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Mise, sindacati attaccano la riorganizzazione

Pniec

I dipendenti assegnati agli Uffici di diretta collaborazione del segretariato generale del Mise, compreso il Segretariato generale, sono 187, un piccolo ministero dentro il ministero

Un ministero “paralizzato” e una “organizzazione caotica e irrazionale”. Arriva una durissima presa di posizione dei sindacati della funzione pubblica sulla riorganizzazione del ministero dello Sviluppo economico. E per questo chiedono un incontro con il ministro Stefano Patuanelli mentre è fissata per oggi un’assemblea presso il parlamentino del dicastero a cui è invitato a partecipare tutto il personale.

DA INIZIO LEGISLATURA DECISIONI GESTIONALI NEL SEGNO DI IMPRONTITUDINE È ARROGANZA

“È bene che si sappia che dall’inizio della legislatura questo Ministero ha subito decisioni gestionali adottate nel segno dell’improntitudine e dell’arroganza – scrivono i sindacati -. La prima decisione a stata quella di procedere a febbraio 2019 alla sciagurata rotazione dei Direttori Generali, forse perché faceva molto trendy. Per giustificarla l’allora Ministro Di Maio usò questa parole: ‘Oggi al ministero dello Sviluppo economico ho disposto la rotazione di died direttori generali su tempo di togliere le incrostazioni che si sono accumulate nel corso degli anni’. Belle parole, seguite dal nulla. Anzi, dal caos. Non contenti si a passati alla riorganizzazione. Riportiamo ancora le parole del Ministro Di Maio: ‘Il nostro obiettivo è fare una piccolo rivoluzione in tutti i Ministeri e più, in generale in tutta la Pubblica Amministrazione. Piq efficienza, pig risparmi. Non si campa pie, di rendita e di posizioni acquisite. Adesso se vuoi andare avanti devi dimostrare di meritarlo e di saper for bene it tuo lavoro, anche all’intemo delle strutture pubbliche”.

NESSUNA VERA ROTAZIONE AL MISE, ORGANIZZAZIONE CAOTICA E IRRAZIONALE

“II nuovo regolamento di organizzazione del 19 giugno 2019, ha previsto che il Mise passi da 15 a 12 direzioni generali, che scenderanno ad 11 nel 2020 quando, in virtù del decreto legge 104 del 2019, la politica commerciale con i suoi cospicui fondi verrà portata in dote al Ministero degli affari esteri di cui Di Maio è il nuovo Ministro, prelevando 107 unità dal Mise, suo precedente Ministero, con conseguente riduzione della dotazione organica del Mise, tenuto canto che per quattordici mesi di permanenza al MiSE non ha ritenuto di fare nulla – proseguono i sindacati -. Ne è nata un’organizzazione caotica ed irrazionale: direzioni generali sovradimensionate e disorganiche, direttori generali spostati due volte in un solo anno da una competenza ad un’altra senza tenere conto della formazione e dell’esperienza professionale ed un Segretario generale sempre più potente e pervasivo che ‘monitora e verifica i risultati degli enti e società vigilati da Mise’ ma che lascia inalterata la situazione sulle centinaia di milioni di euro dati in convenzione a queste Società ed Enti! Peraltro, nonostante sia stato sostenuta dal precedente Ministro On. Di Maio che il procedimento di riordino ha preso le mosse dall’esigenza di ‘togliere le incrostazioni che si sono accumulate nel corso degli anni’ sono proprio le recenti nomine dirigenziali generali a contraddire le intenzioni del Ministro. Sono stati infatti, nominati alla Direzione Generale per l’approvvigionamento, l’efficienza energetica e la competitivita ed alla Direzione Generale per le infrastrutture e la sicurezza del sistema energetico nazionale le stesse persone che, ante riorganizzazione, dirigevano i corrispondenti Uffici dirigenziali generali titolari, in buona sostanza, delle medesime funzioni oggi attribuiti alle sopra citate Direzioni. Quindi, vera rotazione non c’e stata”.

NESSUN RISPARMIO

“Ed i risparmi? E qui viene il bello – aggiungono ancora le organizzazioni sindacali -. Il taglio delle direzioni generali del Mise ha riguardato solo le direzioni ma non i posti teorici di dirigente di prima fascia che sono rimasti 19, come indica la Tabella A allegata al Regolamento. Gli stessi di prima. Con il taglio delle direzioni generali, avvenuto per pensionamenti e non per strategia di rilancio di settori produttivi, i posti sulla carta di dirigente di prima fascia a disposizione per incarichi di consulenza e studio sono cosi divenuti cinque. Con la precedente organizzazione c’era un solo posto di consulenza e studio assegnato ad un dirigente di prima fascia. Questa è l’efficienza collegata ai risparmi, tanto sbandierati? II Segretario generale del Mise, che Lei Signor Ministro ha confermato, ha avviato la ricerca di due incarichi di consulenza da dirigente di prima fascia. II primo, il Responsabile per prevenzione della corruzione e trasparenza(che in base della circolare n.1/2013 della Funzione Pubblica, dei PNA dell’ANAC e dei vincoli legali esistenti in materia di dotazioni organiche deve essere attribuito a dirigenti titolari di ufficio, evitando la designazione di dirigenti con incarico di studio e consulenza), che nella precedente organizzazione era assegnato ad un direttore in via accessoria e gratuita, ci risulta che a andato, per pochi mesi, ad un dirigente generale prossimo alla pensione, in barba ad ogni elementare principio di continuità”.

DISINTERESSE PER LE FUNZIONI DELL’ANTICORRUZIONE

“È evidente, peraltro, come la nomina a RPCT di personale dirigenziale, ancorché di livello generale, prossimo al pensionamento non possa appagare le esigenze di effettività e stabilità che tale ruolo sottende. Le recenti nomine dirigenziali generali svelano, dunque, un sempre più radicato disinteresse dell’organo di indirizzo politico rispetto all’effettivita della funzione dell’anticorruzione e alla stabilità della nomina a RPCT, che di quella funzione rappresenta l’ubi consistam – ammettono i sindacati -. Il che è confermato dalle modalità con cui si è proceduti al conferimento dell’altro incarico di consulenza da dirigente di prima fascia, il Responsabile della protezione dei dati che invece a generalmente un professionista con una conoscenza specialistica della normativa e delle prassi di gestione dei dati personali. Trattandosi di un compito non strategico, nelle altre Amministrazioni centrali viene svolto in via accessoria da un dirigente o addirittura, come al ministero dell’ambiente, da un funzionario, senza remunerazione aggiuntiva. Al Mise questa figura, che opera “in stretta collaborazione con il Segretario generale”, viene invece remunerata come dirigente generale e viene scelta sulla base di misteriosi criteri quale “aver gestito ilcontenzioso del personale o avere gestito i fascicoli personali dei dipendenti”, senza tenere in alcun conto che I’istruttoria per questa nomina e stata curata dall’Ufficio di provenienza del dirigente poi prescelto: incredibile e trasparente! Potrebbe seguire a breve un altro incarico per coprire la figura del Vice Segretario generale che, unico caso tra le Amministrazioni centrali, e di livello dirigenziale generale e che dovrebbe essere ad appannaggio, dopo “regolore” interpello, dell’attuale Segretario Generale del Ministero del lavoro, non pie rinnovato ed esterno al dicastero. Altre preoccupanti decisioni assunte e da assumere riguardano poi la ipotizzata ed imminence nomina di un dirigente ex art. 19 comma 6 (dipendente che apparterrebbe alla seconda area funzionale)”.

PER IL SEGRETARIO GENERALE UN PICCOLO MINISTERO NEL MINISTERO. ECCO COSA CHIEDONO I SINDACATI AL MINISTRO.

In sostanza, concludono le organizzazioni sindacali “le chiediamo, Signor Ministro, è questa la rivoluzione? E’ questa I’efficienza? Sono questi i risparmi? Assistiamo sgomenti ad un segretariato generale che ritiene che il suo peso si misuri con il numero degli uffici e delle persone che lo compongono e non con atti di coordinamento concreti ed utili. I dipendenti assegnati agli Uffici di diretta collaborazione, compreso il Segretariato generale, sono 187, un piccolo ministero dentro il ministero. E’ consapevole che la riorganizzazione, per come è stata gestita, ha di fatto paralizzato il Ministero nell’ultimo quadrimestre del 2019 e rischia di compromettere l’utilizzo delle risorse di bilancio del dicastero che dovranno essere impegnate entro il 5 dicembre prossimo, data di chiusura del Sicoge? Ci può garantire che I’operazione ‘taglia e cuci’ è terminata o invece ci dobbiamo aspettare altre sorprese e dipartite di competenze e personale? E’ a conoscenza, infine, che le ordinarie missioni presso gli uffici della UE sono di fatto bloccate perche non si riesce a risolvere tl problema delle spese da rimborsare a Cisalpina? Signor Ministro, le scriventi organizzazioni sindacali ritengono che non è più possibile rinviare l’incontro chiarificatore con la S.V., indispensabile al fine di rassicurare TUTTO il personale del dicastero, sugli obiettivi e sul futuro dello stesso”.

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