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Nella Milano ferita dal Covid, nuove forme di povertà

Povertà Milano

Emergency: “Una persona che non ha mai chiesto aiuto non ha idea di chi contattare. Per questo, in un momento di difficoltà, si affida a chi gli è più vicino, come il comitato di quartiere o la piccola associazione”. Così la povertà avanza in una delle città più attive e ricche del Paese: Milano

A Milano la pandemia ha creato nuove povertà. Lo dice il report di Emergency, nato dal progetto di distribuzione alimentare Nessuno Escluso. Secondo i numeri, la metà dei beneficiari ha visto il proprio reddito completamente azzerato, mentre per quasi un terzo si è dimezzato.

LE NUOVE POVERTÀ A MILANO IN NUMERI

Nei primi nove mesi di distribuzione gratuita di pacchi alimentari e di prima necessità consegnati a quasi 3mila nuclei famigliari in difficoltà economica, per un totale di più di 11mila persone tra Milano, Roma, Napoli, Catanzaro, Piacenza. In totale sono 90 mila i pacchi consegnati (75 mila alimentari e 15 mila per l’igiene personale e della casa) nelle città di Milano, Roma, Napoli, Catanzaro e Piacenza. Secondo i dati, solo a Milano – la città da cui è partito il progetto – di 1.600 nuclei famigliari finora presi incarico quasi la metà (45%) ha visto il proprio reddito completamente azzerato nell’ultimo anno o ridotto a più della metà (32%) a causa della pandemia.

Esrb

Oltre la metà delle famiglie beneficiarie è composta da più di 4 persone di cui almeno un figlio è minorenne (74%), mentre 1 famiglia su 10 è mono genitoriale. Quasi il 30% delle famiglie che riceve il pacco non riesce più a pagare l’affitto, mentre più del 60% teme di non riuscire a pagarlo nei prossimi mesi. L’80%, inoltre, si rivolge al centralino perché non riceve aiuti economici istituzionali (reddito di cittadinanza, bonus, sussidi).

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I beneficiari di Nessuno Escluso appartengono a una fascia di cittadini sconosciuta al sistema di aiuto tradizionale, perché spesso non in possesso dei requisiti formali per accedere a misure di sostegno pubbliche: nuclei famigliari numerosi che prima dell’emergenza riuscivano ad autosostentarsi, persone sole, colf e badanti che hanno perso il lavoro, giovani impiegati in settori lavorativi bloccati (ristorazione, eventi…), lavoratori in cassa integrazione, professionisti con partita Iva, lavoratori precari o in nero. Italiani e stranieri. Quasi tutti, prima dell’emergenza, erano in grado di provvedere alle spese principali.

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“Vediamo persone e famiglie che non avevano mai dovuto chiedere aiuto a nessuno e che oggi, invece, sono in forte difficoltà – racconta Marco Latrecchina, referente nazionale del progetto Nessuno Escluso –. Noi siamo al loro fianco per dare un supporto con tutta la dignità che queste persone meritano, insieme alle tante associazioni e realtà che si sono rimboccate le maniche e hanno trovato la forza di dare una risposta ai nuovi bisogni che questo periodo ha fatto emergere”.

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Chi si rivolge ad Emergency per ottenere il sostegno dei pacchi di Nessuno Escluso “viene selezionato tramite un vero e proprio triage attraverso un questionario che mira a comprendere qual è la condizione della persona e della sua famiglia, e quali le necessità, così da poter fornire in caso anche dei kit per bisogni speciali”, spiegano dalla no profit.

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“Otre ai pacchi, distribuiti settimanalmente a ciascuna famiglia, contenenti alimenti e beni di prima necessità (latte, olio, pomodoro, pasta, ma anche detersivi, dentifrici e prodotti per l’igiene personale e della casa) è possibile ricevere anche pacchi per bambini, anziani, celiaci, vegetariani e chiunque abbia altri bisogni specifici. Una volta al mese viene consegnato a ciascuna famiglia un kit per l’igiene personale e della casa”.

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“La mancanza di reddito è sicuramente il criterio principale per poter accedere al programma di Nessuno Escluso. Ma abbiamo notato che lo scivolamento nella povertà ha conseguenze purtroppo anche in diversi altri ambiti, come quello della casa: le persone con cui parliamo di solito avevano una casa stabile, ma ora si trovano a rischio di perderla o vi hanno già rinunciato. Prima pagavano un affitto o un mutuo, ora non ci riescono più. Nei casi più gravi hanno anche scelto di lasciare la loro abitazione per trasferirsi da amici o famigliari”, racconta Francesca Agnello, Coordinatrice Nessuno Escluso a Milano.

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“Una persona che non ha mai chiesto aiuto non ha idea di chi contattare. Per questo, in un momento di difficoltà, si affida a chi gli è più vicino, come il comitato di quartiere o la piccola associazione. È stato grazie a questa rete informale ma capillare sul territorio che siamo stati in grado di entrare in contatto con chi si trovava in stato di bisogno e di agire tempestivamente,” conclude la coordinatrice del progetto di Milano.

 

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