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Meloni e l’accusa di “arroganza”, questa la nuova strategia comunicativa della sinistra?

Arroganza Meloni

Non solo dai leader del centrosinistra, anche nel campo amico della premier Meloni si sottolinea l'”arroganza” con cui è stata gestita la partita del voto in Sardegna

“Arroganza” è la parola più inflazionata del momento nel campo progressista, ‘campo largo’ o ‘campo giusto’ che sia. Usata per scagliarla contro la premier e leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni e indicata tra le cause del risultato del voto in Sardegna, che ha premiato il rinsaldato asse Pd-M5S. La parola “arroganza” nelle ultime ore è stata reiterata da tutti big del centrosinistra: Schlein, Conte, Prodi, Boccia, lo stesso Renzi. Sembra che sia questa una delle strategie comunicative che da adesso in poi cavalcheranno le opposizioni, affibbiare alla premier l’etichetta di “arrogante” per cercare di scalfire il consenso e l’aurea granitica che la Meloni vanta nell’opinione pubblica anche rispetto alla classe dirigente del suo stesso partito, di FdI.

Il punto è che anche nel campo amico della stessa premier c’è chi ha rimproverato alla coalizione (ma il messaggio in bottiglia era rivolto a Meloni) questa “arroganza”.

MINZOLINI (IL GIORNALE) E GASPARRI (FI): “BISOGNA METTERE DA PARTE L’ARROGANZA”

Leggiamo il commento di ieri di Augusto Minzolini sul Giornale, di area centrodestra: “Per vincere la coalizione di governo deve mettere da parte innanzitutto l’arroganza che l’ha contagiata fatalmente dopo la vittoria alle ultime politiche”. E poi le parole del capogruppo di Forza Italia in Senato, Maurizio Gasparri, riportate sempre sul Giornale: “Abbiamo vinto le elezioni politiche ma questo non significa che abbiamo vinto per sempre. Ci vuole meno arroganza e una maggiore attenzione nella scelta dei candidati”.

Aggiungiamo le parole del sempre ostico per FdI Giorgio Mulè (Forza Italia), il quale in un’intervista a Repubblica ritiene che “c’è stato un problema evidente di analisi: imporre è sempre sbagliato” e quelle del vice di Salvini, Andrea Crippa sul Fatto quotidiano: “La coalizione va governata come faceva Berlusconi, che era molto generoso e concedeva qualcosa a tutti e non si vince da soli”.

Considerazioni che fanno il paio con quanto scritto ieri dal direttore di Libero quotidiano, nonché ex capo ufficio stampa a Palazzo Chigi, Mario Sechi: “La candidatura di Truzzu è, in ogni caso, il primo vero errore di valutazione fatto da Giorgia Meloni da quando è premier”.

CONTE: “MELONI HA GUIDATO IN PRIMA PERSONA LA COALIZIONE CON ARROGANZA”

Come dicevamo è sul fronte opposto che i vari leader stanno calcando la mano nel sottolineare la presunta ”arroganza” nelle gestione del voto in Sardegna di Giorgia Meloni. Per il presidente del M5S Conte, Truzzu “è stato molto generoso nei confronti della presidente Giorgia Meloni perché è lei che l’ha scelto. In realtà Giorgia Meloni ha riempito la campagna elettorale di gigantografie con la sua faccia: non so se ha dichiarato qualcosa ma non ci ha ancora messo la faccia, forse è il caso di mettercela personalmente perché credo abbia gestito questa vicenda un po’ con arroganza”. Concetto ribadito in un’intervista odierna al Corriere della Sera: “È una grande sconfitta” per Giorgia Meloni “che ha voluto guidare in prima persona la coalizione con arroganza, imponendo il suo candidato più fedele”.

SCHLEIN: “CON ARROGANZA MELONI HA FATTO UNA FORZATURA PER IMPORRE UNA CANDIDATURA”

Argomentazioni che vanno a braccetto con quanto affermato nelle scorse ore dalla segretaria del Pd Elly Schlein: “Con arroganza Giorgia Meloni ha fatto una forzatura per imporre una candidatura, quella di Paolo Truzzu. Sono venuti qui in pompa magna con premier e vicepremier schierati insieme, direi che Cagliari e la Sardegna hanno risposto con una vittoria straordinaria di Alessandra Todde”.

GLI EX PREMIER PRODI E RENZI: ARROGANZA E UMILIAZIONE PER GLI ALLEATI

Le fa eco il padre dell’Ulivo Romano Prodi, in un’intervista a ‘La Stampa.it, secondo cui Meloni “ha subito una doppia sconfitta: ha imposto un candidato e quel candidato si è rivelato sbagliato. E ora dovrà gestire l’impaccio di una sconfitta nella quale un alleato come la Lega è stato costretto a diverse ritirate. Arroganza più umiliazione mettono a rischio la coalizione”.

Per chiudere con un altro ex premier, Matteo Renzi: “C’è una sconfitta clamorosa di una donna, Giorgia Meloni, perché con tracotante arroganza ha voluto umiliare i suoi alleati. Ha scelto un candidato che ha perso nella sua città. La sconfitta è chiara”.

Leggi anche: In Sardegna “il primo vero errore della Meloni”, parla l’ex portavoce della premier

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