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Matteo Renzi in quarantena politica?

Renzi

I graffi di Francesco Damato sulle mosse di Matteo Renzi che ha sentito il bisogno di mettersi in quarantena politica, e di raccomandarla anche agli altri

Nonostante le raccomandazioni di Massimo Recalcati su Repubblica, di fronte all’arrivo e allo sviluppo  del Coronavirus in Italia, il panico ha preso, ma per fortuna, anche Matteo Renzi. Che, prima di vedersi accusare di essere anche il “paziente zero”  dell’infezione dai giornali che non sanno vivere ormai senza di lui come preda, ha sentito il bisogno di mettersi in quarantena politica, e di raccomandarla anche agli altri.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, rappresentato sulla prima pagina del manifesto in “terapia intensiva” nella sede  della Protezione Civile, dove ha riunito in e per l’emergenza il governo, avrà tirato un sospiro di sollievo, dopo avere compiuto l’imprudenza, secondo alcuni dei suoi adoratori, di dare appuntamento  proprio a Renzi per un incontro chiarificatore.

Un po’ di panico invece, per le pieghe che avevano preso le polemiche politiche durante la cosiddetta verifica promossa dal capo del governo per mettere a punto e presentare alle Camere, con tanto di richiesta di fiducia, la cosiddetta “agenda 2023”, deve avere preso anche Eugenio Scalfari. Che per una volta ha messo Papa Francesco in coda al suo appuntamento domenicale con i lettori per riservarne l’apertura, tutta critica ed  allarmata, a Renzi. Cui il fondatore di Repubblica ha rimproverato di avere nominato invano, come bestemmiando, l’ex presidente della Banca Europea e suo amico personale Dario Draghi per le danze di successione a Conte a Palazzo Chigi.

Ora forse, a editoriale scritto e pubblicato, apprese le ultime sul senatore di Scandicci e leader di Italia Viva, Scalfari potrà mettersi -se lo vorrà- l’anima in pace e tornare alle prioritarie preghiere laiche per il Pontefice “rivoluzionario”, che ha saputo far vacillare il suo ateismo, o volterismo.

Il panico infine si è affacciato nella temeraria -visti i tempi che corrono, e sconsigliano anche riunioni condominiali- Assemblea Nazionale del Pd, riunitasi nell’auditorium di via della Conciliazione, a due passi da San Pietro, per  eleggere alla presidenza la sindaca di Marzabotto Valentina Cuppi, ma soprattutto per annacquare il vino di Goffredo Bettini. Che in prima fila, senza dare segni di fastidio, non solo ha incassato le critiche da sinistra ai suoi ripetuti inviti a liberare finalmente la maggioranza giallorossa e il governo dai renziani per sostituirli con i parlamentari “responsabili” disponibili tra le fila di Silvio Berlusconi e dintorni, dipendendone, ma alla fine ha mostrato pure lui sollievo all’idea di qualche amico stretto del segretario del partito Nicola Zingaretti di “non sostituire, bensì aggiungere” pezzi alla variegata compagnia.

Buona quarantena a tutti, anche ai vignettisti che vi  resistono beffeggiando il virus, verrebbe da augurare, favoriti anche dall’ormai imminente fine del Carnevale, il 25 febbraio, salvo la piccola coda ambrosiana, e dall’ingresso dei fedeli nella Quaresima. Cui ricordava spesso nella Dc Amintore Fanfani sarebbe seguita la resurrezione anche di quelli che lui stesso aveva appena deciso di chiudere in qualche sarcofago politico. Ciò capitò nel 1973 persino al suo ormai ex delfino Arnaldo Forlani. Che sarebbe tornato alla segreteria del partito dopo 16 anni, ma avendo fatto nel frattempo il ministro degli Esteri, il presidente del Consiglio, il presidente del partito e il vice presidente del Consiglio, nonchè moderatore, di Bettino Craxi. Non andò peggio all’altra “vittima” del 1973: Giulio Andreotti, tornato a Palazzo Chigi appena tre anni dopo.

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