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Napoli, la compilazione delle liste finisce in rissa. Pietro Diodato cambia partito

Pietro Diodato

Il racconto del consigliere regionale che ha depositato le liste insanguinato: «Pietro Diodato, dopo aver provato a candidarsi con Maresca, è tornato questa mattina negli uffici di Fratelli d’Italia chiedendo di essere inserito nuovamente. Al mio rifiuto è scappato con alcuni documenti elettorali. Io ho provato a fermarlo e lui mi ha aggredito»

Il fenomeno dei transfughi è tristemente conosciuto e in alcuni – rarissimi – casi perfino più nobile di quanto non si vorrebbe ammettere, soprattutto quando, nel corso di una legislatura, un esponente politico si rende conto di non avere più punti di contatto col proprio partito. In genere, queste fughe da un partito all’altro si verificano dopo le elezioni, molto più raramente prima. A Napoli, però, città dalla lunga tradizione teatrale, succede anche questo. Protagonista del repentino cambio di casacca Pietro Diodato, fino a qualche ora fa uomo di punta di Fratelli d’Italia a Pianura.

Secondo quanto riporta il Mattino, alla base del trambusto una vera e propria rissa tra candidati. A raccontare la vicenda ai giornali il consigliere regionale Marco Nonno, che si è presentato all’ufficio elettorale di Soccavo per depositare le liste elettorali con la maglietta stropicciata e insanguinata. Nelle liste che aveva in mano non figurava più il nome di Pietro Diodato.

Stando al racconto di Nonno: «Diodato ha deciso nella tarda serata di ieri di ritirare la sua candidatura e quella di alcuni esponenti a lui vicini perché non sentiva il sostegno del partito. Dopo aver provato a candidarsi con Maresca è tornato questa mattina negli uffici di Fratelli d’Italia chiedendo di essere inserito nuovamente. Noi avevamo passato la notte a rifare le liste e gli ho detto di no. Così lui ha provato a scappare con alcuni documenti elettorali. Io ho provato a fermarlo e lui mi ha aggredito».

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Ancora più teatrale la versione di Diodato: «INAUDITO! – ha scritto sui social – Sono stato aggredito nella sede di Fratelli d’Italia con una testata che mi ha spaccato la fronte, da quel delinquente di Marco Nonno, che voleva impedire la mia candidatura al consiglio comunale e quella dei miei amici nelle municipalità. Spalleggiato da alcuni personaggi “palestrati”, utilizzati per la bisogna, ha trasformato la sede del mio partito in un covo personale per imporre la sua legge con la violenza. Siamo scappati per rifuggiarci sotto le insegne della legalità di Catello Maresca. E con lui, senza alcuna paura combatteremo la buona battaglia. A Napoli, in questo momento, Fratelli d’Italia non è un luogo sicuro per le persone perbene».

Pietro Diodato, che sui social di sé scrive: “Sul mio cuore sventola sempre la stessa bandiera. Quella che ammainammo per rincorrere vacue promesse di poltrone e potere”, si è ritrovato così a ricambiare partito nel giro di pochi giorni. Ma al Corriere dice: «In realtà, avendo capito che nel partito avrebbero tentato di farmi fuori, il 30 agosto avevo già firmato per Maresca sindaco». Il gong della presentazione delle liste ormai è stato suonato e, almeno fino al 4 ottobre, Diodato dovrà restare dov’è. Ci riuscirà?

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