Il Patto per il Nord diventa un partito: ieri il congresso fondativo a Treviglio. Ecco chi sono i dissidenti leghisti che hanno aderito, qual è il programma della nuova forza politica e i possibili alleati
Nel logo non c’è Alberto da Giussano, ma Pinamonte da Vimercate, altro strenuo oppositore dell’Impero ed eroe della Lega Lombarda. L’autonomismo e il federalismo tornano orgogliosamente al centro del villaggio, in controtendenza rispetto alla svolta nazionalista e sovranista che Matteo Salvini ha imposto alla Lega Nord. Rifiuto categorico del Ponte sullo Stretto e del vannaccismo, radici settentrionaliste ben esplicitate, Roma nuovamente simbolo della (cattiva) gestione centralizzata della cosa pubblica, il Nord inteso come motore di sviluppo e innovazione a beneficio dell’intero Paese.
Sono le caratteristiche salienti del nuovo Patto per il Nord, la forza politica tenuta a battesimo ieri a Treviglio (BG), con l’elezione del segretario e leader: si tratta dell’ex parlamentare del Carroccio, già segretario in Lombardia, poi espulso dal partito all’indomani delle ultime europee, Paolo Grimoldi.
IL PROGRAMMA DI PATTO PER IL NORD
Il programma del Patto per il Nord si fonda sull’idea che il federalismo sia la strada per costruire un’Italia più responsabile, efficiente e vicina ai cittadini. Le riforme istituzionali proposte puntano a realizzare autonomie differenziate, un vero federalismo fiscale, una Camera delle Regioni e una forte semplificazione dello Stato, affinché le decisioni vengano prese dove i problemi nascono.
La sfida a Matteo Salvini, considerato sostanzialmente un traditore dello spirito originari del Carroccio, e chiarissima nelle premesse, si sostanzia nella netta opposizione al progetto del Ponte sullo Stretto. Il rifiuto dell’opera campeggia anche sul sito della neonata forza politica nella forma di un invito a sottoscrivere la petizione per impedirne la costruzione.
La visione urbana è policentrica: non una capitale, ma una rete di città e borghi rigenerati e interconnessi. Si propone inoltre una finanza radicata nei territori, capace di sostenere distretti e imprese, insieme a un’agricoltura moderna che unisce qualità, tecnologia verde e tutela dell’ambiente. Il rapporto Nord–Sud viene ripensato come alleanza produttiva, lontana dall’assistenzialismo, mentre sul piano internazionale il riferimento è all’Europa delle Regioni, con il Nord protagonista di relazioni economiche e culturali oltre i confini nazionali.
CHI SONO GLI EX LEGHISTI DENTRO PATTO PER IL NORD
Tra le fila del nuovo partito molti gli ex leghisti della prima ora. Tra questi Giuseppe Leoni, che si è incaricato di rinnovare, durante il suo discorso alla platea, la natura antifascista del progetto politico. Dentro anche Monica Mazzoleni, già vice prima cittadina di Martinengo e consigliera regionale in Lombardia, l’ex sindaco di Quinzano d’Oglio Lorenzo Olivari, il bossiano Luigi Dossena (l’inventore dei gazebo), Giancarlo Pagliarini, ex ministro nel primo governo Berlusconi, che chiude gli interventi dal palco da presidente delle “consulte”.
Tra i relatori non figurano invece gli altri due fondatori annunciati, ossia l’ex ministro Roberto Castelli e l’ex secessionista Roberto Bernardelli, già alla guida di Grande Nord, e oggi tesoriere e amministratore della nuova formazione.
CHI C’ERA AL CONGRESSO DI TREVIGLIO
In molti e da ogni versante politico guardano con interesse al nuovo progetto politico che punta a riappropriarsi dell’elettorato nordista.
Importanti segnali di supporto arrivano da chi, nonostante tutto, con Salvini è al governo: Fratelli d’Italia invia l’uomo dei La Russa Marco Osnato, mentre il rappresentante degli azzurri di Tajani è il coordinatore regionale in Lombardia Alessandro Sorte.
Presenti anche vari esponenti di altre aree: l’ex deputato, oggi nel consiglio regionale lombardo Emilio Del Bono (Pd), l’ex renziano ora alla guida del Partito Liberaldemocratico Luigi Marattin e Benedetto della Vedova di +Europa, oltre al frontman di Democrazia sovrana popolare e candidato in Veneto, Marco Rizzo. All’evento di Treviglio doveva esserci perfino Carlo Calenda, che ha poi ha dato forfait.
Fonte immagine: profilo Facebook di Patto per il Nord Paolo Grimoldi

