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Meloni si gioca la partita sulle nomine tra i dubbi su Cattaneo, il nodo Lega e la regia di Letta

Nomine

Tempi stretti per Mps ed Enav. Vertice politico sulle nomine rimandato alla prossima settimana o addirittura a Pasqua

Si fa sempre più evidente lo smarcamento della Lega dai banchi del governo in Aula prima al Senato e poi alla Camera. La ragione è ormai evidente e riguarda lo scontro sempre più acceso su poltrone e manager in scadenza che porteranno da qui a pochi mesi tanti volti nuovi tra partecipate dirette e indirette dello Stato.

LA RIUNIONE DI MARTEDÌ UN NULLA DI FATTO: TUTTO RIMANDATO ALLA PROSSIMA SETTIMANA SULLE NOMINE

La riunione di martedì a Palazzo Chigi tra la premier e i ministri Tajani, Salvini e Giorgetti sulle nomine ha prodotto un nulla di fatto, tanto da costringere a un riaggiornamento alla prossima settimana. Il problema sono le richieste. Scrive La Repubblica: “La Lega vorrebbe la guida di almeno uno dei quattro maggiori enti: Eni, Enel, Terna, Leonardo. Ma la trattativa è difficile”. Ma secondo Il Giornale “negli ultimi giorni è circolata l’ipotesi di far slittare l’assise ‘di peso’ rispetto alle convocazioni previste tra l’8 e il 15 maggio per avere più tempo per trovare un’intesa”

I PUNTI FERMI E I NODI

I punti fermi della Meloni sulle nomine sono Claudio Descalzi confermato all’Eni e lo spostamento di Stefano Donnarumma da Terna a Enel. “Ipotesi poco gradita a Salvini”, scrive il quotidiano romano che ipotizza come il consigliere Paolo Ciocca, da poco dimessosi da Consob potrebbe “ricoprire il ruolo di direttore del nuovo ufficio sulle partecipate sotto l’ombrello del Mef”. “Negli ultimi tempi – ipotizza però il Giornale – si è anche fatto il nome di Paolo Gallo ad di Italgas che avrebbe un curriculum più internazionale”

La Stampa da per certa la confera dell’attuale ad Luigi Lovaglio a Mps “ma non è ancora chiusa la partita per la presidenza. La Lega spinge per Nicola Maione, avvocato e membro del Consiglio di amministrazione ma ieri circolava anche il nome di Elisabetta Belloni, capo del Dis (…). In realtà stando a fonti di governo, la diplomatica potrebbe finire anche alla presidenza di Eni”.

MPS LA PRIMA A RINNOVARE, POI TOCCA A ENAV

Salvo sorprese, la prima a rinnovare i vertici dovrebbe essere Mps: “Tra domenica e lunedì dovrebbe indicare i propri candidati” per il cda la cui assemblea è convocata per il 20 aprile, si legge su Il Giornale. Se anche per il quotidiano torinese Lovaglio è sicuro della riconferma, “l’attuale consigliere della banca l’avvocato cassazionista Nicola Maione, dovrebbe passare alla presidenza salvo una diversa decisione in nome delle quote rosa”.

Discorso simile per Enav la cui assemblea è convocata il 28 aprile e dunque dovrebbe depositare la lista del Tesoro entro il 4 aprile. “Al posto dell’ad Paolo Simione potrebbe giungere, secondo i rumor” “Pasqualino Monti” e “Francesca Isgrò” come presidente “apprezzata dal centrodestra ma nominata dal governo Conte II”.

I TEMPI PER LE ALTRE NOMINE

Entro la metà di aprile si dovrebbero poi conoscere le liste del Tesoro anche per gli altri cda (Eni, Enel, Poste, Leonardo e Terna)

IL NODO DI GENERE

Di sicuro ci dovrebbe essere almeno il nome di una donna tra le grandi spa che cambieranno guida: tra le ipotesi in campo Roberta Neri all’Enav, Elisabetta Belloni per Leonardo o Montepaschi, ipotizza Repubblica.

GIANNI LETTA DI NUOVO AL CENTRO?

“Al centro della regia delle grandi nomine di Stato” sembra essere tornato invece Gianni Letta, scrive La Stampa. Un fatto che ha “tranquillizzato non solo Forza Italia ma anche la Lega”. Secondo quanto ricostruisce il quotidiano torinese “ha ricevuto nel suo ufficio di Largo del Nazareno Paolo Scaroni. Il manager è sponsorizzato da FI con gradimento leghista, per la presidenza di un’importante partecipata, preferibilmente Enel”. Ma c’è un ma: tra i cacciatori di teste incaricati dal tesoro di scovare i nomi per le poltrone delle spa pibbliche c’è la Spencer Stuart. “Ai meloniani non è sfuggito che Letta è stato nel board per anni e ieri nel partito della premier si chiedevano se fosse stata sua l’idea di inserire Roberta Neri nella lista dei possibili ad di Enav (o in alternativa di Terna).

TERZA CONSILIATURA PROBABILE PER DEL FANTE

“Alla terza consiliatura dovrebbe giungere l’ad di Poste Matteo Del Fante forte non solo degli ottimi bilanci e del rafforzamento nei servizi finanziari ma soprattutto attento al ruolo sociale della partecipata pubblica”, si legge sul Giornale.

E CATTANEO?

“Una delle figure chiave che potrebbe scompaginare le previsioni della vigilia che danno, oltre all’Eni, quasi sicuro il ticket Stefano Donnarumma-Scaroni all’Enel e la riconferma di Matteo Del Fante a Poste è quella di Flavio Cattaneo – si legge sul Domani -. Forse il manager d’area più competente che la destra ha nel suo carniere (…)sponsor di peso come Ignazio La Russa e Francesco Gaetano Caltagirone hanno puntato su di lui come successore di Francesco Starace all’Enel”. Ma su di lui ci sarebbero i dubbi della Meloni. Quali? “Cattaneo, risulta a Domani, era stato invitato insieme a Donnarumma alla conferenza programmatica di Fratelli d’Italia del 1 maggio 2022 e aveva inizialmente accettato di parteciparvi. Solo poco prima dell’inizio del meeting, però, ha dato forfait (…) Meloni ha fatto buon viso a cattivo gioco ma non ha apprezzato il diniego”.

Milano Finanza da invece Lorenzo Mariani, capo del costruttore europeo di missili Mbda il candidato numero uno del ministro della Difesa Guido Crosetto in Leonardo mentre all’Enel ipotizza il nome del capo delle Ferrovie Luigi Ferraris tra l’altro ex Cfo del colosso elettrico ed ex presidente di Enel Green Power. “Per l’Agcm infine FdI avrebbe in mente una donna ma i giochi non sembrano ancora fatti”. Per Domani perà “Ferraris resta di sicuro” e lo stesso accadrà per Aldo Isi in Anas “uomo dell’ad che potrebbe tenersi la poltrona per qualche mese nonostante qualcuno ne vaticini anche la rimozione. Qualche media ha addirittura immaginato possa essere proprio Isi il futuro commissario del Ponte sullo Stretto.

TENSIONI ANCHE SUL SUPERCOMMISSARIO PER L’EMERGENZA SICCITA’

Sempre Repubblica evidenzia infine come le tensioni di questi giorni abbiano riguardato anche il supercommissario per l’emergenza siccità. “La Lega si è prima opposta alla creazione di una figura unica, poi ha accettato la proposta di FdI solo in cambio della facoltà di indicarne il nome”. In lizza per il Carroccio ci sarebbero Gava o Morelli o “un tecnico” di area ma tra i candidati qualcuno ha anche fatto il nome dello stesso Salvini.

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