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Perché il nuovo codice della strada di Salvini è al centro delle polemiche

Salvini Codice Della Strada

Oggi alla Camera si vota il provvedimento voluto dal vicepremier, leader della Lega e ministro delle Infrastrutture e trasporti Matteo Salvini

Matteo Salvini continua a essere senza dubbio l’esponente di governo più divisivo, tanto all’interno della maggioranza quanto a livello nazionale. Dopo le inopportune (anche se non inattese) parole sulle elezioni farsa in Russia, oggi è il giorno della votazione del “suo” codice della strada.

OGGI IL VOTO SUL CODICE STRADALE DI SALVINI

L’esame alla Camera è iniziato stamattina per poi essere interrotto prima di pranzo. Nella prima tranche si è arrivati a dibattere e approvare fino all’articolo 20. Sul disegno di legge denominato Sicurezza stradale, il presidente della commissione Trasporti della Camera, Salvatore Deidda (FdI), ha anche richiesto la convocazione del comitato dei nove sul provvedimento.

A far discutere, però, sono state le tante chiamate arrivate a Montecitorio. Numerosi interventi notificati dagli attivisti della mobilità sostenibile che hanno chiesto di stoppare questo provvedimento. Secondo gli organizzatori si sono contate oltre trecento telefonate in appena un’ora.

CHI NON VUOLE E PERCHE’ QUESTO DDL

Già nei giorni scorsi, le famiglie delle tantissime vittime della strada in Italia hanno scritto e firmato un appello rivolto al governo e alla premier Giorgia Meloni, mobilitandosi in diverse città. Ecco la lettera: “Non voglio essere la prossima persona che si troverà a dover girare un video del genere. Nessuna e nessuno dovrebbe più esserlo. Vi chiediamo di sospendere l’approvazione del Nuovo Codice della strada e di incontrare le associazioni dei familiari delle vittime sulla strada per riscriverlo insieme a loro e a chi – con loro e per loro, a partire dalla società civile – si sta mobilitando per chiedere più sicurezza sulle strade”, si legge.

“L’attuale disegno di legge all’esame del Parlamento, infatti, contiene tanti, troppi articoli che vanno manifestamente contro ogni evidenza scientifica in materia di sicurezza stradale, allentando regole e controlli su alta velocità e traffico motorizzato, restringendo i diritti e gli spazi di sicurezza per gli utenti più vulnerabili, togliendo capacità di intervento a qualsiasi amministrazione comunale e in generale non intervenendo in modo sistematico sulle cause primarie degli incidenti stradali in base ai dati Istat. Fare scelte che tutelino la vita e la sicurezza delle persone sulle strade è un dovere che va oltre le legittime scelte politiche di chi governa. Purtroppo l’attuale disegno di legge va nella direzione opposta, aggiungendo poco e togliendo molto per poter finalmente dire: basta morti in strada. Ma Voi, e Lei – Presidente – in particolare siete ancora in tempo per scrivere una storia diversa, una storia Giusta”.

Secondo Francesca Chiodi, presidente del Movimento Diritti dei Pedoni, sarebbe servito un coinvolgimento vero e pieno delle associazioni sensibili al tema della sicurezza stradale. Più in generale, viene malvisto il favore che di fatto si fa alle velocità più alte con gli autoveicoli senza peraltro aprire la strada alle forme di mobilità alternative. Una via, quest’ultima, perseguita anche a livello Ue. Il ministro Salvini, invece, viene attaccato per l’opposizione a misure come i 30 km/h nelle città, puntando anzi al divieto di autovelox sotto i 50 all’ora nelle aree urbane e sotto i 90 per le strade extra-urbane.

LA DIFESA DEL MIT DI SALVINI

“Il Codice della strada su cui si esprimerà il Parlamento è frutto di numerosi confronti, anche con decine di associazioni e soggetti istituzionali: dopo decenni di attesa, su impulso del vicepremier e ministro Matteo Salvini, sono state aggiornate delle norme con alcune innovazioni già presenti all’estero come l’alcolock. L’auspicio è che ci sia una rapida approvazione”, hanno detto fonti del Mit (il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti) questa mattina. “Le polemiche delle ultime ore sono sconcertanti: appaiono come l’ennesimo tentativo della sinistra di dire sempre e solo No”.

COSA C’E’ E COSA NO NEL NUOVO CODICE DELLA STRADA

E, dunque, cosa prevede più nello specifico il ddl sulla sicurezza stradale? Sostanzialmente, si inaspriscono le pene amministrative (da 165 a 250 euro e poi 350 euro per reiterazione entro due anni) per la guida con il telefono e il superamento reiterato dei limiti di velocità in nei centri abitati. Dove potranno, e solo qui, circolare i monopattini purché muniti di contrassegno per l’identificazione e assicurazione.

Pene inasprite anche per punire chi abbandoni animali per strada determinando incidenti. Altre norme riguardano, ad esempio, i motocicli in autostrada, le ztl territoriali e i neopatentati.

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