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Ok al salva-sindaci: cosa c’è nella norma sull’immunità di amministratori e volontari in caso di incidenti

Il Senato dà il primo via libera al cosiddetto emendamento salva-sindaci, un emendamento al decreto sicurezza sul lavoro che chiarisce il regime di responsabilità per i volontari della Protezione civile, i loro coordinatori e — in casi specifici — i sindaci.

Il Parlamento ha compiuto il primo passo formale verso l’approvazione dell’emendamento “salva-sindaci” (o “salva-Protezione civile”) inserito nel decreto-legge sulla sicurezza sul lavoro, che mira a tutelare chi opera in attività di soccorso volontario, evitando che coordinatori, rappresentanti legali delle associazioni e amministratori locali vengano automaticamente equiparati ai datori di lavoro con conseguenti profili di responsabilità penale.

IL VIA LIBERA DEL SENATO SUL SALVA-SINDACI

Il provvedimento ha ottenuto il via libera in Senato come parte del disegno di legge che converte il decreto-legge sulla tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro e in materia di protezione civile.

Si tratta di un primo passaggio parlamentare: il testo dovrà ora essere esaminato e approvato dalla Camera per diventare legge. I sostenitori del cambiamento parlano di una misura necessaria per evitare che la paura di conseguenze penali scoraggi l’impegno volontario sul territorio.

COSA PREVEDE LA NORMA SALVA-SINDACI

Il cuore dell’emendamento stabilisce un regime speciale per i volontari: essi non possono essere automaticamente equiparati ai lavoratori subordinati e, di conseguenza, coordinatori e rappresentanti legali non saranno più trattati — per la sola presenza del rapporto di volontariato — come datori di lavoro ai fini della responsabilità penale.

Il testo precisa però gli obblighi a carico delle organizzazioni e dei loro rappresentanti: formazione adeguata, dotazione di dispositivi di protezione individuale e rispetto delle procedure di sicurezza. In caso di inosservanza, sono previste sanzioni amministrative (e, per i rappresentanti legali, misure interdittive) ma non il perseguimento penale automatico. Rimane aperto il tema del confine tra colpa grave e responsabilità ordinaria, questione che potrebbe essere oggetto di interpretazione giurisprudenziale.

IL CASO CHE HA ACCELERATO LA NORMA: PREONE

A dare ulteriore spinta politica al provvedimento sono stati alcuni casi concreti, tra cui la tragedia di Preone (29 luglio 2023), in cui un volontario della Protezione civile ha perso la vita mentre era impegnato nelle attività di monitoraggio dopo maltempo.

Il sindaco di Preone e il coordinatore locale della Protezione Civile sono a processo per omicidio colposo, un procedimento che ha scatenato un vasto dibattito sulla responsabilità degli amministratori quando coordinano attività di volontariato.

LE PAROLE DEL GOVERNO

Il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani ha salutato con favore il voto del Senato, parlando di “passo avanti” per la tutela di donne e uomini che operano nel volontariato di soccorso compiuto in sinergia con il ministro con delega alla Protezione civile Nello Musumeci.

Dal Governo si sottolinea che la ratio della norma non è l’impunità, ma la differenziazione del quadro di responsabilità: tutele per chi opera in condizioni di volontariato se sono rispettati obblighi formativi e di sicurezza; sanzioni amministrative se questi obblighi non vengono rispettati.

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