamenti climatici hanno sconvolto il loro territorio”.

Quindi l’affondo nei confronti dei politici sovranisti: “In questi giorni c’è una cosa che sinceramente appare sconcertante: si registra, qua e là nell’Unione Europea, grande solidarietà nei confronti degli afghani che perdono libertà e diritti ma che rimangano lì, non vengano qui perché se venissero non gli accoglieremmo. Questo non è all’altezza del ruolo storico, dei valori dell’Europa verso l’Unione”.

E l’auspicio affinché “In questa materia l’Unione” abbia “finalmente una voce unica, deve sviluppare, in maniera maggiore di quanto non sia avvenuto fin qui, un dialogo collaborativo con altre parti del mondo, particolarmente con l’Africa per governare insieme questo fenomeno”.

“Soltanto una politica di gestione del fenomeno migratorio dell’Unione – ha spiegato il Capo dello Stato – può essere in grado di governarlo in maniera ordinata, accettabile, legale senza far finta di vedere quel che avviene per ora, così da non essere in poco tempo travolti da un fenomeno ingovernabile, incontrollabile”.

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