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Mobilità, come il M5s punta sul car sharing

È stato assegnato nei giorni scorsi alla Commissione Trasporti di Montecitorio il testo della proposta di legge di Diego De Lorenzis (M5S) sul Car Sharing

Promuovere il car sharing tra privati. È questo il senso di una proposta di legge presentata da Diego De Lorenzis (M5S) intitolata “Disposizioni per la promozione dell’utilizzo condiviso di veicoli privati (car sharing)”. Il testo presentato lo scorso 3 luglio è stato assegnato nei giorni scorsi alla Commissione Trasporti di Montecitorio in sede referente. (qui il testo della proposta)

COME NASCE L’IDEA DELLA PROPOSTA DI LEGGE

Il tasso di motorizzazione del nostro Paese tra i più alti d’Europa: le automobili private sono più di 37 milioni a fronte di una popolazione di circa 60 milioni di abitanti. In questo contesto, svetta soprattutto il numero di auto intestate a privati – si legge nella proposta di legge -. Il trasporto pubblico versa in grave difficoltà anche a causa delle numerose e importanti decurtazioni effettuate, soprattutto negli ultimi anni, alle risorse della finanza pubblica erogate per tale finalità dallo Stato, dalle regioni e dagli altri enti locali. Questa situazione ha indotto pertanto all’acquisto e al mantenimento di un’autovettura quasi per ciascun componente di ogni famiglia, con un costo medio annuo oggi stimato in oltre 6.700 euro”.

L’AVVENTO DELLA SHARING ECONOMY

“Oltre alla difficoltà di acquisto dei veicoli, la crisi economica ha importanti ripercussioni sulla capacità di spesa relativa alla loro gestione e manutenzione, rese ancora più difficili dall’aumento dei prezzi del carburante, della sosta e del pedaggio autostradale nonché di altri costi legati al possesso esclusivo di un veicolo – prosegue il testo del disegno di legge -. Questa fase di crisi induce quindi il declino dei modelli economici tradizionali ma, grazie anche alla grande diffusione delle moderne tecnologie, fa emergere in maniera ormai dirompente nuovi modelli di impiego più efficiente delle risorse. L’autovettura di proprietà spesso rimane infatti parcheggiata e inutilizzata per la maggior parte del tempo e questo evidenzia uno spreco di risorse in termini sia di impiego dello spazio urbano, sia dell’uso della vettura. I modelli economici tradizionali, basati sulla concorrenza e sulla proprietà esclusiva, stanno quindi gradualmente lasciando il posto ad altri scenari basati sulla collaborazione e sulla condivisione”. Gli strumenti e le tecnologie digitali contribuiscono allo sviluppo del fenomeno della sharing economy con la diffusione sempre più frequente di piattaforme per l’uso condiviso di risorse.

BOOM DELLE PIATTAFORME COLLABORATIVE

“In Italia, secondo uno studio del sito www.collaboriamo.org e dell’Università cattolica del Sacro Cuore, le piattaforme collaborative già nel 2015 erano 186, il 34,7 per cento in più rispetto al 2014, e tra queste il 22 per cento riguardava il settore dei trasporti; tali percentuali sono ancora aumentate negli ultimi anni. La presente proposta di legge, indicando una precisa definizione di car sharing tra privati alla pari, ‘peer to peer’, contribuisce a dare stabilità normativa per favorire la progettazione e la realizzazione di piattaforme che consentano la diffusione di questa pratica, in modo da estendere a ogni proprietario di un’autovettura la possibilità di condividere il proprio veicolo, con un notevole impatto sociale, economico e ambientale”.

L’OBIETTIVO E LA DEFINIZIONE DEL CAR SHARING

L’obiettivo, si legge nella proposta “è quello di garantire un uso più efficiente del parco di veicoli privati circolanti e la contestuale diminuzione del numero medio di veicoli parcheggiati e non utilizzati. Ma anche la progressiva riduzione del numero di veicoli di proprietà privata individuale e un migliore e più razionale impiego degli spazi urbani”. Per “car sharing tra privati” si intende “l’uso di un veicolo privato che viene messo in condivisione dal proprietario in favore di soggetti terzi che lo utilizzano per fini privati. Gli utilizzatori del veicolo messo in condivisione possono, inoltre, essere posti in contatto tramite servizi dedicati a questo scopo”. Si prevede, inoltre, che l’uso condiviso di veicoli privati “non si configuri come attività di impresa e non costituisca servizio di noleggio ovvero di trasporto professionale; per questa ragione è esplicitamente indicato che non può essere previsto alcun tipo di corrispettivo salvi eventuali rimborsi per le spese e per i maggiori costi sostenuti dal proprietario, che in ogni caso non concorrono alla formazione del reddito”.

LA PROPOSTA DI LEGGE: MODIFICHE AL CODICE DELLA STRADA, TARIFFE E RESPONSABILITÀ

In particolare, al fine di garantire la certezza del regime giuridico dell’istituto che si introduce, è prevista la modifica all’articolo 82, comma 4, del codice della strada, in forza della quale si tiene a precisare che è “uso proprio” del veicolo di proprietà privata anche la condivisione temporanea di un veicolo privato per un periodo non superiore a trenta giorni in favore di un soggetto terzo che lo utilizza per fini privati. L’articolo 3 indica che è responsabilità delle eventuali piattaforme che gestiscono il servizio la definizione di tariffe chiare e trasparenti per chi usa i veicoli condivisi da altri e d’altra parte impone la corresponsione al proprietario del veicolo in condivisione del rimborso per le spese ammissibili, mediante metodi tracciabili. Al riguardo si precisa che il gestore della piattaforma agisce in veste di agente provvisorio di raccolta dei pagamenti di ciascun proprietario allo scopo di accettare pagamenti dagli utenti richiedenti i veicoli a nome e per conto dei proprietari. All’articolo 4 si prevedono misure per la promozione di piattaforme digitali nel settore del car sharing tra privati. Si specifica altresì l’importanza della diffusione di queste forme di economia della condivisione, applicate al trasporto di persone, istituendo presso il Ministero competente un programma coordinato di iniziative di informazione e di educazione alla mobilità alternativa e sostenibile, con particolare riferimento alla promozione del car sharing tra privati. La proposta di legge non comporta nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato.

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