Parte la procedura interna per il rinnovo della presidenza del Movimento 5 Stelle: autocandidature, requisiti stringenti e raccolta firme fino al 10 settembre. Se la rielezione di Giuseppe Conte appare scontata, resta aperta la partita sui vicepresidenti, in particolare la posizione di Chiara Appendino, su cui si misurerà la nuova identità del Movimento fattosi partito
Giuseppe Conte ha lanciato formalmente la procedura per il rinnovo della carica di presidente del Movimento 5 Stelle, rendendo pubblico il regolamento adottato dal Comitato di Garanzia e aprendo la fase delle autocandidature: a partire dalle 12 di oggi fino alle 22 di mercoledì 10 settembre gli iscritti al Movimento potranno partecipare alla corsa per eleggere il nuovo leader del partito.
La riconferma dell’avvocato del popolo, in regime di prorogatio dal 6 agosto, sembra una pura formalità. Ma il voto si situa al crocevia tra passato e futuro del Movimento e serve innanzitutto a quantificare il consenso di Conte dopo il maquillage allo statuto. Poi si aprirà la partita dei vice: scelte da cui passerà la nuova linea politica dei pentastellati.
I REQUISITI PER CANDIDARSI
Il regolamento fissa requisiti severi: maggiore età, iscrizione al Movimento da almeno sei mesi, assenza di iscrizioni ad altri partiti nei dieci anni precedenti e di procedimenti penali in corso, con una puntuale verifica di ammissibilità, dal casellario giudiziale alla raccolta di almeno 500 sottoscrizioni,
Al termine delle autocandidature, il Comitato di Garanzia procederà alla verifica dei requisiti. La votazione si terrà non prima di dieci giorni dal termine della raccolta firme sulla piattaforma Skyvote, collocandosi quindi verosimilmente tra fine settembre e inizio ottobre.
IL NUOVO CORSO M5S: DAL “PARRICIDIO” DI GRILLO ALLO STATUS DI PARTITO
Dopo il parricidio del “garante” Grillo, con il voto a novembre che ha ridisegnato lo statuto del Movimento, Giuseppe Conte attende ora la prevedibile riconferma a larghissima maggioranza.
Con l’esclusione del fondatore, l’opposizione interna tra i pentastellati è ridotta al lumicino, ma l’avvocato del popolo deve stare attento a non scoprirsi a sinistra, dove ora è vulnerabile: gli accordi col Pd sono indigesti ai grillini della prima ora e i cambiamenti hanno rivoluzionato l’assetto del Movimento, aprendolo a una fase di “secolarizzazione” politica che lo colloca a pieno diritto tra i partiti-partiti.
Per questo sarà fondamentale quantificare il suo consenso dopo le recenti svolte, e, soprattutto, monitorare le sue scelte in vista della nomina dei vice.
IL NODO SUI VICE DEL MOVIMENTO
Se la guida del Movimento sarà decisa dagli iscritti, infatti, la nomina dei vicepresidenti spetta al presidente riconfermato. Attualmente i vicepresidenti sono cinque: Paola Taverna (vicaria), Michele Gubitosa, Fabrizio Turco, Riccardo Ricciardi e Chiara Appendino. La composizione dell’esecutivo interno dopo la rielezione di Conte sarà il segnale più chiaro sulle scelte politiche future: conferma della squadra uscente per la continuità o rimpasto in favore dei fedelissimi per aprire al nuovo corso e consolidare la tenuta dell’intesa col Pd.
IL CASO APPENDINO
La posizione che desta maggiore attenzione è quella di Chiara Appendino. Nominata vicepresidente alla fine del 2023, Appendino è percepita come il volto della corrente più “identitaria” del Movimento: attenta alle battaglie tradizionali del M5S e meno incline a un’alleanza organica con il Pd. Questo doppio ruolo — da un lato elemento di bilanciamento interno, dall’altro possibile fonte di frizione con la linea più governista di Conte — rende la sua conferma particolarmente strategica. Per di più, Appendino è una dei pochissimi esponenti del Movimento radicata al Nord.
E al binario di Torino passa un importante treno per la corsa del campo largo. Nel 2027 il capoluogo piemontese voterà il nuovo sindaco, con l’attuale inquilino di Palazzo Civico in quota Pd Stefano Lo Russo che è già in piena campagna elettorale e cerca l’appoggio dei 5S.
Dopo anni di critiche, l’ex prima cittadina Appendino medita se tornare suoi suoi passi, ma ancora non ha ufficializzato il suo endorsement a Lorusso. Per questo la data da segnare è quella del 15 settembre, cioè quando Appendino salirà sul palco della Festa dell’Unità torinese e potrebbe sciogliere le sue riserve.