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Occupazione e sicurezza, si amplia il gap tra regioni. Ecco lo studio Ocse

imprese

Maglia nera della Calabria per la disoccupazione giovanile e della Campania per quella di genere. Nel Lazio il maggior numero di furti auto d’Italia

L’Italia si colloca al primo posto tra i paesi Ocse per le disparità occupazionali a livello regionale ed è al secondo posto per le disuguaglianze nella sicurezza. Il giudizio arriva dalla stessa organizzazione internazionale che rileva come le già ampie disparità economiche tra le diverse regioni italiane siano aumentate negli ultimi anni.

DISOCCUPAZIONE GIOVANILE AL TOP IN CALABRIA

Il tasso di disoccupazione giovanile in Calabria è tra i più alti dell’Ocse, con oltre il 55% dei giovani disoccupati. Tassi di disoccupazione giovanile superiori al 50% si osservano anche in Puglia, Campania e Sicilia, mentre la provincia di Bolzano mostra il tasso più basso del paese (10% nel 2017). La Campania, inoltre, ha il più alto gender gap – indicatore del divario di genere – per la disoccupazione femminile (10,3). Un dato maggiore anche della Grecia: nell’Ocse solo l’Anatolia fa peggio.

LA VAL D’AOSTA TRA LE REGIONI PIÙ SICURE DELL’OCSE. NEL LAZIO IL MAGGIOR NUMERO DI FURTI AUTO

Non solo. L’Italia si colloca al secondo posto anche per le disuguaglianze nella sicurezza. E ci sono divari ampi anche nell’ambiente, nell’accesso ai servizi, nella casa, nella sanità, nella scuola e, in generale, nel livello di soddisfazione della vita che vede il suo massimo in Val d’Aosta e il minimo in Calabria. Milano e Venezia si collocano però nel 2% delle aree metropolitane con l’inquinamento atmosferico più elevato di tutta l’Ocse. In materia di sicurezza, la Val d’Aosta è tra le regioni più sicure dell’intera Ocse (0,4 omicidi per 100.000 persone), mentre la Sicilia è nel 10% meno sicuro (4,5 omicidi per 100.000 abitanti). La regione italiana con il maggior numero di furti d’auto è il Lazio (187 per 100mila abitanti), quella con il minor numero è la provincia di Trento (12 per 100mila persone), che è più sicura del Vermont e anche della Baviera (al primo posto c’è Berlino con 337 furti).

MIGLIORANO LE SPERANZE DI VITA IN ITALIA

Rispetto alle altre regioni Ocse, dal 2000 in poi tutte le regioni italiane hanno migliorato la loro posizione relativa in termini di salute (speranza di vita) e si collocano ora tra le il 20% delle regioni Ocse più sane, ad eccezione di Campania e Sicilia.

LE CONDIZIONI ABITATIVE MIGLIORI IN FRIULI VENEZIA GIULIA

Le condizioni abitative migliori della Penisola sono in Friuli Venezia Giulia, con 1,5 persone per stanza nel 2016, meglio che in Svezia, contro le 2 persone della Campania (2 persone, ma il dato è migliore di tanti altri Paesi anche scandinavi). La spesa per l’alloggio varia tra il 44% (più che a Oslo) e il 25% del reddito famigliare a seconda della regione e in ogni caso più della media Ocse che è del 20% circa.

MILANO LA PIÙ RICCA D’ITALIA IN TERMINI DI PIL PRO CAPITE, CROLLO ROMA

Secondo il rapporto Ocse, inoltre, le 13 aree metropolitane contano nel loro insieme, circa il 33% della popolazione ma sono state in grado di generare tra il 2000 e il 2016 solo il 29% della crescita di Prodotto interno lordo. Milano è l’area metropolitana più ricca d’Italia in termini di Pil pro capite, si colloca al 79esimo posto su 329 aree metropolitane Ocse, ma ha perso 37 posizioni rispetto al 2000. Roma, che nel 2000 era nella top del 20% delle aree metropolitane più ricche, ha perso 78 posizioni, il calo più alto tra le aree metropolitane del Paese. Nella provincia di Bolzano il livello del Pil pro capite nel 2016 è stato due volte e mezzo superiore a quello della Calabria. Con una crescita della produttività dello 0,2% annuo nel periodo 2000-16, Bolzano ha registrato, inoltre, la crescita di produttività più elevata tra le regioni italiane, anche se ancora molto al di sotto della media Ocse dell’1,1% nello stesso periodo. Con una crescita negativa della produttività del -1% all’anno in Molise, il divario con Bolzano si è ulteriormente ampliato, soprattutto a partire dal 2010.

SPESA PUBBLICA AL DI SOTTO DELLA MEDIA OCSE

La spesa pubblica italiana ammonta a 5.473 dollari pro capite, contro una media Ocse di 6.817 dollari. In Italia, ciò equivale al 14,3% del Pil (la media è del 16,2%). La sanità e i servizi pubblici generali sono le due principali voci di spesa italiane: insieme rappresentano il 62% della spesa contro il 32% dell’area Ocse.

DISPARITÀ IN AUMENTO IN METÀ DEI PAESI OCSE

Il rapporto OECD Regions and Cities at a Glance 2018 mostra che dal 2000 le disparità regionali sono aumentate nella metà dei paesi Ocse (tra cui Spagna e Irlanda) e sono rimaste stabili o sono diminuite nell’altra metà (tra cui Cile, Messico e Nuova Zelanda, che hanno visto una significativa riduzione delle disparità economiche regionali). Le regioni più esposte alla concorrenza internazionale o con stretto contatto con una grande città hanno registrato un recupero più rapido rispetto alle regioni più prospere dello stesso paese in termini di produttività. Le differenze più ampie a livello Ocse riguardano il Regno Unito dove Londra registra un Pil pro capite di 23 volte più alto di quello della sperduta isola di Anglesey (463mila dollari contro 19.800) seguita da Usa, Germania, Francia, Svizzera e Olanda.

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