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Nei secoli fedeli, ma non al Green Pass. Mugugna anche il sindacato dei Carabinieri
Il sindacato dei Carabinieri Unarma: “Serve normativa che tuteli il nostro personale e non alimenti faide tra vaccinati e non vaccinati”
«Continua a risultarci paradossale vietare ai soggetti, non possessori della certificazione verde, di accedere alle mense militari quando al contempo si permette alle stesse persone di poter intraprendere il servizio congiuntamente, magari all’interno dello stesso veicolo o dello stesso ufficio». È quanto ha affermato Antonio Nicolosi, segretario generale di Unarma, unendosi al coro di proteste dei lavoratori.
Non è la prima volta che Unarma prende una posizione critica contro l’obbligo di Green Pass nelle mense. In una nota di qualche giorno fa, si legge: “Ancora più paradossale è che all’interno di qualsiasi mensa ovvero locale di ristorazione, sia esso civile o militare, si procede ad un controllo della certificazione senza verificare se quegli stessi soggetti siano attualmente positivi o meno non venendo il Green Pass, allo stato attuale, revocato in caso di contagio. L’auspicio è quindi quello che nel più breve tempo possibile si possa addivenire ad una normativa finalizzata a tutelare realmente il nostro personale e non volta a creare delle discriminazioni ovvero ad alimentare “faide” interne tra i soggetti vaccinati e non vaccinati come sembrerebbe stia accadendo in quest’ultimo periodo”.
“Nessuno, o meglio quasi nessuno – sottolinea il sindacato dei Carabinieri -, si è accorto che il vero “vulnus” del Green Pass risiede proprio nella sua mancata sospensione laddove un soggetto, seppur vaccinato, contragga il Covid-19. Difatti non sembra che gli organi deputati al controllo abbiano predisposto strumenti idonei a sospendere la Certificazione Verde nel caso si risulti positivi al virus. Ne consegue un serio rischio alla salute di tutti coloro che ad oggi, per scelta o per necessità, non si siano sottoposti al siero sperimentale. Pertanto l’intento di questa Associazione Sindacale non è quello di entrare in sterili ed inutili polemiche su chi sia a favore o meno del vaccino quanto quello di spronare le Istituzioni a focalizzarsi sulla vera essenza della problematica”.